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Un uomo, un voto. 18



UN UOMO, UN VOTO

Notiziario promosso dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo per l'
immediato riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a
tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia

n. 18 del 12 ottobre 2000

SOMMARIO:
- Ballata di quel tempo e quel paese
- Una lettera a governanti e parlamentari
- Alcune cose che occorre fare subito
- Un numero di telefono utile contro la schiavitù
- Chi siamo

* BALLATA DI QUEL TEMPO E QUEL PAESE

Ah si', un paese libero. Ah gia', tempi moderni.

In quel paese, in quel tempo, il regime apri' dei campi detti di
concentramento, in cui recludeva persone che di nessun reato erano accusate,
cui era negato anche il diritto a un processo. Narrano le cronache che in
quei luoghi persone morirono di morti tremende. Narrano le cronache che il
regime rassicurava la popolazione: era tutto a posto, non era successo
niente, ed in fondo, asseriva garrulo e querulo il Ministro dell'Interno,
quei posti non erano ne' carceri ne' alberghi, con il che la pratica era
archiviata. Nessuno chiedeva nulla sulla sorte delle vittime, nessuno
chiedeva nulla sulle vittime a venire. Era un paese in cui il consenso e la
propaganda erano a tutta prova, scienza ed arte, aveva fatto scuola il
dottor Goebbels.
Quel paese e quel tempo, il lettore dovrebbe saperlo, era l'Italia dell'anno
duemila dopo Cristo.

In quel paese, in quel tempo, grande era la barbarie e noi compagni di
Ulisse possiamo testimoniarlo: giunti cola' chi in quella terra abitava ci
chiuse nella spelonca, e delle nostre carni, delle nostre vite fece scempio.
Da noi vige altro costume: che l'esule venga accolto, che l'ospite sia
sacro. Questa e' la legge di Itaca.
In quel paese invece, in quel tempo, l'esule veniva bruciato vivo, la
fanciulla violata, l'ospite sbranato.
Quel paese e quel tempo, il lettore lo sa.

In quel paese, in quel tempo, era previsto che ci si indignasse. Tutti
potevano indignarsi, tutti assentivano, molti applaudivano, qualcuno
estraeva i fazzoletti dalle tasche e si spremeva qualche lacrima dagli occhi
e poi si soffiava anche il naso. Poi si spegnevano le telecamere, la sala si
svuotava, si tornava tutti a casa, e sfrecciando lungo i viali si coglieva
l'occasione per comprare a poco prezzo carne fresca da consumare di furia,
al mercato delle schiave recate dall'oriente e dal sud.
Quel paese e quel tempo, lettore, che tu sai.

In quel paese, e in quel tempo, tutti potevano sapere tutto, tutti tutto
vedevano, su tutto era a tutti consentito di dire a bassa voce o a
squarciagola cio' che volevano. E ad alcuni la gola si squarciava, perche'
erano infedeli e al cardinale cio' non piaceva; perche' la loro pelle era
slavata, od olivastra o brunita o color rame, ed al sindaco cio' dava
sull'occhio, e ai nervi, e alla bile; perche' erano troppo giovani e belle
quelle bambine ed insozzarle e macerarle era gusto di veri uomini della
razza superiore: superior stabat lupus.
Quel paese, quel tempo, lettore.

In quel paese e in quel tempo tu chi eri? Tu che facevi? Da quale parte
stavi?
Caro lettore di quel paese, di quel tempo io dico.

Ah si', tempi moderni. Ah gia', un paese libero.

* PROPOSTA DI LETTERA DA INVIARE A GOVERNANTI E PARLAMENTARI
Egregi signori,
a) la Convenzione di Strasburgo del 5 febbraio 1992 sulla partecipazione
degli stranieri alla vita pubblica a livello locale prevede al capitolo C il
diritto di voto (elettorato attivo e passivo, ovvero la facoltà di eleggere
e di essere eletto) nelle elezioni locali per ogni straniero residente;
b) in altri paesi europei tale diritto è garantito da vari decenni;
c) dal 1996 anche in Italia vi sono già degli stranieri residenti che
godono, come è giusto, del diritto di voto per le elezioni amministrative:
tutti quelli provenienti da paesi della Comunità Europea (e tale
riconoscimento del diritto di voto non ha richiesto alcuna modifica
costituzionale);
d) la bozza definitiva di quella che poi divenne la legge 40/98 prevedeva il
diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutti gli stranieri
residenti, e solo nell'ultima fase immediatamente antecedente l'approvazione
della legge tale ragionevole e doverosa norma fu proditoriamente e
vergognosamente cassata;
e) non vi è dubbio che non occorre affatto modificare la Costituzione per
riconoscere finalmente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a
tutti gli stranieri legalmente residenti;
f) è sufficiente una legge ordinaria.
Vi chiediamo pertanto di adoperarvi affinché cessi questa sorta di apartheid
elettorale, affinché a tutte le persone legalmente residenti in Italia sia
finalmente riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative.
"Un uomo, un voto" è stato lo storico motto del movimento antirazzista
sudafricano che Nelson Mandela ha guidato alla vittoria, per il suo popolo e
per l'umanità intera; facciamolo valere anche in Italia.
Cessi l'apartheid elettorale, sia riconosciuto finalmente il diritto di voto
nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia.
In attesa di un cenno di riscontro,
distinti saluti
Firma
Luogo e data

* ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO
- Accogliere ed assistere tutti coloro che fuggono dal loro paese costretti
dalla violenza e dalla miseria, come prevede l'articolo 10 della
Costituzione;
- garantire un servizio di trasporto pubblico e gratuito per i migranti così
da sottrarli alle grinfie delle mafie degli "scafisti";
- abolire i respingimenti, le espulsioni, la clandestinizzazione coatta;
- abolire i campi di concentramento;
- liberare tutte le vittime di schiavitù e lottare contro il racket
schiavista e i suoi complici;
- trasferire tutte le competenze in materia di immigrazione dalle questure
ai comuni;
- diritto di voto per tutti i residenti;
- contrastare il razzismo per difendere la libertà di tutti.

* UN NUMERO DI TELEFONO UTILE CONTRO LA SCHIAVITU'
E' stato istituito d'intesa tra alcuni Ministeri un "numero verde"
telefonico cui possono rivolgersi per aiuto le persone vittime di schiavitù:
800.290290.

* BREVE NOTA SUL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO
Attivo dagli anni '70, nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di
solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano. Ha promosso il primo convegno nazionale di studi
dedicato a "Primo Levi, testimone della dignità umana". Dal 1998 ha promosso
una "campagna contro la schiavitù in Italia".

UN UOMO, UN VOTO
Notiziario promosso dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail:
nbawac@tin.it