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APPELLO TURCHIA - Ataque contra presos en Turquia





1) TURCHIA: FERMIAMO LA REPRESSIONE FASCISTA
(AFAPP ITALIA  -  ASP  -  VOCE OPERAIA)

2) ATAQUE CONTRA LOS PRISIONEROS LIBRES EN 
BURDUR (TURQUIA) 
(DHKC Devrimci Halk Kurtuluþ Cephesi - Frente 
Revolucionario de Liberación del Pueblo (Turquia) - Buró de 
Informacion de Bruselas


------- Forwarded Message Follows -------
Date sent:      	Sun, 09 Jul 2000 00:47:15 +0800
Subject:        	Sit-In a Roma
From:           	VOCEOPERAIA <voceoperaia@tin.it>
To:             		<voceoperaia@libero.it>

invitiamo tutti i compagni a leggere attentamente questo
comunicato sul gravissimo rischio di un nuovo massacro nelle
prigioni turche. in Turchia ci sono circa 15mila ! prigionieri
politici, molti dei quali in situazione disperata!

Per aderire all'appello: voceoperaia@libero.it

TURCHIA: FERMIAMO LA REPRESSIONE FASCISTA


Sit-In a ROMA
MARTEDÌ 11 LUGLIO, ALLE ORE 16,00
ALLA FERMATA METRO A "REPUBBLICA"


Il 5 luglio, nella prigione di Stato di Burdur (Turchia, a 370 km
da Istanbul) è stato perpetrato un nuovo massacro, con il pretesto
del rifiuto di 11 prigionieri politici al trasferimento ad Izmir,
carcere di massima sicurezza di tipo-F (carceri speciali, in cui i
prigionieri vivono in totale isolamento in celle-bara, munite di
tre porte e senza possibilità di comunicazione alcuna neppure tra
loro). Contemporaneamente, i prigionieri sociali rinchiusi a
Bayrampasa (Istanbul) si sono rifiutati al trasferimento in un
altro carcere ed hanno preso in ostaggio le guardie. A Bayrampasa,
fortunatamente, nessun prigioniero è stato ferito. Durante
l'assalto a Bundur, durato per l'intera giornata, le forze di
polizia hanno sparato e lanciato bombe, distruggendo i muri
divisori delle celle. I prigionieri hanno resistito alla furia
bestiale degli aguzzini anche erigendo barricate. Dei 38
prigionieri politici feriti, appartenenti al DHKP-C, al TKP-ML e
al TIKB, 16 sono in condizioni gravi ed uno (Veli Sacilik) ha
perso un braccio. Mentre Veli è stato trasferito all'Isparta
Medical Faculty Hospital, gli altri prigionieri feriti sono stati
portati all'Ospedale di Stato di Burdur e successivamente
riportati in carcere, senza aver ricevuto alcuna cura medica, ed
immediatamente messi in isolamento, che non è stato risparmiato
neppure a Veli, rientrato oggi (8 luglio) in carcere. I funzionari
del carcere rifiutano ogni informazione riguardante le condizioni
dei prigionieri feriti. Già dieci mesi fa era stato anticipato che
la prigione di Burdur sarebbe stato il prossimo obiettivo da
colpire e che sarebbe stata la "nuova Ulucanlar" (il carcere
Ulucanlar di Ankara è stato scenario del feroce massacro del 26
settembre 1999, durante il quale sono stati barbaramente uccisi 10
prigionieri politici, sul cui cadavere si è poi infierito in modo
inumano). Dall'elenco (ancora parziale) dei feriti risultano
diverse donne. Il 7 luglio i prigionieri politici di Burdur hanno
iniziato uno sciopero della fame. In loro appoggio, i prigionieri
politici delle carceri di Umraniye e Ceyhan si rifiutano di
partecipare alla "conta", mentre i prigionieri di Bayrampasa hanno
occupato il corridoio della prigione. Non si conoscono ancora le
conseguenze di queste azioni. Il prigioniero Sadik Turk, in
gravissime condizioni, è stato trasferito nell'Ospedale di Stato
di Antalya. Sadik era sopravvissuto al massacro di Ulucanlar ed
era stato trasferito a Burdur. Dopo il massacro di Ulucanlar ha
dovuto subire un'operazione al cervello e adesso, dopo l'attacco
di Burdur, è stato operato per la seconda volta. Sempre il 5
luglio, la manifestazione di protesta indetta dalla Tayad
(Associazione di Solidarietà delle Famiglie dei Prigionieri) a
piazza Kadiköy, Istanbul, è stata interrotta dalle forze di
polizia, che hanno arrestato numerosi familiari e amici dei
prigionieri politici; il rilascio dei militanti della Tayad è
avvenuto il 7 luglio. La mostra sulle carceri di tipo-F allestita
dall'Associazione è stata sequestrata. Più tardi è stata poi presa
d'assalto la sede dell'Associazione che è stata totalmente
devastata dopo il sequestro di video, posters, fotografie ed altro
materiale riguardante la situazione carceraria in Turchia. La
Tayad voleva convocare una manifestazione per domenica 9 luglio,
ma la polizia l'ha proibita adducendo che "la questione è già
stata discussa ampiamente e la manifestazione potrebbe provocare
un aumento della tensione". Con le carceri di tipo F lo Stato
fascista turco intende annientare i rivoluzionari prigionieri che
resistono e lottano per mantenere intatte le loro idee e contro le
disumane condizioni cui vengo costretti a vivere. Con l'attacco
alle famiglie dei prigionieri e alla loro associazione, non solo è
evidente che la "libertà di espressione" è una presa in giro, ma
che si intende castigare e distruggere il movimento di solidarietà
con i prigionieri politici. E tutto questo accade con la
complicità dei governi e dei mass media degli Stati "democratici"
come quello italiano che chiudono bocca, occhi ed orecchie di
fronte a questa atrocità per salvaguardare i loro interessi
militari ed economici in Turchia.



LA RESISTENZA DEI RIVOLUZIONAI PRIGIONIERI E' PER NOI MOTIVO DI
ORGOGLIO: NON PERMETTIAMO CHE VENGA ANNIENTATA!

IL MASSACRO NON PUÒ RESTARE IMPUNITO!

LA LOTTA PER I DIRITTI DEI PRIGIONIERI È LA LOTTA PER LA
GIUSTIZIA, LA LIBERTÀ E L'EMANCIPAZIONE DELL'ANATOLIA DALLA
TIRANNIDE FASCISTA!

SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI POLITICI!

PROTESTIAMO CONTRO LA PROIBIZIONE IN TURCHIA DI OGNI ATTIVITÀ DI
SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONERI POLITICI E PER LA LIBERTÀ DI
ESPRESSIONE


AFAPP ITALIA  -  ASP  -  VOCE OPERAIA



------- Forwarded message follows -------
To:             	marxism-news@buo319b.econ.utah.edu
From:           	"contracorriente" <vallseca@arrakis.es>
Subject:        	M-NEWS: Ataque contra presos en Turquia
Date sent:      	Sat, 8 Jul 2000 07:46:12 +0200
Send reply to:  	"contracorriente" <vallseca@arrakis.es>


COMUNISTES de CATALUNYA traduce y difunde

http://utopiaverde.org/web/cc

http://utopiaverde.org/foros

De: DHKC [mailto:dhkc.bruxelles@chello.be]

Bruselas, 5 de julio del 2000


ATAQUE CONTRA LOS PRISIONEROS LIBRES EN BURDUR (TURQUIA)


Las cárceles han ocupado un papel central en la historia de Anatolia. Como
medio que sirve para hacer callar a la población o como núcleo de
resistencia, las cárceles han constituido desde siempre una línea divisoria
entre los opresores y los oprimidos. Una tradición de lucha inspirada por
las huelgas de hambre hasta la muerte y por el combate de vanguardia en
cautividad de Mahir Cayan, Ulas Bardakçi y Hüseyin Cevahir forjó el título
de prisionero libre.

Este título se desarrolló a través de las resistencias llevadas a cabo en
Buca en 1995 y en Ümraniye en 1996, resistencias que estallaron como
bofetadas en el rostro del enemigo.

Luego. La huelga de hambre hasta la muerte de 1996 demostró una vez mas, y
en esta ocasión a la opinión publica mundial, que los prisioneros libres no
se rendirían al enemigo. Así, ofreciéndose a la muerte y dando 12 mártires,
miles de presos revolucionarios permanecieron con la cabeza alta frente a la
arbitrariedad impuesta por el fascismo y vencieron a este "estado tan
poderoso" que se obstinaban en apoderarse de sus convicciones, de su
espíritu y de su dignidad.

De igual forma, el estado fascista se llevó a la prensa antes de perpetrar
el ataque del 26 de setiembre pasado. Diez detenidos revolucionarios fueron
allí salvajemente asesinados a raíz de torturas inauditas. El objetivo era
evidente: eliminar a los detenidos revolucionarios y con ellos la
resistencia popular. Los ataques contra los revolucionarios son efecto una
parte de la guerra contra el pueblo. Para vencer la respuesta popular y
obligar así a la población a la capitulación, el poder desarrolla nuevas
formas de exterminio contra los detenidos revolucionarios. Pero como los
presos libres son refractarios al aislamiento, el estado fascista estudia
nuevas formas de traslados hacia las celdas de la muerte. Al final de estos
traslados, son decenas de miles de detenidos amenazados de muerte en los
penales del tipo F. Insaciables, las autoridades que tienen en su haber la
muerte por tortura de decenas de presos, fundamentalmente en Buca, en
Ümraniye, en Ulucanlar, desean de ahora en adelante asesinar con toda
tranquilidad, a cubierto de miradas. En otras palabras, la cárcel de celdas
es la ultima moda en materia de tortura; centros de tortura donde van a
intentar quebrar las virtudes humanas de los detenidos, eliminar sus
convicciones y sus ideales, vaciar sus cerebros, aniquilar el amor que
sienten por el pueblo y la patria y apagar el fuego de libertad que alimenta
su fuero interno.

Hoy el estado fascista cogio de nuevo por asalto una carcel. Esta vez
cogieron como blanco los detenidos de Burdur. Se cuentan decenas de
herridos. Sea cual sea el motivo, este ataque forma parte de la politica al
servicio de las celdas de aislamiento.

El aislamiento es una tortura, opongámonos a la tortura.

No permitiremos que nuestra dignidad se pudra en las celdas.

Hemos quebrado y quebraremos las manos que se levantan contra los presos
revolucionarios.

Ajustaremos las cuentas a todos los que derraman sangre de los presos
revolucionarios.

Viva nuestra resistencia de Burdur

Devrimci Halk Kurtuluþ Cephesi

Frente Revolucionario de Liberación del Pueblo (Turquia)

Buró de Informacion de Bruselas


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