(Fwd) [uma-list] comunicato PU

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Roma, 28 giugno 2000
AMNISTIA O INDULTO:  NON BASTA.

Dovrebbe essere chiaro a tutti, ormai, che un gesto di clemenza non basta
più. La situazione nelle carceri italiane è diventata insostenibile, ma per
il Partito Umanista bisogna uscire dalla logica dell'emergenza per entrare
in una fase totalmente nuova.

Far uscire dal carcere alcune decine di migliaia di detenuti, pur essendo un
gesto positivo, rischia di essere solo un atto di clemenza
dall'inconfondibile sapore pietistico.
Se questo gesto resta isolato non servirà assolutamente a niente: tra un
mese saremo ritornati allo stesso punto di partenza.

I detenuti, qualunque sia il reato che hanno commesso, non hanno bisogno
della pietà di nessuno, ma che ci sia un cambio di mentalità. Le carceri
italiane sono nello stato in cui sono perché non cambia il punto di vista
generale, che attribuisce al carcere il solo e unico ruolo di "gabbia" dove
rinchiudere i soggetti che danno fastidio ai cittadini "per bene". Se questo
è il punto di vista dominante, la riflessione conseguente non può che essere
una: "perché dovremmo spendere soldi per migliorare le condizioni di vita di
questi delinquenti?"

I politici attuali, con le dovute eccezioni, non sembrano discostarsi da
tale punto di vista, anche per il timore di perdere migliaia di voti. Ecco
quindi che il massimo che riescono a partorire è un provvedimento di
clemenza.

Un carcere non potrà mai essere "umano" fin quando rimarrà un carcere.
Bisogna invece cominciare a lavorare per trasformare questi luoghi in ambiti
in cui le persone abbiano realmente la possibilità di trasformarsi; non per
adeguarsi ad un sistema che li ha indotti a compiere reati, ma per superare
la sofferenza per un futuro che sembrerebbe inesorabilmente segnato dal
proprio passato.

Il Partito Umanista condivide e appoggia proposte come: sconti di pena per
tutti, possibilità di lavoro, accoglienza in comunità, case per la
semilibertà.
Ma gli umanisti reputano ancora più importante che si inneschi un reale
movimento di trasformazione che porti alla chiusura delle carceri e
all'apertura di luoghi in cui le persone che commettono reati possano
riacquistare la libertà di scelta rispetto alla propria vita.


Carlo Olivieri
Segreteria stampa nazionale




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