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Apo e' grave, l'Italia di piu'



PEGGIORA LA SALUTE DI OCALAN
MIGLIORA LA VENDITA DI ARMI ITALIANE ALLA TURCHIA

Espulso dall'Italia e sequestrato in Kenya con un'operazione di
pirateria internazionale, da quindici mesi Ocalan continua ad essere
prigioniero nel carcere speciale dell'isola bunker di Imrali. Senza
rapporti umani, senza cure, e senza medicine. Hevi Dilara, responsabile
in Italia dell'Unione popolare democratica curda denuncia che "Il suo
stato di salute è peggiorato gravemente. Ogni giorno segregato in una
cella di 13 metri quadrati e senz'aria per 22 ore e mezza. Contro ogni
standard non solo delle Nazioni unite, ma dello stesso Codice di
procedura penale turca. Da due mesi Ocalan ha seri problemi di salute:
difficoltà di respirazione, blocchi respiratori, irritazione del naso e
degli occhi, infiammazione della lingua e della bocca, ha perso i sensi
del gusto e dell'odorato. Si sveglia in preda a crisi respiratorie e
secondo i referti medici rischia la cronicizzazione dell'asma. Sono gli
stessi medici a dire che non è possibile curarlo nelle condizioni
ambientali in cui è costretto a vivere.

Eppure da circa un decennio, Ocalan opera per trovare una soluzione
pacifica al conflitto turco-curdo, fino a giungere al cessate il fuoco,
alla rifondazione democratica del Pkk ed al ritiro dei guerriglieri del
suo partito al di fuori della Turchia. Per tutta risposta, il regime di
Ankara ha proseguito la repressione militare in Kurdistan e recentemente
ha avviato una vasta operazione contro il Pkk ritiratosi nelle regioni
settentrionali dell'Iraq. Ad essere oggetto delle persecuzioni turche
non sono solo i militanti del Pkk, ma anche organizzazioni democratiche
e pacifiche quali l'hadep e l'Associazione per la tutela dei diritti
umani, i cui rispettivi leader, Leyla Zana e Akin Birdal, sono entrambi
incarcerati. Nonostante ciò, i governi europei, si sono accontentati
della momentanea sospensione della condanna a morte di Ocalan per
accettare la candidatura turca all'ingresso nella Ue, rimuovendo la
guerra di Ankara contro i curdi. Purtroppo non si tratta solo di
indifferenza, ma di vera e propria complicità.

L'affermazione dei governi europei, secondo cui la candidatura turca
all'adesione all'Ue sarebbe accettabile poiché in quel paese si
sarebbero registrati negli ultimi tempi dei progressi nel rispetto dei
diritti umani, è contestata da Amnesty International, la quale sta
facendo inoltre pressione per evitare che Stati Uniti ed Italia
forniscano elicotteri militari ad Ankara per una maxi-commessa di 4
miliardi di dollari. Il presidente della sezione italiana di Amnesty,
Daniele Scaglione, dichiara che "Da molti anni è ormai chiaro e provato
che utilizzano gli elicotteri anche per compiere azioni illegittime,
come l'attacco di villaggi curdi nel sud-est del paese. (…) La Turchia è
l'ottavo acquirente di armi italiane. Nel 1998, il governo italiano le
ha concesso autorizzazioni di vendita di armi e tecnologia per un totale
di 81,8 miliardi. (…) I ministri degli affari esteri e del commercio con
l'estero si sono inventati di tutto pur di riuscire ad aggirare il
principio riportato nell'art. 1 della legge 185/90, secondo il quale non
si deve vendere tecnologia bellica ai paesi in conflitto o che la
utilizzeranno per violare i diritti umani."

Roderigo