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Da Cunf. Comunistas Sardos



Da: "Cunf.Comunistas Sardos" <concomsardos@hotmail.com>

  Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno GIUSTIZIATI
      P.  Bellocchio

L'ennesima prova che il sistema giudiziario e penitenziario sia fondato sul
sadismo, c'è lo dimostrano giorno per giorno, ed ecco che non solo
reinseriscono in organico le guardie di S. Sebastiano, ma dopo che saltano
anche i vertici del carcere di Badu ‘e Carros i signori giudicanti, riescono
solo a trasferire gli indagati in altre strutture per continuare i loro
sporchi compiti.

Questo è il massimo che la nostra giustizia sa fare col suo personale
:TRASFERIRE.

L'istituzione carceraria è marcia dalle fondamenta è fallimentare sul piano
della sua funzione ufficiale, mentre è efficentissima nella repressione.
Il carcere intendiamoci è denaro trasformato in forze antisociali, è denaro
estorto, in modo sia pure legale e indiretto  agli ignari cittadini.
E tutte le commoventi  parole non servono a niente come non servono le
inchieste se chi le svolge invece di indagare visita l'esterno del carcere o
la chiesa , perché non s'interrogano i detenuti?.
Troppo spesso si conoscono le barbarie del sistema, però si finge di non
sapere, così fino alla prossima rivolta e allora  giù a scandalizzarci  e
indignarci, ma che bravi...

Sappiamo benissimo tutti, che la società neoliberista, dove si reclama la
civiltà, dove si fa sfoggio di teorie che inducono al perdono e alla carità
o solidarietà, altro non è che una civiltà dove le barbarie si alternano con
una velocità ed un atrocità allucinanti. Infatti è la violenza dei rapporti
quotidiani che nega la quotidianità dei rapporti, soprattutto in carcere.
Trentuno anni fa a S. Vittore ci fù una rivolta, nell'aprile 1969, ne
riportiamo una testimonianza:

.....a sera quando cessammo ogni resistenza fummo incolonnati, ci fu
impedito di prendere qualsiasi vestito o oggetto personale, passammo
attraverso un cordone formato da celerini e guardie carcerarie i quali
incominciarono a percuoterci selvaggiamente con manganellate, pugni calci e
cinghiate ed alcuni secondini con catene muniti di lucchetto all'estremità .
Il pestaggio era cieco  e indiscriminato , il livore, la rabbia sadica, la
vendetta s'abbatteva contro di noi . E nonostante parecchi  fossero caduti a
terra sfiniti dalle botte, sommersi dall'acqua, delle tubazioni dei pompieri
venuti per spegnere l'incendio, continuarono ad essere colpiti alla cassa
toracica e alla testa. Giunti in matricola fummo ammanetati 5 a 5 e caricati
su camion militari e trasportati a Genova , alcuni detenuti furono
trasportati in mutande, tutti i visi erano pesti, sanguinanti, gonfi, occhi
neri, costole fratturate, mal di testicoli, atroci mal di capo, e nonostante
le ripetute richieste di soccorsomedico la scorta c'è lo negò, c'era anche
un detenuto che per un colpo di sbarra all'avambraccio ed avesse l'osso che
fuoriusciva dalla carne fu ammanetato come tutti gli altri, ferita che
successivamente glicostò 75 punti di sutura...

Giunti a Genova  diretti in Sardegna fummo calati nella stiva della nave,
era buio e sporco, costretti a mangiare e a dormire ammanettati, per terra
come bestie. Arrivati nell'istituto sardo trovammo schierati tutti i
secondini, il direttore e il maresciallo, il quale ci disse :"Voi siete dei
ribelli, toglietevi i grilli dalla testa, noi abbiamo domato bestie più
feroci di voi, state attenti che la Sardegna lascia brutti segni". (tratto
da Liberare tutti i dannati dellla terra, edizioni Lotta Continua '72) .
Parole queste ultime che sono ancora troppo attuali e troppo reali......

Questo succedeva nel 1969, ma come abbiamo visto recentemente a S.
sebastiano non è cambiato nulla, in trent'anni lo stato italiano, non ha
migliorato di una virgola la formazione professionale e la preparazione dei
suoi vili servitori; che altro non sono se non persone che hanno rinunciato
del tutto alla loro dignità di umani, che riescono solo a far ingoiare le
peggiori umiliazioni a coloro che dovrebbero tutelare e custodire.

Ma passiamo  ai fatti di Nuoro , Badu ‘e Carros: sezione Alta Sicurezza,
Luigi Acquaviva, 48 anni di San Giuseppe Vesuviano, da tempo chiedeva di
essere trasferito per scontare la pena vicino al suo paese, niente dafare.

Per disperazione il 22 gennaio 2000 sequestra una guardia, che poi libererà,
voleva solo  attirare l'attenzione e farsi trasferire, ma il giorno dopo il
sequestro, misteriosamente il detenuto viene trovato morto......,
ufficialmente si parla di  asfissia per impiccagione, un suicidio. Si è
impiccato alle sbarre della sua cella, ma i contorni sono troppo sospetti ,
di conseguenza è scattata l'inchiesta che indaga per reati che vanno
dall'omicidio colposo alle lesioni, all'omissione di soccorso.

Non possiamo permettere che vi sia ancora e solo silenzio. Prendiamo atto
perciò che le condizioni disumane a cui sono costretti i detenuti non sono
solo il prodotto di una mente malata di qualche sadico ma corrispondonoo ad
una precisa scelta strategica di stato.

I primi risultati dell'inchiesta iniziano ad arrivare : Francesco Gigante
direttore di Badu ‘e Carros è trasferito nella Colonia penale di Mamone, il
comandante delle guardie Antonio Deidda sempre indagato per la vicenda
Acquaviva, trasferito a Maccomer.

Ecco quindi come si risovono le questioni : ancora trasferimenti e
allontanamenti .Si giustificano simili nefandezze legalizzate con problemi
di spazi, di  strutture e di organico. Per tutta risposta arriva un bel
pacchetto di interventi per la Sardegna: ammodernamento delle strutture
carcerarie, ampliamento degli organici e miglioramento delle condizioni di
lavoro in carcere. Tante assunzioni in più, nuovi concorsi per i disperati
disoccupati, nuove strutture, magari fuori dal centro abitato in modo che
nessuno sappia bene cosa succede dentro, asservimento dei militari di leva e
obbiettori, stanziamento di 30 miliardi, e tutti vissero felici e
contenti...........

Troppo semplice sanare la situazione talmente delicata come una polveriera,
con quattro soldi, non sirisolvono così i problemi, bisogna andare alla
radice. Perché non si ammette che è un abuso d'autorità quella di
brutalizzare, pestare, umiliare i detenuti ? Perché queste autorità non
pagano mai?per non parlare dell'abitudine  di sottrarre continuamente alla
sede in cui si presume si sia compiuto il reato e in cui si può godere
dell'assistenza dei propri legali . Con i più diversi pretesti che altro non
sono che capricci , ci sono ogni giorno traduzioni per ogni dove, con uno
spreco impressionante di soldi ed energie. Questo è un problema, e tra i più
gravi che qualcuno dalle comode poltrone dovrebbe risolvere, i detenuti non
sono dei numeri o pedine da spostare da una parte all'altra della
scacchiera, sono uomini, esseri viventi, che hanno gli stessi bisogni e gli
stessi sentimenti di qualsiasi altro comune uomo. Ogni individuo infatti
privato della libertà, recluso, per rieducarsi deve rimanere a contatto con
la sua famiglia, con gente conosciuta con la quale è legata da sentimenti
d'affetto. Allora perché spesso i detenuti vengono portati via dalla loro
terra?, forse ad ogni costo non li si vuole reinserire,rieducare, forse  non
li si vuole aiutare a risocializzare; questa è la realtà. Col sistema
carcerario vigente si cerca di isolare sempre di più i detenuti dal resto
del mondo, il carcere è un mondo chiuso, un ambiente stagno, può succedere
di tutto dentro e nei modi più disparati senza che nessuno possa controllare
o replicare. Il carcere dovrebbe essere il vero momento di verifica della
democrazia, invece è come se si cercasse di liquidare ogni richiesta dei
detenuti con sistemi simili "ai regolamenti di conti" e con procedure di uno
stato di diritto che si basa sulla democrazia.

Ma arriverà il giorno in cui...................

tutto si muoverà secondo la via,
a  parola d'odio  parola
d'odio risponda.
Così gridando,
la Giustizia verrà ad esigere
il DEBITO      (ESCHILO)

.....anche se con l'amaro in bocca ammettiamo che la Giustizia è l'unico
ideale che mai si realizzerà, e questo perché l'uomo e la società vi hanno
costruito intorno un sistema di leggi pronte a disperdere anche il più
piccolo anelito di giustizia e umanità

con tenerezza e forza
sa Cunfederatzione de sos comunistas sardos