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Irpef, flop bonus 80 euro: metà a chi ha redditi alti

10 novembre 2016, di Mariangela Tessa

Calcolo IRPEF: meccanismo, aliquote e scaglioni

Come funziona il meccanismo di applicazione dell'IRPEF, quali sono le
aliquote contributive e gli scaglioni di reddito. => Scaglioni IRPEF:
le aliquote 2016

NEW YORK (WSI) – Il bonus Irpef da 80 euro è un vero e proprio flop. A
certificarlo e’ l’Istat, secondo cui il bonus da 80 euro del governo
Renzi, che rappresenta due terzi delle risorse  destinate alla
famiglia e all’infanzia, va per metà a lavoratori che vivono in
famiglie con redditi alti e medio alti; soltanto un terzo è destinato
ai poveri.

Ieri, durante l’audizione dei tecnici dell’istituto di statistica
davanti ai senatori della Commissione Lavoro, dove è in discussione il
disegno di legge sulla povertà che mira al riordino delle prestazioni
sociali,  il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva ha sottolineato che
“con una certa frequenza” una singola persona (meritevole o non)
beneficia di «un cumulo di più prestazioni”. È così per “quasi un
milione di italiani” fra chi riceve assegni sociali, di invalidità e
altri sussidi. Questo può indicare che le risorse oltre che poche sono
mal distribuite.

L’Italia, rispetto ad altri Paesi europei “spende sistematicamente
meno per la protezione dei deboli”. Anche per questo, all’Istat tocca
constatare quanto numerose siano le famiglie in condizione di povertà
assoluta, in particolare quelle con a carico minorenni.

Dunque “non solo l’Italia è molto lontana” dagli standard di
assistenza alle famiglie povere degli altri Paesi Ue, ma soprattutto
“si distingue anche per una quota più alta di spesa sociale non
sottoposta alla verifica dei mezzi”.

In poche parole, le risorse economiche a sostegno delle famiglie più
deboli oltre ad essere esigue sono anche distribuite male. E questo si
inserisce in uno scenario drammatico, visto che nel 2015 “1 milione
131 mila”, “quasi l’11% di quelli residenti nel nostro Paese” vive in
poverta’. “Il numero di minori poveri assoluti – spiega l’istituto di
statistica – risulta oltre il doppio rispetto a quello stimato nel
2011 (523 mila; il 5% del totale) e triplo rispetto a quello del 2008
(375 mila; il 3,7%)”. Rispetto a dieci anni fa (2006) il loro numero
si è incrementato del 298,2%.

L’Istat sottolinea anche come “il 18,3% delle famiglie di questa
tipologia (143mila individui) continua ad essere in povertà assoluta,
per un totale di quasi 183mila minori”.



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Distinti Saluti
Giuseppe Turrisi Salvatore
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