[Diritti] Arabia Saudita: arrestata Samar Badawi, sorella del bogger detenuto per apostasia - Repubblica.it



Arabia Saudita: arrestata Samar Badawi, sorella del blogger detenuto per apostasia
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Ancora un duro colpo per la libertà di espressione nel regno saudita. A poche ore dalla pubblica fustigazione dell’attivista Raif Badawi, il governo di Riyad ha deciso di incarcerare anche la sorella per aver curato l’account Twitter dell’ex marito, noto avvocato per i diritti umani

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ROMA
– Una morsa letale che tenta di soffocare i diritti umani del regno saudita. Questa volta a esser presa di mira è stata Samar Badawi, sorella del blogger Raif condannato da Riyad a mille frustate e dieci anni di prigione per aver fondato "Free Saudi Liberals", un forum ideato per discutere del ruolo della religione in Arabia Saudita. A denunciare l’arresto della sorella dell’attivista è stata Amnesty International, che pochi giorni fa aveva già lanciato un appello per la liberazione di Raif.

L’arresto. Secondo quanto riportato dalla ong, Samar Badawi è stata arrestata a Gedda assieme alla figlia di due anni, dopo quattro ore di interrogatorio. Subito è stata trasferita nel carcere di Dhabhan. Ensaf Haidar, moglie di Raif Badawi dal suo account Twitter, fa sapere che nella stessa prigione sono reclusi anche Raif e l’ex marito di Samar, Waleed Abu al-Khair noto avvocato per i diritti umani. L’attivista saudita è accusata di aver curato l’account Twitter dedicato alla campagna per la scarcerazione dell’avvocato condannato a scontare 15 anni di reclusione per aver danneggiato la reputazione del regno saudita.

Una famiglia per la libertà. L’arresto di Samar segue di pochi giorni il primo anniversario della fustigazione pubblica subita dal fratello Raif. La moglie di quest’ultimo è stata costretta a trasferirsi in Canada assieme ai due figli per sfuggire dalla morsa del governo saudita contro la famiglia Badawi. Un simbolo della lotta per la libertà d’espressione e per i diritti umani che Riyad sta cercando di mettere a tacere una volta per tutte. “Questo arresto - ha detto Philip Luther, responsabile per il Medio Oriente di Amnesty International - rappresenta un nuovo allarmante arretramento nel rispetto dei diritti umani in Arabia Saudita e dimostra l'estrema determinazione delle autorità a condurre la loro campagna spietata di vessazioni e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani per costringerli al silenzio”.

La lotta di Samar. Da tempo Badawi lotta per migliorare la condizione delle donne nello stato saudita. Samar infatti è stata tra le prime a sfidare la cultura patriarcale che vieta alle donne di guidare, votare o presentarsi come candidate alle elezioni. Atti che hanno attirato l’attenzione di Riyad . Nel dicembre 2014 il governo ha vietato alla giovane araba di lasciare il paese dopo la sua partecipazione al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di Ginevra. Ma oltre agli attacchi dello stato, Samar ha dovuto difendersi anche dalla propria famiglia. Nel 2009 il padre l’ha denunciata per “disobbedienza” dopo esser fuggita di casa per porre fine agli abusi subiti per anni. Samar ha passato sette mesi nel carcere di Briman a Gedda per poi essere liberata grazie alle pressioni della comunità internazionale. “Lei – afferma Michael Dora, rappresentate del Center for Inquiry alle Nazioni Unite - è un fulgido esempio del significativo impatto che una persona può avere l’incredibile disuguaglianza e l’impensabile oppressione. La sua detenzione ora mostra quanto inumana sia l’Arabia Saudita nell’intimidire e punire i critici”.