[Diritti] ADL 140626 - I buoni



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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu

Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894

Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo

Direttore: Andrea Ermano

 

Settimanale in posta elettronica – Zurigo, 26 giugno 2014

   

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IPSE DIXIT

 

I buoni e i cattivi - «I cattivi libri generano cattivi costumi e i cattivi costumi generano buoni libri.» – René Descartes

        

     

TRE LIBRI

NUOVI

ZURIGO, DOMENICA 29 giugno 2014,

Al Cooperativo, St. Jakobstr. 6

dalle ore 10.15 alle ore 12.30

info:+41 (0)44 2414475

I tre libri di cui si parlerà:

 

FABIO VANDER, Posizione e movimento. Pensiero strategico e politica della Grande Guerra, Mimesis, Udine, 2013.

 

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LUCE D’ERAMO, Ignazio Silone, a cura di YUKARI SAITO, Castelvecchi, Roma, 2014.

 

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AA.VV., Genova 2012 - Materiali per un dibattito politico, a cura di FELICE BESOSTRI, Ed. AdL, Zurigo, 2014.

 

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Relatori:

FELICE BESOSTRI, Direzione nazionale PSI

CARLO GHEZZI, Fondazione Di Vittorio

YUKARI SAITO, Letterata e traduttrice

FABIO VANDER, Storico e filosofo

 

Moderatore: Andrea Ermano

 

Intervengono: Maurizio Montana, Francesco Papagni, Marco Tommasini, Valentin Lustig e Sandro Simonitto

 

FELICE BESOSTRI. Avvocato abilitato per le magistrature superiori, si è distinto per la sua battaglia contro il "Porcellum" conclusasi con la sentenza d'incostituzionalità. Senatore della Repubblica (XIII legislatura, DS) e membro dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa tra il 1999 e il 2001, ha partecipato ai Forum Social Mundial del 2002 e del 2004 ed è oggi membro della Presidenza della Sezione Internazionale del PS Svizzero e della Direzione del PSI. Con l’ADLha pubblicato i volumi: Da lontano e da vicino (2001), Fili Rossi (2005), nonché curato Sinistra come in Europa (2007), e Genova 2012 (2014).

 

CARLO GHEZZI. Segretario della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, costituita per iniziativa della CGIL nel 1991 allo scopo di promuovere studi storici e sociali sul movimento operaio e sindacale italiano. Già Segretario generale della Camera del Lavoro di Milano e responsabile dell'organizzazione della segreteria nazionale della Cgil, è stato delegato nel Consiglio di fabbrica della Pirelli. Sotto la sua guida la CGIL milanese si è battuta per la moralizzazione della vita pubblica e si è aperta ai problemi dell'immigrazione. Con la Fondazione Di Vittorio ha fornito un importante contributo alla promozione delle manifestazioni genovesi nel 120° dalla fondazione del Partito dei Lavoratori Italiani.

 

YUKARI SAITO. Traduttrice e lettrice di giapponese presso il Centro Linguistico dell'Università di Pisa. Saggista impegnata sulle tematiche sociali, ambientali, della pace e dei diritti umani, tematiche su cui nel 2006 ha fondato a Pisa il Centro di documentazione “Semi sotto la neve”, con denominazione ispirata a un celebre romanzo siloniano. Di Silone ha tradotto Vino e pane (Hakusuisha, Tokyo, 2000) e La scuola dei dittatori (Iwanami shoten, Tokyo, 2002), dopo aver fatto conoscere al pubblico nipponico Una famiglia italiana di Franca Magnani (Asahi Shimbun, Tokyo, 1992). Recentemente ha curato Ignazio Silone (Castelvecchi, Roma, 2014, pp. 762), opera in cui sono raccolti e compendiati in unico volume i principali saggi di Luce d'Eramo sullo scrittore marsicano nonché il carteggio d’Eramo-Silone.

 

FABIO VANDER. Storico e filosofo, lavora presso il Senato della Repubblica, si è laureato in filosofia con Gennaro Sasso e in scienze politiche con Pietro Scoppola. Tra le sue pubblicazioni: Metafisica della guerra (Milano, 1995); La democrazia in Italia (Genova-Milano, 2004); Contraddizione e divenire (Milano, 2005); Critica della filosofia italiana contemporanea (Genova-Milano, 2007); Essere e non-essere (Milano, 2009); De philosophia italica (Lecce, 2010).

        

   

VERSO LA PAUSA ESTIVA

 

Con il prossimo numero, in calendario per giovedì 3 luglio 2014, la Newsletter dell'ADL inizia la consueta pausa estiva, necessaria anche a espletare alcuni aggiorna­men­ti tecnici e informatici. Le regolari trasmissioni della Newsletter ADL riprenderanno poi giovedì 4 settembre 2014.      

     

 

Europa – Il Semestre italiano

ai blocchi di partenza

 

L’Antimafia in Europa

 

La Commissione Antimafia approva all’unanimità la relazione redatta dal Comitato sul  semestre di presidenza dell’UE presieduto da Laura Garavini. “Nella relazione vengono proposte misure concrete come la costituzione di una Procura europea e l’emanazione di una direttiva che consenta la confisca in assenza di condanna penale, così come avviene nel nostro Paese”, sottolinea l’on. Gravini sollecitando il recepimento di decisioni quadro o direttive già emanate, ma mai recepite, sulle quali diversi stati, Italia compresa, stanno tergiversando da troppo tempo. Per la parlamentare democratica fondatrice a Berlino di “Mafia, nein danke!”, va altresì perseguita l’introduzione, a livello europeo, del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ulteriori dettagli sui contenuti della relazione sono disponibili su Il Sole 24 Ore (vai al sito).

 

di Laura Garavini

Deputata PD, eletta nella circoscrizione estero

 

Un lavoro intenso e soddisfacente. Anche l’opposizione alla fine ha votato le proposte del Comitato antimafia da me presieduto. Il che significa che l’Italia, in procinto di assumere la Presidenza dell'UE, si presenta con idee molto chiare su cosa c’è da fare per combattere meglio la criminalità organizzata in Europa.

    Anzitutto va migliorata la cooperazione tra gli investigatori, lo scambio di informazioni sui patrimoni illeciti e il riconoscimento reciproco delle decisioni di confisca. Tutto questo va realizzato attraverso l’istituzione di un pubblico ministero europeo e la realizzazione di squadre investigative comuni, che garantiscano una maggior forza alla lotta antimafia a livello comunitario.

    Il Comitato antimafia, costituito in vista del Semestre italiano di Presidenza dell'UE, aveva il compito di individuare proposte operative su come contrastare il crimine organizzato a livello europeo. Le conclusioni sono il risultato delle numerose audizioni svolte con protagonisti della lotta alle mafie, a livello nazionale ed internazionale: esponenti della magistratura, dei dipartimenti esteri delle forze dell'ordine, docenti di diritto comparato, istituzioni europee come Europol e Eurojust.

    Li abbiamo sentiti in Commissione antimafia, spesso in videoconferenza, con due obiettivi: fotografare l'attività delle mafie in Europa e proporre interventi normativi concreti, da promuovere nel corso del Semestre europeo che l'Italia si appresta a presiedere dal primo luglio prossimo. È stato un lavoro portato avanti in pochissime settimane con sedute fiume di parecchie ore con i diversi esperti, ma ne è valsa certamente la pena.

    Ringrazio espressamente i colleghi di tutte le opposizioni (Cinque Stelle, Sel e Forza Italia) per i loro contributi costruttivi e collegiali. Un bell’esempio di lavoro parlamentare, orientato solo ed esclusivamente ai contenuti.

 

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Laura Garavini

       

            

SPIGOLATURE 

 

Carovana della dignità

 

Si calcola che oggi vi siano oltre cinquanta milioni di profughi, uomini donne e bambini “in fuga per la vita”, contro i quali vengono scatenate le più rozze e intollerabili forme di odio razziale.

 

di Renzo Balmelli 

 

DESERTO. "Per questi inutili parassiti, ci vorrebbe un altro tipo di treno". Il modello non viene precisato, ma non è difficile immaginare a quali convogli si riferissero gli "imbratta-blog" – e sono tanti – che hanno "deliziato" la Rete con i loro esecrabili sproloqui sulla "Carovana europea della dignità" tesa a richiamare l'attenzione sulla sorte delle persone che fuggono tutti i giorni da situazioni di guerra, esclusione, e calamità naturali. In fuga per la vita si calcola che oggi vi siano oltre cinquanta milioni di profughi contro i quali, aizzate da cattivi maestri senza scrupoli, si scatenano le più rozze e intollerabili forme di odio razziale. E' come se una nazione di media grandezza si svuotasse di colpo lasciandosi indietro un deserto umanitario, ennesima dimostrazione che la pace è pericolosamente in deficit nel mondo.

 

VALORI. Sebbene si sia presentata all'appuntamento indossando il verde di rigore, la Lega alla prima prova del nove con le istituzioni comunitarie è andata clamorosamente in bianco. Al momento di annunciare la nascita del secondo gruppo euroscettico al Parlamento di Strasburgo sotto la guida di Marine Le Pen i conti non sono più tornati. Decisiva per il fallimento dell'iniziativa che ha visto Matteo Salvini e gli altri compagni di cordata tornarsene a casa con la coda tra le gambe, è stata la defezione dei bulgari che li ha spediti tra i non iscritti, in pratica relegati in serie B. Ma un conto sono gli slogan di facile suggestione e un altro è misurarsi con i veri valori europei che proprio in questi giorni, a un secolo dalla Grande Guerra da cui ebbe inizio il sanguinoso sfaldamento del Vecchio Continente, confermano quanto sia fondamentale, per risparmiare nuove tragedie, raccogliersi attorno al progetto della casa comune.

 

METAFORA. A volte il calcio sembra riflettere la qualifica di metafora della vita. Ne è una dimostrazione non priva di una sua logica l'incredibile Götterdämmerung del pallone che ai mondiali ha decretato la caduta di alcuni dei degli stadi costretti a fare le valige anzitempo. Senza lasciare grandi tracce sono usciti subito di scena Spagna, Inghilterra e Italia, squadre super laureate, ma senza idee e incapaci di opporsi alla freschezza delle formazioni emergenti. Adesso è facile immaginare la scia di polemiche che accompagnerà l'estate degli azzurri in cerca di attenuanti per una controprestazione che dopotutto si spiega con una formula molto semplice: hanno giocato male, come non accadeva dal 2006, quando vinsero il titolo. Dire che il primo insuccesso dell'Italia nell'era Renzi sia lo specchio del Paese reale da leggere in chiave politica è forse una metafora azzardata, ma per certi versi non priva di un fondo di verità.

 

CALIFFATO. A pensarlo sono gli orfani del folle dottor Stranamore, che ha imparato a non preoccuparsi delle bombe: a parer loro la strategia della Casa Bianca, mirante a togliere le castagne dal fuoco, sarebbe responsabile dell'attuale caos iracheno. Ma sbagliano di grosso, poiché la catastrofe era nell'aria già da molto tempo, fin da quando all'inizio del secolo scorso in questi territori i confini vennero tracciati sulla sabbia senza nessun riguardo per gli assetti geo-politici e le conseguenze di azioni tanto sconsiderate da parte di Francia e Inghilterra. A completare lo stravolgimento ha poi concorso l'intervento militare anglo-americano di dieci anni fa da cui potrebbe addirittura nascere quale inquietante contrappasso un nuovo Califfato, un'entità che oggi è poco più di uno slogan, ma che comunque esercita un forte potere di attrazione in una regione ancora alla ricerca di una sua identità.

 

110 MOSE. Sono cifre da capogiro quelle che per un verso o per l'altro si collegano, attraverso innumerevoli filoni, al fenomeno in crescita costante dell'evasione fiscale, un campo in cui l'Italia occupa i primi posti della poco invidiabile classifica. Tra furti, sprechi di denaro pubblico, operazioni occulte, fughe nei compiacenti paradisi vicini e lontani, l'Agenzia delle Entrate ha 500 miliardi di crediti, 350 dei quali di frode vera e propria. Tanto da chiedersi, come fa il Corriere della Sera, cosa si potrebbe fare con questa somma colossale che il fisco non incassa. La cronaca degli ultimi episodi di malgoverno suggerisce al quotidiano milanese una risposta tanto ironica quanto amara: avviare un gigantesco piano di opere pubbliche del valore di 110 Mose. Vista in questo contesto l'evasione è un crimine contro lo Stato e una truffa ai danni della popolazione da punire senza sconti.

 

PATTO. Miracolo! Berlusconi prova a tornare sotto i riflettori e ridà l'appetito a un'anziana signora tra la gioia dei parenti. Purtroppo però per Silvio santo subito è ormai troppo tardi. La Cei è in altre mani e il Vaticano pure. Ancora non si capisce bene, invece, da che parte stiano le testate dell'ex Cavaliere che sembrano in preda alla confusione. Da un lato, infatti, ogni giorno mettono in croce Grillo, che con le sue assurde sparate ha rubato la scena al declinante sultano di Arcore, e dall'altro incensano Nigel Farage, l'estremista britannico con quale il comico genovese ha stretto un patto d'acciaio. Come la mettiamo? Nel clima della forsennata restaurazione anti europea, le palesi contraddizioni di questo tipo sono l'anticamera del neo frontismo che si va delineando a Bruxelles e nel quale possono nascondersi insidie pericolose anche per le riforme sul piano interno.

 

PLURALISMO. Attenti al lupo, cantava Lucio Dalla. Nel panorama radio-televisivo il lupo in questione, con le fauci ben spalancate, è rappresentato dai gruppi di potere che come nella favola di Cappuccetto Rosso aspettano il momento propizio per azzannare il boccone rappresentato dalla RAI. Rispetto al racconto di Perrault non vi è però la certezza che dal bosco spunti il cacciatore in grado di sventare l'attacco al servizio pubblico senza il quale, pur con tutti i problemi incontrati dal bianco e nero alle odierne tecnologie super sofisticate, l'informazione potrebbe incontrare ostacoli di varia natura nel garantire il pluralismo delle opinioni a una molteplicità di interpreti e di contenuti da non prestarsi a una chiave di lettura univoca. Per definizione l'ente di Viale Mazzini ha un solo padrone, il pubblico che paga il canone, per cui vale il motto "riformare per non essere riformati".

   

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

   

          

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

La Garanzia giovani non

risponde alla lost generation

 

Le riforme strutturali del mercato del lavoro in Europa avranno conseguenze scomode come la riduzione dei livelli di occupazione. E la Youth Guarantee, al di là dei proclami, non stanzia le risorse adeguate.

 

di Massimiliano Tancioni

ricercatore di Politica economia all’Università La Sapienza di Roma

 

Le dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti delle istituzioni europee e dei governi nazionali mostrano consapevolezza del fatto che la crisi occupazionale nella periferia dell’Eurozona, con le sue implicazioni sociali e politiche, costituisce la sfida principale alla tenuta dell’intero progetto europeo. Sebbene ancora non si riesca a rinunciare all’ossimoro di convenzione “crescita nel rigore e rispetto dei vincoli”, il riconoscimento della severità della situazione occupazionale ha indotto la Commissione a intervenire sul mercato del lavoro. Misure significative al riguardo sono previste nella rinnovata European Employment Strategy, irrobustita con il lancio, nell’aprile del 2012, dell’Employment Package e – per il target più specifico delle coorti giovanili – con l’accoglimento, nell’aprile 2013, della Youth Guarantee, o Garanzia giovani in italiano… >>> Continua a leggere l’articolo sul sito www,eticaeconomia.it

  

        

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

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Parliamo di socialismo

 

Il Partigiano Colorni e

il Grande sogno europeo

 

La Fondazione Nenni è lieta di annunciare l'ultima fatica editoriale: "Il Partigiano Colorni e il Grande sogno europeo", di Antonio Tedesco, Prefazione di Giorgio Benvenuto, Editori Riuniti, 208 pag.

 

di Giuseppe Tamburrano

 

Cito dalla Prefazione di Giorgio Benvenuto: “Scorrono nelle pagine della biografia di Tedesco gli avvenimenti e i personaggi della vita di Colorni (gli studi universitari, l’amore per il focolare ebraico, i rapporti su di lui dell’OVRA, le pubblicazioni clandestine, Berlino, Ursula Hirschmann, Trieste, i viaggi a Parigi, Gentile, Croce, la morte della madre).

     Tutto è raccontato con un tono ed un linguaggio che convincono, anzi avvincono. Il lettore non assiste ad una rappresentazione.

    Non si sente estraneo. Partecipa. Diventa un patriota. Condivide le battaglie. Milita nella Resistenza che lotta per una nuova patria: l’Europa".

 

 

Eugenio Colorni

 

Ricordo che, durante il Confino a Ventotene, Eugenio Colorni fu, insieme ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, promotore del Manifesto di Ventotene.

    A Roma, durante la Resistenza, si impegnò con grande fervore alle diffusione delle idee federaliste e morì con il sogno degli "Stati Uniti d'Europa".

 

·        Per richiedere una copia del libro: scrivici o chiama al n. 068077486 - il costo del volume è di 19,90 + spese di spedizione.

 

·        Per informazioni sulle presentazioni o per proporre una presentazione nella tua libreria/biblioteca/città, scrivici o chiama al n. 068077486.

 

·        Richiedendo il libro sosterrai le attività della Fondazione Nenni

       

        

Dalla Fondazione Rosselli di Firenze

http://www.rosselli.org/

 

LA CORRUZIONE IN ITALIA

 

Lunedì 30 giugno 2014, ore 17.30

presso la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli

via degli Alfani 101r, Firenze

 

AlbertoVannucci

 

LA CORRUZIONE IN ITALIA

 

Seguirà dibattito

 

L'incontro è il primo del ciclo sulla democrazia che proseguirà nell'autunno 2014 presso i locali della Fondazione.

   

        

Da MondOperaio

http://www.mondoperaio.net/

 

Sinistra di governo

 

di Alberto Benzoni

 

Sinistra di governo: espressione diventata di gran voga nell’Italia degli ultimi decenni del secolo scorso e nei primi decenni del nostro, ma il cui valore politico-culturale appare ancora tutto da chiarire. Allo stato ne esistono due versioni: l’una ufficiale e alta, l’altra inespressa e, per così dire, “di pancia”.

    Per la prima, la sinistra non deve necessariamente avere dei ministri e dei sottosegretari. Ma comportarsi come se li avesse. Passando “dalla protesta alla proposta”. Si potrebbe osservare, a questo punto, che posta in questi termini siamo alla scoperta dell’ombrello. Perché, giustamente, e da tempo, relegate in soffitta l’attesa massimalista del crollo inevitabile del sistema e/o la preparazione dell’evento rivoluzionario, la sinistra italiana, né più né meno delle altre, è insieme protesta e proposta, di opposizione e di governo.

    E allora, se non è un semplice flatus vocis, chiedere una sinistra di governo ha a che fare non con le sue proposte ma con la qualità delle medesime. Si chiede insomma che queste siano insieme razionali e ragionevoli. Razionali, nel senso di offrire soluzioni corrette ai problemi del paese. Ragionevoli, nel senso di offrire soluzioni compatibili con gli equilibri esistenti e quindi accettabili da parte del sistema. E lo si chiede dando in qualche modo per scontato che il ragionevole faccia, al dunque, premio sul razionale: che insomma di “soluzioni corrette” ce ne possa essere soltanto una: quella dettata dai nostri vincoli internazionali e dalla salvaguardia del sistema Italia.
    Si potrebbe obiettare che in un contesto del genere sparisce la democrazia come possibilità di conflitto; e che magari scompare anche la sinistra. Obiezione fondata: ma fatalmente indebolita dal fatto che all’atto pratico non si vede all’orizzonte (e ahimè non solo in Italia) una sinistra in grado di offrire proposte alternative che obbediscano al criterio della razionalità anche se non necessariamente (almeno nell’immediato) della ragionevolezza. E allora, in attesa di futuri eventi, il discorso alto sulla sinistra di governo ha qui e oggi un puro valore di provocazione (nel senso più ampio del termine).
    Possiamo allora occuparci del discorso basso. Quello della politica come sangue e merda. E quello esemplificato dal teorema Catalano: “stare al governo è meglio che stare all’opposizione”. Agli occhi di un osservatore di oggi, una considerazione scontata. Ma le cose non sono così semplici. Non lo erano nei lunghi decenni successivi alla seconda guerra mondiale, quando il problema sarebbe stato considerato addirittura irrilevante. Non lo sono oggi, quando sarebbe apparso invece centrale, ma impossibile da risolvere in modo soddisfacente.

    Due universi di riferimento radicalmente diversi. Nel primo, caratterizzato da grandi speranze collettive e da risorse disponibili sempre crescenti, chi – come la sinistra – rappresentava il futuro percepiva come una risorsa, e non come una menomazione, stare all’opposizione del presente; collocazione che tra l’altro gli garantiva tutti i vantaggi connessi al processi di inclusione sociale senza dover darsi carico delle relative responsabilità.

    Nel secondo, tutto – dal dominio del “qui e oggi” alla dissoluzione del sistema politico e sociale – sembra spingere nella direzione del primato dell’esecutivo e quindi dell’affermazione indiscussa del teorema di Catalano. “Al governo si deve andare perché il governo è tutto”. Non è però la conclusione di un dibattito politico. E’ la constatazione di uno stato di fatto. E’ il punto di arrivo di una corsa in cui via via sono scomparsi i vecchi partecipanti collettivi per essere sostituiti da una persona sola il cui valore aggiunto sia nell’assenza di qualsiasi “laccio e lacciuolo” ereditato dal passato. Non siamo, insomma, felicemente arrivati alla “sinistra di governo” (quella, tra l’altro, non ha dato grandi prove di sé). Abbiamo invece felicemente scoperto Renzi al governo.

       

   

IL DIBATTITO A SINISTRA

 

Un campo aperto

per la sinistra

 

Iniziativa 21 giugno: nella sede romana della Fondazione Nenni si è svolto il 21 Giugno 2014 un incontro informale tra persone che, a titolo individuale o nella qualità di esponenti di Associazioni, Circoli, movimenti, esprimono realtà ed esperienze facenti parte della Sinistra Italiana, diverse, ma accomunate dalla preoccupazione per il progressivo degrado delle condizioni economiche e sociali del Paese e per lo stato della nostra democrazia, e dall’esigenza di operare perché dal vuoto di oggi possa emergere una Sinistra moderna e capace di un riformismo volto alla trasformazione della società più che alla sua ordinaria manutenzione. Di questa convenzione, che faceva seguito all’incontro di Bologna del 17 Maggio, presentiamo di seguito il documento preparatorio e quello finale.

 

Documento preparatorio dell’incontro del 21 giugno.

 

Crediamo inutile ripetere ragionamenti che, con diverse angolature, tutti stiamo facendo, per spiegare a noi stessi quanto siano preoccupanti lo stato e le prospettive del Paese. Non solo per quanto riguarda le regole di funzionamento della democrazia e la manomissione istituzionale già avviata, ma anche osservando il progressivo degradarsi di quelle basi sociali ed economiche, venendo meno le quali una democrazia degenera verso oligarchia o populismo, ed una società si divide sempre più nettamente tra chi prende e chi da, tra chi può e chi non può. Crediamo anche inutile spender troppe parole per spiegare quanto grande sia il bisogno che il Paese ha di una sinistra nuova, aperta e plurale; e come, per chi ritenga necessaria questa presenza, i partiti attuali – nessuno escluso – non possano più rappresentare un adeguato punto di riferimento. 

    Se nelle democrazie industriali la sinistra politica annaspa, in Italia, e più per errori propri che per altrui responsabilità, essa è ridotta ad un campo di macerie, sul quale sia anche stato sparso il sale: senza rivoltare profondamente il terreno, ben poco potrà ricrescervi sopra, anche perché oramai essa parla un linguaggio comprensibile, e non sempre, solo a se stessa.

    Quest’opera di dissodamento non può essere avviata dai partiti oggi esistenti: si rende necessario che la composita galassia dei “sans papiers” di una sinistra critica e non irreggimentata, fatta di associazioni, gruppi, circoli, realtà territoriali, tra cui si collocano quelle – i di cui siamo esponenti, nonché da individualità significativamente impegnate, inizi a farlo col cercare una via comune e nuova, dandosi una consistenza culturale, politica, operativa che vada oltre le capacità ed i meriti dei singoli, che devono diventare patrimonio comune e non individuale o di piccoli gruppi sovente litigiosi.

    Non è pensabile che un tale patrimonio di idee, tradizioni, esperienze, vada disperso in inutili rivoli, in personalismi, in disquisizioni sul sesso degli angeli e miranti a stabilire il tasso di socialismo, di liberalismo, di comunismo, di questo o di quell’altro dei nostri antenati (i quali probabilmente si sarebbero profondamente annoiati e disinteressati a tali esegesi), in un’attività che, grazie all’avvento dei computer, trova il modo di svolgersi solo sui loro schermi, ma che, in assenza di tali strumenti, sarebbe pressoché nulla.

    Esistono, ben più vivaci della sinistra organizzata politicamente, al di fuori di questa, e da questa trascurate, capacità culturali, intellettuali, amministrative, di proposta e di organizzazione, di lavoro politico e nella società, nei campi del diritto, dell’economia, della tutela dei diritti, della comunicazione, insieme alle quali si può ripartire, a condizione che queste vedano in atto percorsi che, in termini di volontà di ripensamento e di aggregazione, siano credibili nell’evitare gli errori e le incomprensioni del passato.

    Ricominciare non implica affatto l’abbandono di tradizioni, storie, esperienze, riferimenti culturali e politici che nella storia della sinistra si sono sviluppati attraverso percorsi non di rado in conflitto tra di loro. Implica però, necessariamente:

    L’attitudine ad una visione critica e relativistica degli stessi come premessa per comprendere le ragioni di un arretramento comune a tutti e per aggiornare e valorizzare quelle esperienze; e, in definitiva, per definire una comune base di partenza da cui muovere.

    La rinunzia a visioni escatologiche ed alle conseguenti “reductiones ad unum” che la storia del secolo scorso ha sconfitto, per riappropriarsi invece del termine di “riformismo”, abbandonato a chi lo ha interpretato in termini di pura manutenzione ordinaria della società, ridandovi il significato di metodo finalizzato alla trasformazione della società e dell’economia che questo termine ha avuto sino a qualche decennio fa.

    Metodi di lavoro culturale e politico atti a superare le vecchie abitudini e le ricorrenti tentazioni al considerarsi depositari del vero, che si concludono in velleitarismi che cercano inutilmente di nascondere frustrazioni soggettive e debolezze oggettive.

    Nella consapevolezza che una sinistra “nuova” non possa oggi realizzarsi attraverso un micropartito, né col perorare l’entrismo nei partiti esistenti, provare a costituire un terreno comune ed una base di partenza a partire dalla quale sia possibile avviare elaborazioni, proposte, confronti, iniziative. E quindi: definire una base concettuale; selezionare le priorità di campagne ed iniziative comuni; avviare laboratori di progettualità politica a livello territoriale.

    Avvertendo da un lato le difficoltà dell’oggi, e dall’altro la necessità ed il dovere di avviare una prima esplorazione e verifica in tal senso, abbiamo convenuto di incontrarci a Roma. Incontro che può avere un senso ove questo:

    Sia concepito e nasca senza primogeniture, come la comune autoconvocazione di gruppi e persone che condividono la necessità di superare frammentazioni e di collegare strategie ed iniziative.

    Non sia concepito come sovrapposizione, contrapposizione,  sconfessione nei confronti di iniziative già in essere o in fase di avviamento.

    Vi si verifichi, tutti insieme, la sussistenza o meno di una comune volontà di confrontare e collegare esperienze, capacità, volontà, linee di indirizzo; e, nel caso, e per chi sia disponibile, le condizioni minime per procedere e le prime iniziative da avviare.

 

 

Felice C. Besostri

 

La designazione parlamentare di due membri della Consulta, in corso in questi giorni, acquista significato non solo simbolico: a tal proposito è significativo che la candidatura dell’Avv. Felice Carlo Besostri, che invitiamo a sostenere in ogni sede, abbia ottenuto nelle prime votazioni un buon numero di voti.

 

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Documento finale

 

La quasi totalità dei partecipanti all’incontro ha fatto propri i concetti espressi nel testo qui sopra riportato, con il quale l’iniziativa è stata proposta ed avviata.

    Di conseguenza, i sottoscrittori di questo comunicato hanno convenuto sulla necessità di avviare un percorso comune senza che ciò comporti il predefinire forme e strutture organizzative e partecipative. E quindi, ferme restando le esistenti forme associative nelle loro individualità, caratteri culturali e politici, autonomie, hanno stabilito di costituirsi come un gruppo di liberi cittadini, denominato “iniziativa 21 giugno – un campo aperto per la sinistra”, aperto a tutti coloro che, individualmente, o a nome di Fondazioni, Associazioni, Circoli, soggetti politici, riviste, condividano quella preoccupazione e quell’esigenza, e ritengano di doversi impegnare in tal senso.

    In tal senso, ed in vista di ulteriori e più larghi confronti e della necessaria articolazione delle comuni iniziative da avviare, si è convenuto sul fatto che compito prioritario ed ineludibile di una forza di sinistra sia quello della tutela e dello sviluppo della democrazia; a maggior ragione in un ciclo culturale e politico nel quale vengono stravolte le premesse giuridico-istituzionali della rappresentatività, della tutela delle minoranze, e del principio dei “checks and balances”.

    Si osserva però come la degenerazione della nostra democrazia non si manifesti unicamente nella manomissione di quelle regole ed Istituzioni che ne consentono il funzionamento.

    Da oltre due decenni si sono isterilite e sono state messe in discussione quelle forme partecipative e di democrazia diffusa, che richiedono la presenza, la vitalità, e l’apertura di corpi intermedi quali partiti, sindacati, associazioni; sono state contratte le possibilità di partecipazione dei cittadini alle scelte riguardanti le comunità locali; è venuto meno il concetto che diritti individuali, civili, sociali, seppur configurantisi in ambiti e realtà diverse, costituiscano un corpus inscindibile che solo in una concezione democratica, laica e sociale dello stato può essere tutelato e promosso.

    Infine, ma non per ultimo, il ventennio appena trascorso ha visto la progressiva erosione di quelle basi economiche senza le quali la democrazia rischia comunque di restare pura affermazione di principii, infragilite a seguito di dilazioni e scelte coscienti, e non solo a causa di una crisi finanziaria che, dopo aver colpito le economie di tutto il mondo, vede l’Italia tra i Paesi ancora in fase di stagnazione. Mancato sviluppo, disoccupazione, malaoccupazione, insicurezza e scarsa mobilità sociale, eccessive disparità nella distribuzione della ricchezza, iniquità fiscale, hanno peggiorato le condizioni di vita della maggior parte degli italiani, chiudendo e non aprendo la società, disconoscendo meriti e capacità, vanificando la pienezza dei diritti dei cittadini, pur sanciti in Costituzione.

    La struttura ed il funzionamento dell’economia devono quindi esser tali da non render la democrazia un esercizio inutile o privo di effetti: ciò riguarda il peso e l’effetto delle scelte economiche private e pubbliche, che spetta alla politica di indirizzare verso l’utilità comune. Ma non si vedono all’orizzonte politiche capaci di operare in tal senso e ribaltare la situazione.

    Ciò premesso, ed in relazione a quanto sopra, quali prime iniziative da condurre immediatamente, si è convenuto di:

    Dover combattere in ogni modo ed in ogni ambito la manomissione istituzionale rappresentata dal progetto di legge elettorale Berlusconi-Renzi e dalla prevista riforma del Senato: controriforme gravissime in sé nella distruzione della rappresentanza democratica dei cittadini, e gravissime nella loro conseguenza immediata di far venir meno il sistema dei pesi e contrappesi, omologando gli Organi di garanzia all’Esecutivo. A tal fine, avvertendo come la menomazione dei diritti civili dei cittadini comporti, non molto alla lunga, anche la compressione dei diritti individuali e sociali, verranno avviate e condotte tutte le iniziative sviluppabili in ambito politico e nei confronti della pubblica opinione e della società civile; e si esprime sostegno a quelle avviate in ambito giudiziario e rivolte a veder ripristinare i principii costituzionali violati da leggi ordinarie, come già è avvenuto per il “Porcellum”, per la legge 40, per la legge sulle tossicodipendenze.

    La designazione parlamentare di due membri della Consulta, in corso in questi giorni, acquista significato non solo simbolico: a tal proposito, si è ritenuto significativo il fatto che la candidatura dell’Avv. Felice Carlo Besostri, che si invita a sostenere in ogni sede, abbia ottenuto nelle prime votazioni un buon numero di voti. Al riguardo, si fa proprio il comunicato qui avanti allegato.

    Sempre in questa logica, si è convenuto di sostenere i quesiti referendari miranti alla modifica della Legge n° 243 del 2012 (Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di Bilancio ai sensi dell’Art.81, comma VI, della Costituzione), e di esser presenti nei relativi costituendi Comitati Promotori.

    I firmatari di questo comunicato hanno poi convenuto sulla necessità di allargare e dare concretezza ad “iniziativa 21 giugno”, avviando laboratori politici territoriali nei quali si ritrovino tutte le esperienze e le realtà qui presenti, ed altre che dovessero aggiungervisi, concretamente finalizzati all’indagine ed alla definizione di proposte e politiche territoriali, coinvolgendo e confrontandosi con altre realtà associative e politiche, ed avviando capacità di collegamento, iniziativa, impegno, e presenza politica saldamente connesse alle esigenze più acutamente sentite dai cittadini.

    E’ stato infine stabilito di dotarsi di uno strumento di comunicazione interna ed esterna via web, quale l’avvio di un gruppo di Facebook, moderato da un amministratore.

 

Enrico Antonioni (Network per il Socialismo Europeo), Luciano Belli-Paci (Circolo Rosselli – Milano), Alberto Benzoni (Iniziativa Socialista), Felice C. Besostri (Iniziativa Socialista-Rete Socialista SE), Roberto Biscardini (Iniziativa Socialista), Daniele Bonifati, Andrea Cabassi (Alleanza Lib-Lab), Marco Calabrese, Gim Cassano (Presidente di Alleanza Lib-Lab), Andrea Costa, Critica Liberale, Elena Hileg Iannuzzi (Circolo La Riforma –MI), Associazione “Il Socialista”, Marco Lang (Network per il Socialismo Europeo), Franco Lotito (Laboratorio Politico per la Sinistra), Claudio Melchiorre, Silvano Mulas (Sinistra d’Azione), Giancarlo Nobile (Comitato Piero Gobetti – Napoli), Antonio Panaccione (Azione Socialista per la Costituente), Saro Pettinato (Alleanza Lib-Lab), Silvana Prosperi, Fabio Quadrana, Giovanni Rebechi (Rete Socialista), Cesare Salvi (Socialismo 2000), Francesco Somaini (Presidente Circolo Rosselli – Milano), Spazio lib-lab, Stefano Sylos Labini, Lanfranco Turci (Coordinatore del Network per il Socialismo Europeo), Geppino Vetrano, Giovanni Vetritto, Vincenzo Vita, Olimpia Volpe (Comitato Piero Gobetti – Napoli), Paolo Zinna. Inoltre Marco Capodaglio (per Repubblica e Progresso), Maurizio Caserta (per Officine Siciliane), Angelo Giubileo (per Associazione Guido Calogero – Salerno), dichiarano il loro interesse e disponibilità per comuni iniziative ed attività a carattere territoriale.

 

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ALLEGATO

 

Riforme elettorali ed istituzionali

ed elezione membri Corte Costituzionale

 

In Italia, la stabilità e l’efficienza del sistema politico sono state ricercate attraverso il mito di una governabilità assicurata formalmente dalle leggi elettorali, quasi che le maggioranze artificiali derivanti da abnormi premi in seggi o dalla elezione diretta dei vertici esecutivi degli Enti Territoriali o delle Regioni potessero sostituire l’omogeneità politica e la coerenza programmatica delle coalizioni, e potessero ovviare alla progressiva scomparsa dei partiti politici intesi come soggetti in grado di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, libere associazioni di cittadini e non oligarchie di politici di professione o appendici di un capo, padre e padrone del suo partito.

    Malgrado l’obiettivo fallimento delle artificiali scorciatoie maggioritarie nel 2006, nel 2008, e nel 2013, si prosegue l’errore con progetti di riforma elettorale che non tengono conto dei chiari principii affermati nella “storica” sentenza n°1/2014, con la quale la Corte Costituzionale ha annullato le parti più importanti della legge n°270/2005 (il famigerato Porcellum); cioè il premio di maggioranza e le liste bloccate. L’approvazione dell’Italikum in tempi stretti viene spacciata come “democrazia dell’investitura”, che darebbe una forma più moderna ed adatta ai tempi della democrazia rappresentativa, quando la risposta più consona alla crescente disaffezione della popolazione verso il processo democratico è, invece, l’estensione di forme di democrazia partecipativa e diretta, da innestare nella struttura rappresentativa.

    L’invadenza dell’esecutivo nel processo di revisione costituzionale, del tutto inusuale in una forma di governo parlamentare, è preoccupante; tanto più quando si combina con un Parlamento di nominati, cui si vuole togliere il divieto di mandato imperativo sancito dall’Art. 67 Cost., e che sarà ancora composto da designati di partito in assenza di una compiuta ed organica legge sui partiti politici, come in Germania, Francia, Spagna, e come richiesto dal combinato disposto degli Artt.2, 39 comma3, e 49 della Costituzione.

    La consapevolezza della forzatura costituzionale della legge elettorale all’esame del Senato comporta di modificare gli equilibri della Corte Costituzionale approfittando della scadenza di mandato di 4 giudici: 2 di nomina parlamentare, e 2 di nomina presidenziale, con una procedura assolutamente non trasparente, in assenza di proposte di candidatura.

    Se è comprensibile che i partiti che stanno trattando l’accordo istituzionale ed elettorale, ed anche i nomi dei futuri giudici funzionali agli accordi, votino scheda bianca o non partecipino alle votazioni con la maggioranza qualificata dei 2/3, non è giustificabile l’inerzia o l’indifferenza di chi è estraneo o addirittura contrario agli accordi, a meno che non voglia comunicare una futura disponibilità.

    Per iniziativa di un gruppo politico è stata formulata una rosa di candidati tra i quali è possibile individuare un candidato di bandiera, sul quale far convergere i voti, a far tempo dalla prossima votazione. Anche come segnale e monito che non vi è unanimità sulle riforme elettorali ed istituzionali volute dal Governo, a cominciare da quella del Senato, se non per la sottrazione del voto di fiducia.

    Tra di loro, si segnala, per il carattere simbolico della scelta, quella dell’ Avvocato Felice Besostri, difensore della legalità costituzionale delle leggi elettorali, avendo contribuito, con l’ Avvocato Bozzi, a portare davanti alla Corte Costituzionale prima il Porcellum, e successivamente, con propria iniziativa, la legge elettorale lombarda e, di recente, la legge elettorale italiana per l’elezione dei Parlamentari europei spettanti all’Italia.

     

            

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Lettera da Stoccarda

 

L’abbraccio dell’altra Germania ai

superstiti di Sant’Anna di Stazzema

 

Commovente cerimonia al Theaterhaus di Stoccarda

 

di Alessandro Eugeni

 

Il Theaterhaus gremito da più di mille persone che cantano Bella ciao. Siamo a Stoccarda nella Siemenstrasse 11, per il Friedensgala, il Gala per la Pace, al termine della serata indimenticabile della domenica del 10 novembre 2013.

    Stuttgart è capitale del Baden-Wurttemberg e patria dell’automobile. Il Primo Sindaco, l’Oberbürgermeister, Fritz Kuhn, è stato eletto nel 2012 per i Grünen, il partito dei Verdi: è la prima volta che accade in una grande città tedesca.

    Sul palco del vasto e moderno teatro, Ebbe Kögel, dei Die AnStifter, “i Provocatori” e Heidemarie Roth del Stiftung Stuttgarter Friedenspreis Giuliana Sgrena – la giornalista de Il Manifesto sequestrata nel 2005 da un commando a Baghdad – ha hanno appena consegnato il Premio per la Pace ai superstiti di Sant’Anna, Enrico Pieri ed Enio Mancini, quest’ultimo assente per motivi di salute e rappresentato da Maren Westermann, fondatrice dell’Associazione italo-tedesca Amici per l’Organo della Pace di Sant’Anna di Stazzema. Una lunga ma intensa serata che si è aperta con l’applauso ai quaranta cittadini venuti da Sant’Anna con un pullman, e le introduzioni del Bürgermeister, il Sindaco Werner Wölfle, anche lui del Partito dei Grünen, e dell’Ambasciatore italiano a Berlino Elio Menzione che ha portato i saluti di Giorgio Napolitano.

    Entrambi entrano subito nel vivo della questione. Il primo ricorda che “un Tribunale italiano (n.d.r.: Tribunale Militare di La Spezia) ha condannato all’ergastolo alcuni colpevoli ed al pagamento di ingenti risarcimenti. Eppure nessuno di loro ha cominciato a scontare la pena e questo deve essere stato per le vittime un pugno in piena faccia, non solo perché la Repubblica Federale Tedesca non può estradarli in Italia, ma anche perché la richiesta delle autorità italiane di eseguire la sentenza in Germania, tramite rogatoria, è rimasta fino ad oggi impigliata nelle maglie dell’autorità giudiziaria tedesca”. Per tale motivo, sottolinea dopo di lui l’Ambasciatore italiano, “è molto significativo che il Premio per la Pace sia stato dato a Sant’Anna, perché testimonia che esiste un’altra forma di giustizia, maggiore di quella tecnica dai tribunali”.

    Ricordo che proprio a Stoccarda è stata formulata, il primo ottobre 2012, la sentenza di archiviazione, per insufficienza di prove documentali, delle indagini sulle otto ex SS ancora in vita che parteciparono alla strage di Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto 1944. Sentenza ribadita dal “no” definitivo alla riapertura delle indagini, arrivato il 21 maggio 2013, dopo il ricorso presentato da Enrico Pieri.

    È dall’esito di tali eventi che parte l’idea di organizzare il Premio per la Pace, da parte degli AnStifter con la collaborazione delle ACLI del Baden-Württemberg. Die AnStifter, “i Provocatori”, è un’associazione culturale di Stoccarda coordinata da Fritz Mielert, Geschäftsführer, e impegnata nel “Bürgerprojeckte gegen das Vergessen”, “Il Progetto dei cittadini contro l’oblìo”, il cui motto è “Eigensinn und Zivilcourage”, “Tenacia più Coraggio Civile”.

    Presenti alla serata anche il Sindaco di Stazzema, Michele Silicani, il suo vice, Maurizio Verona e Carlo Carli che tra il 2003 e il 2006 fece parte, con i Democratici di Sinistra, della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi ai crimini nazifascisti. Sul palco, nelle oltre due ore della celebrazione, si avvicendano tanti volti: tra i sopravvissuti al massacro, sono in sette a raccontare in diretta la loro testimonianza, poi tradotta in tedesco, nel silenzio concentrato, rispettoso e commosso dell’affollata platea. Particolarmente toccante la storia di Mario Marsili, appena sei anni all’epoca del fatto: “La stalla era già piena di morti. Mia madre Genny mi aveva messo a cavalcioni su una pietra che spuntava dalla parete, dietro la porta di legno, raccomandandomi di non muovermi per nessun motivo. Entrò un tedesco: la mamma già ferita di striscio alla fronte, stava al centro della stalla e, per paura che il soldato si accorgesse di me, scagliò il suo zoccolo contro di lui. La reazione fu immediata e bestiale: a soli ventotto anni, lei cadde a terra uccisa da una mitragliata. Poi venne il fuoco. La stalla bruciava, però c’ero ancora io, nello stesso tempo sentivo un calore fortissimo, tant’è vero che rimasi bruciato alla schiena, al collo e al braccio. Sono rimasto otto ore nella stalla, sentirono i miei gemiti, ero tutto nero, si vedevano anche i polmoni. Mi portarono in ospedale per fare le prime cure e i medici dissero che non c’era più niente da fare. Mi prese una mia zia, sorella di mia madre e mi portarono dalle suore. Un anno e mezzo di cure. Porto sempre nel petto la medaglia d’oro conferita a mia madre. Non scorderò ed ho sempre un nodo alla gola tutte le volte che racconto la mia storia”.

    Enrico Pieri – che perse tutta la famiglia nell’eccidio, genitori, fratelli, zii, zie e cugini – per l’emozione riesce a pronunciare poche parole, nonostante sia al suo fianco il figlio Massimo che traduce in tedesco il suo Ringraziamento:Non mi aspettavo tante persone e neanche questa straordinaria accoglienza, che mi mettono in difficoltà. Dire tutto non è facile... Se non c’è un processo è la Storia che condannerà i colpevoli”.

    Breve ma illuminante l’intervento di Peter Kammerer, docente di Sociologia presso l’Università di Urbino, il quale si chiede se esista o no un’altra Germania, una Germania buona contrapposta a quella cattiva. Se essa c’è, è ancora in costruzione, un lavoro che si realizza insieme all’Italia: «C’è anche quest’altra Germania. Se io sono qui, è perché c’è dietro un lavoro di tanti anni in comune tra tedeschi e italiani, qui a Stoccarda, per iniziative sia politiche che religiose. Mi ricordo una grande festa organizzata nel 1974 dai lavoratori italiani a Killesberg dove io ero “ospite dei lavoratori ospiti”, “zu Gast bei Gastarbeitern”. Stoccarda era, ed è, ricca di iniziative di questo genere. L’evento di oggi si inserisce in questa lunga tradizione: l’Italia rappresenta un particolare “Prüfstein”, una pietra di paragone che permette di sviluppare la conoscenza della stessa Germania. Attraverso l’Italia, noi impariamo a conoscere la Germania, impariamo a vedere la Germania con altri occhi. ... La mia generazione, dopo la seconda guerra mondiale, ha più volte creduto al motto:“Nie wieder Krieg!”(“Mai più guerra!”), “Nie wieder organisierte Unmenschlichkeit!” (“Mai più crudeltà organizzata!”). Noi abbiamo perso questa battaglia. I massacri continuano, dall’Afghanistan fino a Lampedusa. Qualche volta, in nome della Pace .... È commovente ora vedere qui sul palco le persone di Sant’Anna di Stazzema. Loro rappresentano la modesta Italia, l’umile Italia, l’Italia che Pasolini ha sempre descritto”.

    Nell’Elogio conclusivo, Giuliana Sgrena – la giornalista de Il Manifesto sequestrata nel 2005 da un commando a Baghdad – spiega di aver accettato questo compito perché vive “in modo molto pressante, quasi ossessivo, il tema della Memoria” e perché teme “l’oblio, l’indifferenza, i luoghi comuni e il revisionismo storico che tende a dire che le colpe sono di tutti e tutti sono uguali”. Gli interventi sono intervallati da momenti musicali, come quello del gruppo italo-tedesco di Etta Scollo e Susanne Paul che, verso la fine della manifestazione, recuperano con una interpretazione toccante una delle più poetiche canzoni di Francesco Guccini, “Il vecchio e il bambino”.

    Ora il Theatherhaus si sta lentamente svuotando e molti vanno verso la Cena finale in programma. Rimangono i musicisti che smontano dal palco i loro strumenti e io assisto all’intervista del giovane giornalista Tiziano Baldi Galleni de Il Tirreno all’avvocatessa Gabriele Heinecke di Amburgo, legale di Enrico Pieri. Per la traduzione c’è Christiane Kohl, giornalista e scrittrice. Ne riprendo i concetti essenziali: “L’ultima possibilità che rimane in Germania se la Corte d’Appello di Karlsruhe respingesse il secondo ricorso – sostiene con fermezza la Heinecke – è quella della Corte Costituzionale. Poi c’è la Corte Europea”. E alla domanda: “Che cosa l’ha spinta in questa missione?”, lei risponde: “Sono un’antifascista e credo che senza combattere per la verità non ci sia un futuro. Non voglio vivere in un Paese dove ci sono soldati che hanno ucciso delle persone e non si sono resi conto di quello che hanno fatto”.

    Ritorno da dove ho iniziato: nel lungo applauso che accompagna la conclusione della serata sulle note di Bella Ciao, tutto il pubblico è in piedi e la grande emozione coinvolge anche me. Io, che fino a quel momento mi ero sentito come un AnStifter,un Provocatore”, con il mio fazzoletto tricolore dell’ANPI intorno al collo, vengo abbracciato dai miei vicini di poltrona. Dalla seconda fila mi volgo indietro: alle mie spalle e tutt’intorno c’è l’altra Germania che piange.

        

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897

Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo

 

Direttore: Andrea Ermano

Amministratore: Sandro Simonitto

Web: Maurizio Montana

 

L'editrice de L'Avvenire dei lavoratori si regge sull'autofinanziamento. E' parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che dal 18 marzo 1905 opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista".

    L'ADL è un'editrice di emigranti fondata nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera.

    Nato come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte durante la Prima guerra mondiale al movimento pacifista di Zimmerwald; ha ospitato l'Avanti! clandestino (in co-edizione) durante il ventennio fascista; ha garantito durante la Seconda guerra mondiale la stampa e la distribuzione, spesso rischiosa, dei materiali elaborati dal Centro estero socialista di Zurigo.

    Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha condotto una lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana, di chiunque, ovunque.

    Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo nella salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.

        

 

Allegato Rimosso
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