[Diritti] Anarres. InformAzione, approfondimenti, appuntamenti



Anarres. InformAzione, approfondimenti, appuntamenti

Anarres ha cambiato orario di trasmissione.
Lo sbarco settimanale sul nostro pianeta è anticipato alla mattina, dalle 10,45 alle 11,45.

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Appuntamenti

Martedì 12 novembre assemblea No Tav a Torino in corso Peschiera 368
Interverranno: Alberto Perino, Maria Matteo, Claudio Novaro, Tobia Imperato, Mario Frisetti. Qui il manifesto

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Sabato 16 novembre manifestazione No Tav a Susa
Appuntamento ore 13 in piazza d’armi – stazione ferroviaria


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Martedì 19 novembre ore 9 aula 54 processo ad 11 anarchici per vilipendio alla bandiera e alle forze armate.

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Venerdì 22 novembre. Il gioco dell’economia. Chi vince e chi perde al di là della retorica sulla crisi
Il termine crisi è stato tanto usato da apparire logoro. Un mero rumore di sottofondo che accompagna qualsiasi discorso politico. Un rumore che si manifesta ogni volta che il governo attua tagli ai servizi e alle assunzioni, aiuti alle aziende, aumenti delle imposte.
È il rumore che ha accompagnato tutti i discorsi sulla flessibilità pretesa ed imposta ai lavoratori, la riduzione delle tutele, il taglio delle pensioni, la precarietà permanente, la disoccupazione cronica, la retorica dei giovani e la retorica dei vecchi, tutte orientate a ingannare gli uni e gli altri, facendoli sentire in colpa tutti.
Peccato che negli anni della “crisi”, tra il 2008 ed oggi i super ricchi, i Paperoni, sono cresciuti.
L’economia è un gioco a somma zero: se qualcuno perde, qualcun altro guadagna. In questi anni vissuti male, con la fatica di arrivare a fine mese, giocata sul risparmio su tutto, compreso l’essenziale, qualcuno, già ricco, lo è diventato di più.
Capirne di più, per smontare il discorso della crisi, è sempre più importante.
Ne parliamo venerdì 25 ottobre alle ore 21 in corso Palermo 46.
Interverrà Francesco Carlizza.


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InformAzione

Crepe al Palagiustizia. Caselli se ne va
I processi contro i No Tav hanno una corsia privilegiata rispetto agli altri. Quello per lo sgombero della Maddalena e l’assedio del 3 luglio continua in aula bunker con l’esibizione dei poliziotti di servizio in quelle giornate. La tesi è sempre la stessa: attacco paramilitare, gruppi organizzati, violenza. I violenti pestaggi dei manifestanti arrestati, documentati da un video, i lacrimogeni che, oltre a intossicare, hanno ferito chi ha avuto la ventura di intercettarne le curiose parabole, spariscono dalle pittoriche descrizioni di un vice commissario dalla carriera in declino come quella di Massimo D’Alema, il suo referente politico di sempre.
Il lavoro della Procura è incessante su ogni fronte: in questi giorni sono arrivati avvisi di garanzia a No Tav accusati di aver spostato dei jersey che impedivano il passaggio dei manifestanti nel 2011.
Piccole crepe si stanno aprendo anche nel fronte della magistratura.
Le dimissioni da Magistratura Democratica di Giancarlo Caselli, il Procuratore capo di Torino, per ben due volte confermato nell’incarico nonostante il raggiunto limite di età, sono il segnale di un malessere che ha oltrepassato i confini della società civile per investire la stessa magistratura.
Casus belli la pubblicazione sull’Agenda 2014 dell’associazione di un articolo di Erri De Luca titolato “Notizie su Euridice”. De Luca in questo pezzo, più poetico che politico, racconta gli anni Settanta dalla parte dei perdenti, di quelli che si ritrovarono sui banchi degli imputati, quando la pubblica accusa era in mano a magistrati democratici e di sinistra come Giancarlo Caselli.
Intollerabile per il Procuratore della Repubblica, nonostante Magistratura Democratica abbia pubblicato il pezzo di De Luca con una nota introduttiva, in cui prende le distanze dalla “violenza” in ogni sua forma. Ma ben più intollerabile e, forse, all’origine vera delle dimissioni dall’associazione che aveva contribuito a fondare, è la notizia, per ora non esplosa sui media che proprio Magistratura Democratica promuoverà un convegno sulla giustizia e i processi No Tav che si svolgerà all’interno del Palagiustizia di Torino. Uno schiaffo a mano aperta al Procuratore che più si stava spendendo per ottenere condanne contro il movimento di resistenza alla Torino Lyon.
Tanto intollerabile che l’11 novembre Caselli ha annunciato le proprie dimissioni da Procuratore: dal 28 dicembre andrà in pensione con cinque mesi di anticipo sulla scadenza dell’incarico, fissata al 9 maggio.

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Congo. Il grande gioco tra kalashnikov e miseria
Le guerre, qui, sono legate a nomi misteriosi, alla tavola di Mendeleev: il tantalio per esempio, un metallo che resiste alla corrosione. Lo scavano qui in queste foreste uomini disperati, con la vanga, le mani, impastati di sudore. Tante piccole mani stanno distruggendo la grande foresta. E la cassiterite? Chi l’ha mai sentita nominare? Serve per leghe speciali e per saldare: anche questa si nasconde in questa terra nera come il sangue raggrumato. Come il coltan, l’oro, il tungsteno.”
Così scriveva Domenico Quirico in un articolo pubblicato mercoledì scorso sul quotidiano “La Stampa”.
La notizia era la ritirata dell’ultimo dei movimenti guerriglieri che si contendono il controllo delle miniere o, almeno, delle vie di comunicazione.
Un’enorme ricchezza che è diventata una sorta di dannazione, dove gli attori sul campo sono solo le marionette tragiche delle grandi potenze che da decenni si contendono il controllo di quella che un tempo era la più feroce occupazione coloniale europea. I belgi di re Leopoldo rivaleggiarono e vinsero la battaglia contro i colonialisti francesi, inglesi, italiani, tedeschi.
Un grande gioco di potenza i cui effetti collaterali sono violenza e miseria estreme.
Una storia ed un presente che negli ultimi vent’anni ha assunto il sapore di una guerra mondiale africana.
Continua…

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Grecia. La casa nel mirino delle banche
L’ultima notizia dalla Grecia è lo sgombero della TV statale, chiusa di imperio dal governo in una notte e subito occupata dai lavoratori, che hanno continuato a farla vivere per 150 giorni, raccontando i movimenti e le lotte. Un’esperienza che il governo Samaras non poteva più tollerare: ieri mattina la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato gli uffici occupati.
Un ulteriore tassello della lotta dello Stato greco contro l’informazione dal basso e le esperienze di autogestione, capaci di eludere la propaganda di regime e insieme essere strumenti per la solidarietà e il mutuo appoggio.
Sul fronte delle lotte sociali l’ultimo sciopero generale del pubblico impiego, complici le violente piogge che hanno frustato le principali città greche, non ha avuto una partecipazione adeguata allo scontro in atto. Probabilmente, dopo 35 scioperi generali, la gente stremata dal duro prezzo imposto dal governo e dalla trojka.
In questi giorni si sta profilando un nuovo orizzonte di lotta, quello della casa.
In Grecia moltissimi sono prorietari della casa dove abitano. La crisi ha reso difficile pagare i mutui o le ipoteche accese per far fronte alla difficoltà quotidiane. Ipoteche concentrate nelle mani di poche banche che ne hanno fatto incetta a scopo speculativo.
Sinora la bomba sociale innescata da questa situazione non è scoppiata perché i governi avevano imposto una moratoria di sgomberi e sfratti, tuttavia oggi la trojka pretende di attaccare l’ultimo baluardo tra povertà e miseria, chiedendo che i debiti vengano pagati.
Se ciò avvenisse le case immediatamente espropriabili sarebbero oltre 100.000. Calcolando in maniera ipotetica che solo la metà siano realmente abitate, le conseguenze sarebbero devastanti.
Non meno di centocinquantamila persone si troverebbero in strada. Non solo. Gran parte di queste case verrebbero acquistate ad un prezzo inferiore al loro valore. Gli sfrattati sarebbero ancora in debito con le banche. Un debito inesigibile.
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Lo spettacolo della politica tra realtà e reality
La politica istituzionale mette in scena lo spettacolo della propria decomposizione senza alcun pudore di facciata. Lo scontro nel PDL tra il partito del governo e quello del cavaliere, le iscrizioni gonfiate al PD per l’elezione dei responsabili di sezione in vista della scelta tra l’uomo mediatico e quello invisibile, tra Renzi e Cuperlo, il reiterato scontro sulle regole tra i pentastellati ci offrono una scena tragicomica, dove la farsa tiene banco con la serietà di una storia autentica. In un’epoca dove la realtà misura i propri successi mimando il reality, nulla ci dovrebbe stupire e infatti nulla più stupisce.
Sin qui è la fiera dell’ovvio. Meno ovvia la paralisi dell’indignazione, la stanchezza della reazione, che si misura più nella diserzione dalle urne che sul terreno dello scontro sociale, uno scontro che appare tanto inevitabile quanto remoto, in un’infelice ossimoro delle cose, che schiaccia le aspettative e rende monca l’analisi.
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No Tav. Assedio all’hotel Napoleon
Susa. Circa 150 No Tav hanno dato vita ad una manifestazione a sorpresa davanti all’hotel Napoleon, che ormai da anni ospita le truppe di occupazione di stanza a Chiomonte. Per due ore e mezza, tra slogan e canti partigiani, gli attivisti hanno aperto uno striscione con la scritta “via le truppe di occupazione” di fronte all’ingresso principale dell’albergo.
Sul retro si è attestato un altro gruppone. I carabinieri, comandati dal capitano Pieroni, che ha sostituito da qualche mese Mazzanti sulla piazza di Susa, hanno atteso inutilmente i rinforzi. Il gran dispiegamento di forze per la partita Juventus Real Madrid ha evidentemente reso più difficili gli spostamenti di truppe.
Così il cambio turno al cantiere fortino è saltato. Un granello di sabbia nell’ingranaggio della macchina dell’occupazione militare.
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CIE di Gradisca. Chiuso dopo la rivolta
L’ultima rivolta che ha scosso il CIE di Gradisca ha portato a termine la distruzione cominciata in agosto, quando la struttura isontina era stata attraversata da rivolte, fughe e incendi.
Di oggi la notizia che il centro è stato completamente svuotato.
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Spesa di guerra e baby pensionati con il mitra
Caccia, blindati, elicotteri, fregate: la spesa di guerra aumenterà in modo netto rispetto allo scorso anno. Grazie ad un trucco: i costi non ricadono sulla Difesa, ma sullo Sviluppo economico.
I fondi per l’acquisto di armamenti saranno 5,5 miliardi di euro, grazie al contributo del ministero dello Sviluppo Economico che mette a disposizione 2.182 milioni per comprare sistemi militari.
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Il business dell’educazione vaticana
Non si è ancora spenta l’eco dell’aspra polemica che ha scosso il consiglio comunale torinese sulla vicenda dei “corsi sull’omosessualità” basati sulla concezione cattolica. Questi corsi, ormai cancellati, erano promossi dall’istituto privato Faa di Bruno, una delle tante scuole che a Torino ricevono lauti finanziamenti dal Comune.
Al di là di questa vicenda in cui entrano in collisione la libertà di espressione e la tutela della libertà di tutti e di tutte di esprimere il proprio orientamento sessuale, la questione vera è il finanziamento pubblico di scuole confessionali in funziona suppletiva degli istituti pubblici, decimati da tagli di spesa e di personale ormai da moltissimi anni. Il vecchio motto “chi crede in dio, se lo preghi e se lo paghi” non ha effetto sulle scelte di una classe politica, che dopo la diaspora democristiana, gioca le proprie fortune all’ombra del Vaticano. Un gioco facile quando al governo e all’opposizione si trovano gli eredi post-moderni della balena bianca.
Per capirne di più abbiamo deciso di fare i conti in tasca ai preti.
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Fiamme al Picapera. Fiaccolata a Vaie
Il presidio Picapera di Vaie non c’è più. Intorno alle 11 di venerdì 1 novembre è stato dato alle fiamme. Venne costruito alla fine del 2010, nella stagione di resistenza alle trivelle, per impedire un sondaggio geognostico, lo stesso luogo dove dovrebbe spuntare il treno, dopo un lungo tratto in galleria, era diventato punto di riferimento per la comunità di Vaie e per tutta la vasta comunità No Tav.
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16 novembre. Manifestazione popolare No Tav a Susa

Disinformazione, menzogna esplicita, persino la calunnia sono state armi ampiamente usate contro il movimento No Tav. Gli attivisti di lungo corso non ne fanno certo una malattia: si vaccinano ogni anno al principio dell’autunno. Quest’anno il ceppo influenzale è particolarmente virulento.
Il tema è quello consueto. La tesi è sempre la stessa: la maggioranza dei No Tav sarebbe ostaggio di una minoranza di violenti. Il movimento è fatto di brave persone disponibili a manifestare pacificamente, senza provare ad inceppare i meccanismi del cantiere. Suonano questa canzone con infinite variazioni da moltissimi anni, ma non riescono mai a darle la giusta intonazione. Il movimento li ha sempre smentiti. Con le parole e, soprattutto, con i fatti.
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19 ottobre. Note a margine
Una riflessione dopo la giornata romana del 19 ottobre. L’articolo, in versione lievemente ridotta, è uscito sul numero di questo mese di Arivista.
Leggilo in versione integrale
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Legge di stabilità. Un ricco regalo alle banche
Pochi sanno che nella legge di stabilità in discussione in questi giorni c’è anche un bel regalo alle banche.
Vediamo come.
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Torino. Assolti gli antifascisti
Si è concluso il processo a quattro antifascisti accusati inizialmente di furto aggravato per aver strappato manifesti inneggianti alla marcia su Roma.
Un processo andato avanti per oltre un anno, nonostante gli
stessi testimoni dell’accusa avessero negato il furto.
Il PM, certo di perdere il processo, ha infine deciso di cambiare il capo di accusa in danneggiamento.
Un altro bel coniglio dal cappello del PM Antonio Rinaudo, un prestigiatore di gran fantasia. Gli è andata male con il furto, ci ha provato con il danneggiamento, ma gli è andata male anche così.

Lunedì 28 ottobre – a tre anni esatti dai fatti – gli antifascisti sono stati assolti.
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Assemblea popolare No Tav. Il video
Venerdì 25 ottobre si è svolta a Bussoleno un’assemblea popolare No Tav.
Qui l’articolo e il video del “Fatto Quotidiano”
Nella sala del donBunino c’erano oltre 300 persone.
L’assemblea ha deciso di promuovere una manifestazione popolare No Tav il 16 novembre a Susa.
Qui il video integrale della serata.

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No Tav tra aula bunker e caserma degli alpini
La proposta di un’apericena davanti alla caserma Ceccaroni di Rivoli è partita dalle “Fomne contra l’Tav – Donne contro il Tav”. Nessuna pubblicità, solo passaparola.
Di fronte alla caserma degli alpini, gli stessi di servizio nella zona occupata in Clarea, si sono ritrovati una sessantina di attivisti No Tav, armati di bandiere e volantini.
Continua…


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Nuove leggi contro i No Tav?
La scorsa estate il decreto sul femminicidio divenne l’occasione per mettere insieme altre questioni (dal furto di rame all’arresto in differita per gli ultras) del tutto estranee alla violenza di genere. Un pacchetto sicurezza camuffato.
La legge omnibus varata dal parlamento tocca gli attivisti No Tav in tre punti.
In tutti i casi si tratta di un’estensione degli ambiti di applicazione di norme, che, all’occorrenza potevano già essere usate contro i No Tav.
Vediamo come. Anarres ne ha parlato con Roberto Lamacchia uno degli avvocati del collegio di difesa dei No Tav.
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Chi intercetta chi. Il segreto di Pulcinella
Un segreto che sanno tutti, ma deve restare segreto, non è un divertimento per bambini, ma il gioco di quegli adulti che siedono sulle poltrone dei potenti.
Tutti sanno che i governi fanno la spia, altrimenti non si capirebbe a cosa servano i tanti servizi di intelligence alle dirette dipendenze dall’esecutivo di turno.
Ogni governo sa o sospetta di essere spiato dal vicino, che a sua volta è registrato, ascoltato, fotografato.
Lo scandalo suscitato dalle rivelazioni di Edward Snowden, il dipendente della National Security Agency, esule in Russia, dopo aver vuotato il sacco sulle orecchie lunghe dell’agenzia per cui lavorava, non è il fatto in se, ma il fatto che la grande potenza statunitense si sia fatta pizzicare con le mani nel sacco.
Continua…

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Mineo. Blocchi e scontri: la rivolta dei rifugiati
“Ad altezza d’uomo, sparate ad altezza d’uomo”. E’ una voce fuori campo che grida ai poliziotti dell’antisommossa di sparare i candelotti lacrimogeni, mirando al corpo degli uomini in rivolta nella campagna di Mineo.
La tensione che stava crescendo da mesi nel Centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo in provincia di Mineo è esplosa. La nona rivolta in meno di due anni, la più dura. Continua…

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Droni assassini. Amnesty sul Waziristan
Si intitola Will I be next? US drone strikes in Pakistan, “Sarò io il prossimo? Gli attacchi con i droni USA in Pakistan”. E’ il rapporto preparato da Amnesty International e presentato ieri a Londra. Gli Stati Uniti hanno utilizzato massiciamente i droni in Pakistan sin dal 2004. Nel mirino le cosiddette aree tribali  del nord-ovest del paese e, in particolare il Waziristan. Queste regioni, mai controllate a pieno dallo Stato pachistano sin dall’indipendenza, sono abitate dalle stesse popolazioni di lingua e origini persiane che vivono al di là del passo Khyber, in Afganistan. In Pakistan sono dette pathan, in Afganistan, pashtun. Le aree “tribali” del Pakistan sono state la culla delle scuole coraniche deobandi, in cui si sono formati i talebani.
Queste aree, sospettate di dare rifugio e appoggio sia ai guerriglieri talebani che agli esponenti dell’internazionale islamica Al Quaeda, sono entrate nel mirino dell’amministrazione statunitense, che ha ordinato attacchi con i droni, gli aerei senza pilota, guidati da lontano verso gli obiettivi prescelti.
I droni hanno ucciso numerosissimi civili: Il j’accuse di Amnesty è fortissimo: gli Stati Uniti sono accusati di crimini contro l’umanità.
Continua…

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Bossi-Fini. Schiavi per legge
La morte di 359 migranti al largo di Lampedusa ha riaperto il dibattito sulle leggi che stabiliscono le regole per l’ingresso legale di lavoratori stranieri nel nostro paese.
Ma la Bossi- Fini non è, né è mai stata, in discussione. Il governo ha scelto ancora una volta di puntare sulla repressione, sull’estensione dei pattugliamenti, sugli accordi con i paesi di partenza.

Per capire meglio l’origine, gli sviluppi e l’applicazione concreta di queste norme razziste, abbiamo sentito l’avvocato Gianluca Vitale, da molti anni in prima fila nella difesa degli immigrati senza carte, che finiscono imbrigliati nelle rete della Bossi-Fini. O, meglio, della Turco-Napolitano-Bossi-Fini. Ascolta l’intervista


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Appuntamenti fissi

Ogni lunedì ore 21 – al presidio No Tav di Venaus – riunione del gruppo di monitoraggio del cantiere

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Ogni martedì riunione del collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” ore 21 in corso Palermo 46.
Il numero contro gli abusi psichiatrici funziona tutti i giorni con segreteria telefonica. Il martedì – dalle 19 alle 21 - rispondiamo direttamente.
Segnati il numero e fallo girare. 328 7623642

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Ogni giovedì – ore 21 in corso Palermo 46 - riunione degli anarchici della FAT aperta a tutti gli interessati.

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Le riunione di “Antirazzisti contro la repressione” sono aperiodiche. La prossima è giovedì 14 novembre ore 19,30 in corso Palermo 46

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Ogni
venerdì
– dalle 10,45 alle 12,45 – anarres va in onda sui 105,250 delle libere frequenze di radio blackout. Se sei lontano puoi sentire anche in streaming accedendo dal sito della radio
www.radioblackout.org

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Appello. 10.000 euro di solidarietà

Cari compagni e compagne,
siamo obbligati a fare appello alla vostra solidarietà attiva. Numerosi compagni e compagne della Federazione Anarchica Torinese sono sotto processo per la loro attività politica e sociale. Abbiamo in corso ben due maxi processi per la nostra attività antirazzista, un processo per antifascismo, uno per antimilitarismo, uno per il nostro impegno nel movimento No Tav.
Banali azioni di informazione e lotta sono entrate nel mirino della magistratura. Un presidio antirazzista diventa violenza privata, una performance antimilitarista un’offesa alla sacralità dell’esercito, il buttare via un manifesto fascista danneggiamento, un’azione popolare di contrasto al Tav viene perseguita con durezza.
Alcuni di noi hanno già subito nel recente passato condanne per la propria attività politica. Alcuni di noi rischiano la galera.
Siamo convinti che il miglior modo per rispondere alla repressione dello Stato consista nel continuare con ancora maggior impegno le lotte nelle quali siamo impegnati.
Siamo anche convinti che campagne pubbliche di appoggio ai compagni finiti nel mirino della magistratura possano riportare sul terreno della lotta le vicende che lo Stato vorrebbe relegare in un’aula di tribunale.
I processi hanno anche un costo molto elevato, sia per gli avvocati che per tutte le carte che la burocrazia della repressione pretende.
Ci servono urgentemente circa 10.000 euro.
Non siamo in grado di farcela da soli.
Il conto corrente postale cui potete inviare i vostri contributi è il numero – 1013738032 – intestato a Maria Margherita Matteo, Torino.

codice IBAN IT35 Y076 0101 0000 0101 3738 032

Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
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