"Mandano armi e manca il pane alla Siria devastata dalla guerra"







http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2013/02/28/news/disarmo_siria_rete_disarmo_non_armi_ma_pane_alla_popolazione_siriana-53562818/

"Mandano armi e manca il pane
alla Siria devastata dalla guerra"

L'ex titolare della della Farnesina, Giulio Terzi, a fine mandato, sembra abbia deciso senza alcuna legittimità politica né consultazione con il Parlamento, di fornire sostegno militare all'opposizione siriana, contribuendo così inidirettamente ad indebolire le già scarse possibilità di soluzione negoziale del conflitto. Una posizione inaccettabile definita dalla Rete Italiana per il Disarmo condannano
 
ROMA - Nell'incontro che il ministro degli Esteri (dimissionario), Giulio Terzi di Sant'Agata, avrà stamattina con il "Gruppo di alto livello sulla Siria", l'ex titolare della Farnesina, a fine mandato, sembra abbia deciso senza alcuna legittimità politica né consultazione con il Parlamento, di fornire sostegno militare all'opposizione siriana, contribuendo così inidirettamente ad indebolire le già scarse possibilità di soluzione negoziale del conflitto. "Una posizione politica, quest'ultima - si legge in un comunicato della Rete Italiana per il Disarmo condannano- che il governo Monti, ormai già in scadenza, ha recentemente espresso in sede europea, a sostegno della proposta del Regno Unito che ha portato il 18 febbraio ad una previsione di allentamento dell'embargo europeo di armi alla Siria".

E intanto continua la carneficina. Tutte le associazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo "condannano qualsiasi decisione di allentamento dell'embargo di armi sulla Siria e chiedono all'uscente ministro Terzi di astenersi dal sostenere questa ipotesi, in vista dell'incontro in programma oggi a Roma. Riteniamo inammissibile - si legge ancora nella nota - che il Governo italiano arrivato ormai a fine mandato decida, senza alcuna legittimità politica né consultazione con il Parlamento, di fornire sostegno militare all'opposizione siriana. Mentre in Siria prosegue la carneficina, con indiscriminati bombardamenti governativi su Aleppo e terribili attentati delle frange jihadiste dell'opposizione a Damasco - affermano gli aderenti alla Rete italiana per il Disarmo - il Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea ha modificato il 18 febbraio i provvedimenti sull'embargo di armi, in modo da 'fornire un maggiore supporto non-letale e assistenza tecnica per la protezione dei civili' ".

Lo chiamano "sviluppo positivo".
"Il ministro Terzi - prosegue il documento - ha specificato che tale intesa a 27 'è uno sviluppo positivo che va nel senso da noi auspicato di un rafforzamento del sostegno europeo all'opposizione siriana, sia sul piano politico che su quello materiale'. Ha dichiarato inoltre che all'incontro del Gruppo di alto livello sulla Siria a Roma, l'Italia e i Paesi europei proporranno agli Stati Uniti che gli aiuti militari 'non letali' vengano estesi fino a comprendere anche l'assistenza tecnica, l'addestramento e la formazione, in modo da 'consolidare l'azione della coalizione'.

Come inondare la Siria di altre armi.
Contro questa ipotesi si sono già pronunciate nei giorni scorsi le associazioni della rete ENAAT (European Network Against Arms Trade) di cui anche Rete Disarmo fa parte: "La Siria è già inondata di armi. Ogni ulteriore invio di sistemi militari avrebbe con ogni probabilità l'effetto di prolungare il conflitto e ridurre le possibilità di una soluzione pacifica. Un numero imprecisato di gruppi si oppone al regime di Assad, in varie formazioni incluse diverse di natura fortemente settaria. Fornire armi a qualsiasi gruppo servirà solo ad accrescere l'instabilità". Non è nostro intento entrare nel merito dell'elenco specifico delle armi che potrebbero venir escluse dall'embargo, ma segnaliamo che alcuni sistemi come i cosiddetti "night-vision goggles" (visori notturni) possono avere una funzione difensiva (individuare degli attacchi), ma anche offensiva (permettere attacchi notturni).

L'embargo continua e manca il cibo. "Nello stesso incontro in cui ha modificato la propria posizione in materia di armamenti - sottolinea Martina Pignatti presidente di Un ponte per... - l'Unione Europea ha confermato invece per altri tre mesi le sanzioni commerciali che aumentano le sofferenze del popolo siriano. Dai nostri contatti arrivano terribili testimonianze sulla mancanza di pane e generi alimentari anche nei campi profughi a causa dell'embargo e della scarsità di carburante. Per una reale protezioni dei civili proprio queste sanzioni commerciali si sarebbero dovute allentare"

Senza nessun controllo sul percorso delle munizioni. "La fornitura di armamenti in zona di conflitto, quindi senza nessun controllo reale sui percorsi di munizioni e armi, è inoltre pericolosa anche per possibili focolai futuri di scontro - afferma il ricercatore di Rete Disarmo sui flussi di armamenti Giorgio Beretta - come avvenuto ad esempio in Mali: molte delle armi che attualmente fomentano la crisi del paese africano sono derivate infatti dalle vendite (anche italiane) fatte al regime libico di Gheddafi nel corso degli anni e dalle consegne ai gruppi armati che a lui si sono ribellati". "Una guerra che dura ormai da quasi due anni non sarebbe potuta avvenire se non fosse stata alimentata, da una parte e dall'altra e sin dall'inizio, da forniture semiclandestine di armi e munizioni - evidenzia Maurizio Simoncelli vicepresidente dell'Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo - con traffici che sono avvenuti con il complice silenzio dei paesi confinanti e delle grandi potenze produttrici di armi. Il salto di qualità che la politica internazionale sta ora predisponendo consiste nel tentativo dare una copertura formale e legale a tali forniture"

Le cose da ricordare a Terzi. La Rete Italiana per il Disarmo intende infine ricordare al Ministro Terzi, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno - che la legge italiana 185/1990 sull'export di armamenti (pur modificata recentemente da recepimenti europei) prevede che l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiali di armamento sia vietato:

a) - verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere

b) - verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'art. 11 della Costituzione

c) - verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'Unione europea (UE) o da parte dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).