Mineo. Il governo fa marcia indietro



Mineo. Il governo fa marcia indietro

Mercoledì 23 marzo. Ieri vi abbiamo raccontato della deportazione a Mineo
dei primi tre richiedenti asilo provenienti dal CARA di Gradisca. Gli
altri, blanditi con promesse di casa e lavoro, si stavano abituando
all’idea del prossimo trasferimento. Oggi, all’improvviso, è arrivato il
contrordine “non partite più”.
I media stanno diffondendo la notizia che il governo avrebbe fatto marcia
indietro, rinunciando a concentrare a Mineo tutti i residenti asilo
ospitati nei CARA. Oggi hanno cominciato a trasferire i 600 tunisini,
imbarcati ieri dalla S. Marco, al “Residence degli aranci”.
Sempre oggi sei voli speciali da cento persone l’uno sarebbero partiti da
Lampedusa.
Per quale ragione il governo avrebbe attuato un così rapido cambiamento di
rotta?
È possibile che sia stata una questione di tempo.
Le operazioni di trasferimento dai CARA a Mineo stavano andando a rilento:
in alcune località, come Roma, la resistenza dei richiedenti asilo e delle
associazioni antirazziste stava mettendo i bastoni tra le ruote al
ministero dell’Interno. Sul piano istituzionale il presidente della
Regione Puglia, Vendola, ha scritto a Maroni denunciando le condizioni
disumane in cui avvenivano i trasferimenti dal CARA di Bari a Mineo.
Nel frattempo la situazione a Lampedusa, già grave, stava diventando
esplosiva, rendendo difficile tergiversare ancora.
Ancora non è chiaro lo status dei tunisini portati a Mineo: con ogni
probabilità saranno considerati clandestini.
L’ambiguità deriva dalle dichiarazioni dello stesso ministro, che ha detto
chiaramente che solo i libici hanno diritto a chiedere asilo, mentre i
tunisini sono immigrati illegali. Tuttavia sinora la struttura di Mineo ha
funzionato come centro per richiedenti asilo. La trasformeranno in un CIE?
Un richiedente asilo, trasferito negli ultimi giorni al “residence degli
aranci” da una delle tante strutture della penisola, si è messo in
contatto con gli antirazzisti della zona da cui proveniva. Ha raccontato
che la situazione è molto tesa: alcuni sarebbero fuggiti, altri hanno
inscenato proteste.
Un quadro che potrebbe complicarsi quando la struttura raggiungerà la
massima capienza. D’altro canto al ministero dell’interno sono criminali
ma non stupidi: immaginavano sin troppo bene che bomba avrebbero innescato
concentrando a Mineo duemila tunisini.
Per questo hanno cercato sino all’ultimo di evitarlo.

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