Volo speciale. Torino, Bari, Lampedusa. E ritorno



Volo speciale. Torino, Bari, Lampedusa. E ritorno

Martedì 22 marzo.
Torino Caselle. Due voli speciali diretti prima a Bari e poi a Lampedusa
sono partiti alle 11,30 e alle 14. Non sappiamo quanti immigrati siano
stati coinvolti nell’operazione ma non è difficile immaginare che sia una
tappa nel gioco di bussolotti di Maroni.
Si caricano un po’ di immigrati a Torino e li si molla a Bari, dove, dopo
la deportazione a Mineo di un centinaio di richiedenti asilo, c’è un po’
di spazio. Poi si vola a Lampedusa, si fa un carico di tunisini appena
sbarcati, e li si porta ancora a Bari.

Torino. Non si placano le proteste nell’area verde del CIE. Dopo
l’incendio che domenica notte ha mandato in fumo tre moduli abitativi su
cinque, i reclusi, tutti tunisini, hanno dato alle fiamme tavoli e sedie
della mensa, dove erano stati obbligati a dormire la notte precedente.
Radunati nel cortile e perquisiti sono stati privati degli accendini.
Altri reclusi si sono tagliati: due sono stati medicati in ospedale.

Gradisca. La rivolta e la fuga di domenica sono state di ben più ampie di
quanto era stato fatto trapelare in un primo tempo. Secondo quanto
riportano i giornali le stanze ancora agibili dopo le sommosse di fine
febbraio sono state danneggiate ulteriormente.
Brutte notizie invece dal fronte del CARA, questa notte tre richiedenti
asilo sono stati caricati su un aereo di linea e deportati a Mineo.
Gli operatori di Connecting People hanno blandito gli altri ospiti del
CARA con promesse impossibili. Qualcuno ci ha creduto, altri no. C’è chi
pensa che a Mineo troverà una villetta tutta per se e un lavoro; gli altri
sono stanchi, insofferenti, rassegnati.

Roma. 29 richiedenti asilo sono stati trasferiti a Mineo dal CARA di
Castelnuovo di Porto. Una ventina di attivisti di Action si erano
incatenati all’ingresso principale per impedire la deportazione, ma sono
stati beffati dalla polizia che ha fatto uscire i rifugiati da un ingresso
laterale.
Il ministero dell’Interno aveva disposto lo spostamento di 55 persone: in
seguito alle proteste di alcune associazioni, alcuni “casi vulnerabili”
sono stati esclusi dalla lista.

La condizione dei richiedenti asilo concentrati a Mineo sarà ancora
peggiore di quella attuale. Tutte le pratiche sono concentrate in un’unica
commissione territoriale; chi ha fatto ricorso avrà difficoltà a
partecipare alle udienze, tutte le reti di sostegno e solidarietà
sviluppate sui vari territori vengono spezzate.
Ovviamente le sofferenze di chi già ha subito guerre e persecuzioni
importano poco a Maroni. L’essenziale è accontentare l’elettorato
leghista.
Ma il ministro è nei guai sino al collo. Il viaggio in Tunisia programmato
oggi è stato rimandato di qualche giorno: segno che non sarà facile
convincere il governo tunisino a mettere in atto misure di contrasto
dell’immigrazione, nonché a mantenere gli impegni presi quest’estate da
Ben Alì per il rimpatrio veloce dei clandestini. Gli aiuti promessi alla
Tunisia per far fronte all’ondata di profughi sono stati ridotti ad un
mero supporto al rimpatrio degli immigrati provenienti dal Bangladesh.
Della serie: li portiamo a casa noi, così non rischiamo di ritrovarceli su
un barcone diretto a Lampedusa. Non manca chi si chiede che fine abbiano
fatto i soldi inizialmente stanziati per gli aiuti.

Per info e approfondimenti:
http://senzafrontiere.noblogs.org/