Torino. I farmacisti, La Stampa e Numa



Torino. I farmacisti, La Stampa e Numa

 

Volantini anarchici “Farmacisti spie”. Questo il titolo di un articolo di Massimo Numa in prima pagina della cronaca cittadina del quotidiano “La Stampa” del 22 ottobre.

Le citazioni tra virgolette sono tutte tratte dal comunicato “Farmacisti spie” diffuso dalla Federazione Anarchica di Torino il 3 ottobre.

Nell’articolo in questione Numa esordisce dichiarando che gli “anarcoinsurrezionalisti torinesi, dopo la campagna d’odio contro gli alpini, le forze dell’ordine a S. Salvario e Porta Palazzo (…), hanno dichiarato guerra ai farmacisti.” In questa frase si condensano i consueti stereotipi contro gli anarchici, che non hanno ragioni ma solo sentimenti di odio generico e insensato, un odio che travalica sino ad investire i miti farmacisti. Numa parla di “telefonate di minaccia, ora al vaglio della Digos, manifestini e comunicati che denunciano l’attività di ‘spie’” di alcuni farmacisti.

L’articolo prosegue con le dichiarazioni del presidente dell’Associazione titolari di farmacia, Luciano Platter, che definisce la campagna di denuncia delle farmaspie “pericolosa, perché diffonde falsità”. L’articolo va avanti tra citazioni del comunicato da noi diffuso e dichiarazioni di Platter che nega tutto, limitandosi a dichiarare che i farmacisti si sono limitati “ad accogliere l’invito del Comune, per aiutare (…) gli anziani dei quartieri più difficili, soli e senza aiuti”.

Platter è preoccupato perché in fondo ai manifestini diffusi in questi giorni c’è l’elenco delle 15 farmaspie pioniere di Torino “trasformate in facili bersagli per i violenti”.

Il quadro è completato dall’immagine fosca degli “anarchici dell’assemblea antirazzista”, gli stessi che hanno imbrattato i muri di Porta Palazzo (“alpini assassini”), che hanno preso di mira la Croce Rossa e i suoi dirigenti seguiti da puntuali citazioni dal comunicato della FAI torinese.

L’assemblea antirazzista – è un fatto noto - è un insieme di individui che si raggruma intorno all’urgenza di resistere ed opporsi alle leggi e ai regolamenti razzisti, alla repressione che colpisce ogni giorno per le nostre strade i poveri, gli immigrati, i senza documenti. Partecipano all’Assemblea persone diverse per sensibilità ed orientamenti politici, alcuni sono anarchici, altri no, ma tutti sono concordi sulla necessità di mettersi in mezzo, di agire concretamente contro la barbarie che tutti, da destra come da sinistra, chiamano “sicurezza”. Ma il dirlo avrebbe rovinato la violenta dinamicità dell’articolo.

Da un lato i bravi farmacisti che ascoltano e segnalano le difficoltà degli anziani soli e malati dei quartieri “difficili”, dall’altra gli anarchici cattivi che li attaccano senza ragione. Gli anarchici in particolare e gli antirazzisti in generale escono dall’articolo di Numa come pazzi che agiscono senza ragione se non, immaginiamo, la creazione del caos fine a se stesso.

Verrebbe da ridere se la situazione sociale nella quale siamo forzati a vivere non fosse ben poco allegra.

Sgomberiamo il campo dai dubbi.

Siamo – assieme a tanti altri antirazzisti – quelli della campagna contro i militari nelle strade. Lo abbiamo scritto e lo riscriveremo che gli “alpini sono assassini”, perché l’omicidio, la strage è lo scopo di chi fa il mestiere delle armi, perché dalla Somalia all’Afganistan i nostri soldati hanno ammazzato, stuprato e torturato.

Abbiamo “preso di mira” la Croce Rossa perché la Croce Rossa gestisce una prigione per “senza documenti”, un posto dove uomini e donne, colpevoli di cercare un’opportunità di vita nel nostro paese, sono rinchiusi in attesa di essere deportati. Abbiamo “preso di mira” i suoi dirigenti perché il 23 maggio di quest’anno al CPT di Torino un uomo è morto di malattia perché un’organizzazione “umanitaria” l’ha lasciato agonizzare senza rispondere alle richieste di aiuto dei suoi compagni di prigione.

 

Abbiamo “preso di mira” i farmacisti spioni perché un’agenzia (Adnkronos del 25 settembre), un quotidiano (La Stampa del 26 settembre), un altro quotidiano (Epolis del 26 settembre) ci ha informati in merito.

Se le affermazioni di Marco Accostato su La Stampa e di Jan Pellissier su Epolis non erano vere perché mai il presidente dell’Associazione titolari di farmacia Luciano Platter non ha detto che La Stampa ed Epolis diffondono “falsità”? O certe cose diventano false solo quando a scriverle sono gli anarchici che ne denunciano il carattere liberticida?

A proposito… l’elenco delle farmacie impegnate sin dal primo ottobre a fare da collettore delle confidenze dei clienti lo abbiamo copiato da La Stampa e da Epolis: dobbiamo dedurne che il Dottor Platter ritiene che i due quotidiani le abbiano volute “trasformare in facili bersagli per i violenti”?

 

Nel suo pezzo su Epolis “La ricetta contro la delinquenza da oggi è in mano ai farmacisti” Pellissier scriveva “Esercito, pattugliamenti, controlli e appostamenti vari non bastano a fermare la spirale di microcriminalità che sta travolgendo Torino. I Vigili per trovare una soluzione si sono affidati a chi per eccellenza ha sempre una ricetta in mano: i farmacisti. A loro spetterà il gravoso compito di ascoltare, registrare e catalogare le lagnanze dei loro clienti, e poi comunicarle una colta a settimana ai Civc.”.

Accossato, sulla Stampa del 26 settembre, scriveva che “Vigili urbani e farmacisti uniscono le forze per contrastare criminalità e degrado nei quartieri di Torino. Dal primo ottobre una speciale Task-force della polizia municipale farà tappa nelle farmacie per raccogliere le segnalazioni. (…) Furti, scippi, atti di vandalismo, ma anche tossicodipendenti e spacciatori sempre in azione, fino ai giardini minacciati dai vandali, alla presenza di auto abbandonate per strada e all'illuminazione guasta finiranno su un registro quotidiano dei vigili. Farmacisti e cittadini potranno segnalare ai vigili anche la presenza sospetta di nomadi che girano fra le case, di persone che chiedono denaro per strada, fino agli atti di bullismo dei ragazzini contro altri ragazzini.”

Platter tutto questo lo chiama “aiutare (…) gli anziani dei quartieri più difficili, soli e senza aiuti”?

Eppure Platter almeno Accossato lo conosce bene visto che nel già citato articolo del 26 settembre “Farmacisti sentinelle di degrado e sicurezza” gli aveva rilasciato ben altre dichiarazioni. Diceva allora Platter “Ormai perfettamente radicati sul territorio siamo un punto di riferimento dei cittadini, in particolare dei più deboli, sempre più frequentemente soggetti a episodi di microcriminalità”.

Questo Platter lo chiama “aiutare gli anziani”: noi preferiamo definirlo “spia di quartiere: nel ventennio c’erano i capo fabbricato, oggi è il turno del dottore di farmacia.”

 

Ma le spie, spesso, non brillano per coraggio: il loro agire è nell’ombra, camuffato da “aiuto” agli anziani, sussurro all’orecchio, confidenza raccolta senza clamore.

Quei rompiscatole degli anarchici hanno voluto raccontare a tutti questa storia di autentico “degrado” urbano, scrivendola sui muri. Una verità che fa paura.

 

A Numa, la cui penna mai si sottrae alla bisogna di definire gli anarchici come stupidi e cattivi, vorremmo chiedere se gli capita mai di fare un controllo delle fonti, una verifica delle dichiarazioni che riporta. In questo caso sarebbe bastato leggere il quotidiano per cui lavora.

 

Federazione Anarchica Torinese – FAI

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