Pechino 2008: a sei mesi dall'inizio, formalmente accusato difensore dei diritti umani arrestato a dicembre. Appello on line di Amnesty Italia



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COMUNICATO STAMPA
CS16-2008

CAMPAGNA 'PECHINO 2008: OLIMPIADI E DIRITTI UMANI IN CINA'. A SEI MESI
DALL'INIZIO, FORMALMENTE ACCUSATO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI ARRESTATO A
DICEMBRE. APPELLO ON LINE DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA

Amnesty International prosegue la sua mobilitazione in favore
dell'ennesimo difensore dei diritti umani perseguitato dalle autorita'
cinesi. Il 28 gennaio Hu Jia, un attivista di Pechino, e' stato
formalmente incriminato per 'incitamento alla sovversione'. L'appello per
chiedere il suo rilascio immediato e incondizionato puo' essere
sottoscritto all'indirizzo
www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Cina_Hu_Jia?page=azioni_urgenti.

A Hu Jia continua a essere negata la possibilita' di vedere il suo
avvocato e la sua famiglia e di ricevere le cure mediche necessarie per la
sua infezione da epatite B. Sua moglie, Zeng Jinyan, e' ancora agli
arresti domiciliari insieme al loro bambino appena nato. Non le e'
permesso lasciare la sua abitazione e la linea telefonica e la connessione
su Internet sono state tagliate.

L'incriminazione di Hu Jia, dopo mesi di arresti domiciliari e 30 giorni
di carcere preventivo, pare in tutta evidenza una mossa per interrompere
le sue attivita' pacifiche in difesa dei diritti umani e impedirgli di
denunciare le violazioni che si perpetuano in Cina, a sei mesi dall'inizio
dei Giochi olimpici di Pechino. Rappresenta, inoltre, inoltre un chiaro
avvertimento agli altri attivisti, affinche' non intraprendano azioni
simili.

Prima della sua incriminazione, Hu Jia aveva pubblicamente espresso
preoccupazione per le violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia
di Pechino, tra cui gli arresti di attivisti, avvenuti senza le necessarie
procedure legali. Le accuse di sovversione continuano a essere utilizzate
per ridurre al silenzio e imprigionare i dfifensori per i diritti umani in
Cina, come Hu Jia.

Nel novembre 2007, Hu Jia aveva partecipato attraverso una webcam a una
sessione del Parlamento europeo, nel corso della quale aveva dichiarato
che la Cina non era riuscita a mantenere le promesse di miglioramento dei
diritti umani fatte in vista delle Olimpiadi.

Garantire piena liberta' d'azione ai difensori dei diritti umani, ponendo
fine a minacce, intimidazioni, arresti e condanne nei loro confronti e'
una delle richieste che Amnesty International sottopone al governo cinese
in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008. Le altre richieste sono: ridurre
significativamente l'uso della pena di morte, come primo passo verso la
sua completa abolizione; applicare solo forme di detenzione in accordo con
le norme e gli standard internazionali sui diritti umani e introdurre
misure che tutelino il diritto a un processo equo e prevengano la tortura;
porre fine alla censura, soprattutto nei confronti degli utenti di
Internet.

La campagna 'Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina' e' on line
all'indirizzo www.amnesty.it/pechino2008

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 8 febbraio 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





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