Lettera aperta alla Madonna di Lourdes.



Lettera aperta alla Madonna di Lourdes. Ritornano Berlusconi, Casini, 
Fini, Mastella e Storace!

Genova 04 febbraio 2008. Non ci resta che la 
Madonna di Lourdes, nella speranza che almeno lei possa fare qualcosa 
per l’Italia dove Padre Pio protegge il clan Mastella, Santa Rosalia 
piange il cattolicissimo Cuffaro condannato a cinque anni per 
complicità in «mafia personalizzata» e Santa Agata di Catania si affida 
alla mafia per la sua onorata processione. Madonna di Lourdes, 
confidiamo in te!

In queste ore si sta consumando l’assassinio della 
democrazia, ma più ancora della decenza e della dignità di una Nazione. 
Si va a votare, dopo appena due anni dalle elezioni perché deputati e 
senatori pagati 15 mila euro al mese (oltre al resto) per governare, 
non hanno saputo trovare il tempo per guadagnarsi lo stipendio. Pagati 
per governare, hanno spolpato la stessa parvenza della democrazia. 
Andremo a votare, infatti, con la legge-porcata che ha espropriato il 
popolo dell’unica ragione che lo rende democratico: il voto. Ancora una 
volta saranno le mafie dei partiti a redigere le liste dei candidati 
che il popolo schiavo dovrà votare a piè di lista senza fiatare. 

Il 
dramma e il ridicolo si fondano insieme: Berlusconi che ha voluto la 
legge-porcata per rendere coscientemente ingovernabile il parlamento e 
il Paese, ci è riuscito con la complicità dei partiti di ispirazione 
cristiana che preventivamente hanno fatto i gargarismi con l’acqua 
benedetta. Ora con la stessa legge-porcata si avranno pseudo-elezioni 
che costeranno un patrimonio ai cittadini che premieranno chi ha reso 
ingovernabile l’Italia, dopo avere frodato il popolo con l’esportazione 
di capitali all’estero, con la frode del fisco, con l’occupazione delle 
tv private e di Stato, assolvendosi dalla corruzione con le leggi su 
misura fatte dai suoi avvocati, fatti eleggere al parlamento e quindi 
stipendiati dallo stesso popolo che dovrebbe essere parte lesa e parte 
civile. Il popolo masochista invece applaude e gioisce. Il governo 
Prodi era stato votato per abolire le leggi vergogna, ma la maggioranza 
era troppo impegnata a litigare per un tozzo di visibilità finendo per 
lasciare le leggi ad personam insieme alla vergogna. 

Tutti sono 
convinti che l’Unto Cerone tornerà al governo insieme ai suoi famigli, 
accompagnato da Previti e dagli alleluia della gerarchia ecclesiastica 
italo-vaticana. Precedono la processione inquisiti, mafiosi e 
condannati in primo, secondo e terzo grado. Per gli interdetti dai 
pubblici uffici Previti, Cuffaro, ecc.), si farà una leggina apposita 
per interdire i giudici dalla loro giurisdizione e cedere la giustizia 
ai familiari degli inquisiti fino al terzo grado di parentela. Si manda 
a casa Prodi per fare posto al senatore (prossimo) Cuffaro, uomo 
integerrimo e di specchiata virtù, certificata dall’autorità 
infallibile del vice papa, al secolo Casini Pierferdinando in 
Caltagirone, cristiano spocchioso di chiara moralità coniugale insieme 
al suo compagnuccio di merende, tal Gianfranco Fini: costoro, insieme 
al loro padrone e capo, cattolici dichiarati, urbi et orbi, amano tanto 
la famiglia da averne anche due sul modello poligamico arabo. Il 
parroco di Montecitorio, Mons. Fisichella, annuisce grato e 
congratulato. Costoro che hanno votato cristianamente in silenzio tutte 
le leggi immorali del governo Berlusconi, di cui, fino a ieri, dicevano 
peste e corna, oggi strisciano ai suoi piedi proni al bacio della sacra 
pantofola con la benedizione del santo padre e figli devoti, sotto la 
direzione del cerimoniere devoto Giuliano Ferrara

Il 19 giugno 2007, 
quindi in epoca non sospetta, in una mia precedente lettera al Governo 
e alla maggioranza, ora decapitati in Senato per mano del Bruto-
Mastella, cattolico inossidabile armato dalla furia vendicativa del 
ruinismo ecclesiastico, avevo scritto, facile profeta:

«Noi popolo 
delle primarie e del referendum sulla Costituzione abbiamo contribuito… 
ad impedire la deriva dell’Italia verso il qualunquismo populista del 
berlusconismo che ha fatto scempio della legalità e della dignità delle 
Istituzioni repubblicane… siamo esterrefatti ed increduli perché la 
maggioranza è immobilizzata dagli interessi contrastanti incrociati, 
senza capacità di sintesi e di prospettiva. Pensavamo che il governo 
risolvesse le leggi vergogna e il conflitto d’interessi della 
precedente legislatura. Vediamo invece che il conflitto e la vergogna 
aumentano perché ogni singola scheggia di partito cura i propri 
interessi senza una visione globale dei bisogni della Nazione e dei più 
poveri. Assistiamo impotenti giorno dopo giorno al suicidio lento del 
governo che galleggia vittima del veto incrociato di ogni segmento di 
partito, affondando nel buio della indegnità anche il Paese…La 
maggioranza di centro-sinistra gestisce il potere in modo arrogante: si 
parla dei privilegi dei deputati e si girano dall’altra parte; si parla 
di costo della politica e ci accusano di qualunquismo; decidono la Tav 
di Val di Susa o la base di Vicenza non solo contro i cittadini locali, 
ma anche contro loro stessi perché i singoli ministri votano «sì» e 
subito corrono in piazza a gridare «no»… ridicoli e non credibili. Noi 
siamo allibiti per l’incapacità di questa maggioranza di trovare una 
convergenza su alcuni punti essenziali del programma elettorale senza 
doversi smentire l’uno contro l’altro un giorno sì e l’altro ancora. 
Guardiamo impotenti allo spettacolo inverecondo: stanno facendo l’
impossibile e anche miracoli per riconsegnare l’Italia di nuovo a 
Berlusconi, dalle cui grinfie (e a che prezzo!) siamo riusciti a 
sfuggire. Berlusconi dopo le [elezioni] politiche era «finito», ma la 
maggioranza e la goffaggine del governo lo hanno risuscitato e 
rinvigorito, cedendogli «già» senza colpo ferire la piazza e l’
iniziativa. Alle prossime elezioni, egli vincerà a furore di popolo 
perché il clima che si respira in Italia oggi è lo stesso del 1922 che 
vide Mussolini impadronirsi dell’Italia. Un errore e una tragedia 
durate 20 anni di dittatura, una guerra mondiale e un’emigrazione 
spaventosa. Governo e maggioranza sono colpevoli perché stanno 
disprezzando il nostro voto e la delega che gli abbiamo dato, creando 
le condizioni per uno Stato dinastico che è già dietro l’angolo. Noi 
disprezziamo e abbandoniamo al loro destino questi politicanti ottusi e 
senza dignità. Li diserediamo dalla nostra coscienza di popolo e gli 
chiediamo conto del loro sperpero ideale, istituzionale ed economico. 
Non vi votiamo per amore, vi tolleriamo per necessità». 

Era il mese 
di giugno del 2007! Il mattino, come sempre, si vede dal buon giorno! 
Magra consolazione potere dire oggi: «avevo ragione»! Tristezza e 
desolazione pervadono l’anima e la volontà di non andare a votare 
perché sarebbe una finta e un insulto all’intelligenza e alla dignità 
di me persona che non posso decidere nulla se non firmare ciò che 
inquisiti, condannati e delinquenti decideranno nel segreto (ma non 
tanto) dei loro luridi interessi. 

Mi addolora che in questo attentato 
alla democrazia vi si possa scorgere la longa manus della gerarchia 
ecclesiastica cattolica perché il colpo di grazia al governo Prodi, da 
sempre inviso oltre Tevere, forse perché da quelle parti non si 
tollerano i «cristiani adulti», è avvenuta in una sincronia di fatti e 
interventi che dirli casuali significa bestemmiare il Nome santo di 
Dio. Sull’autobus a Genova ho ascoltato questa affermazione: «Quando 
mamma-Cei chiama, picciotto-Mastella risponde». L’interlocutore 
proseguiì: «Con l’indulgenza plenaria all’uomo dell’indulto». Non a 
caso, la credibilità della struttura ecclesiastica è crollata di 10 
punti percentuali.

Ora le destre e le armate di Ruini, il grande 
regista dell’asse «atei-devoti e devoti-atei» possono avanzare a 
tenaglia e, travolta la suicida maggioranza del governo Prodi, 
installarsi nelle casseforti del potere e spartirsi con immorale 
cupidigia le spoglie di ciò resta del malaffare, del conflitto d’
interessi, dell’economia, della cassa e della dignità di un popolo 
dissanguato. 

Onore a Veltroni che con la proposta di dialogare a 
tutti i costi con Berlusconi gli ha gettato in soccorso il suo 
salvagente, risuscitandolo dalle secche in cui moriva. Ora che lo 
statista senza statura ritorna alla mangiatoia, può allegramente 
sperperare i risparmi e il risanamento economico che l’incauto Prodi ha 
operato.

Onore a Diliberto, a Giordano, a Pecoraro, a Di Pietro e 
compagnucci tisicucci che con maestria hanno saputo segare il ramo su 
cui erano seduti, regalando il Paese per la seconda volta a Berlusconi 
e intanto continuano a sorridere e a giocare a scarica barile. Avevano 
una missione storica: impedire per sempre la deriva del berlusconismo, 
hanno invece lavorato gratis per il suo ritorno. Viene il dubbio che li 
abbia comprati al mercato dietro casa. Noi chiediamo che non siano 
ripresentati tutti i capi, vice capi e portaborse della defunta 
maggioranza. Lo esige la Decenza. Lo pretende l’Etica.

Onore alla Cei, 
a Ruini, a Bertone, a Betori e a Bagnasco che ora benedicono, senza 
dirlo espressamente, le falangi fasciste, casiniane, finiane, 
storaciniane, mastelliane e berlusconiane, dimenticandosi – ahimé! – 
che tutti questi lanzichenecchi hanno fatto scempio della morale 
cattolica e della dottrina sociale alla quale pure dicono di doversi 
ispirare, avendo fatto solo i loro interessi e quelli del padrone, 
infischiandosene di quelli del Paese, delle famiglie, dei poveri, degli 
immigrati e di quanti non hanno nemmeno lacrime per piangere come 
Rachele i propri figli che muoiono di fame e di abbandono.

Onore a 
tutti i cristiani, figli devoti del papa che in nome dei sacri valori 
della famiglia e del «sano laicismo» voteranno per cattolici 
divorziati, concubini, conviventi, mafiosi, condannati, ladri, atei e 
devoti capaci di vendere Cristo, l’etica e l’onore per meno di trenta 
denari. Quando si tratta di battere e riscuotere cassa, ciò che conta e 
la forza del potere , mai la coerenza del cuore e la dignità della 
coscienza che sono appannaggio degli spiriti deboli. 

Non ci resta che 
sperare in un miracolo! Madonna di Lourdes, pensaci tu, per piacere! 
Anche in articulo mortis! 


Paolo Farinella, prete - Genova