Giornata mondiale del rifugiato: Amnesty presenta un bilancio della campagna "Invisibili"



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COMUNICATO STAMPA
CS72-2007

GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO. AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA UN
BILANCIO DELLA PROPRIA CAMPAGNA 'INVISIBILI': MAGGIORI TUTELE PER I MINORI
ALL'ARRIVO VIA MARE, MA POLITICHE DI IMMIGRAZIONE ANCORA INCERTE RISCHIANO
DI COMPROMETTERE UNA COMPLETA PROTEZIONE. E INTANTO IL MEDITERRANEO STA
DIVENTANDO UNA FOSSA COMUNE

Il 23 febbraio 2006 Amnesty International rendeva noto il rapporto
Invisibili, i diritti umani dei minori migranti e richiedenti asilo
detenuti alla frontiera marittima italiana (EGA Editore), al termine di
oltre un anno di ricerche sulla presenza e sul trattamento dei minori,
accompagnati e non, nei molti luoghi di detenzione per migranti collocati
nei pressi delle coste meridionali italiane.

La pubblicazione del rapporto Invisibili ha dato il via all'omonima
campagna che, grazie all'impegno degli attivisti di Amnesty International
e all'adesione di oltre 50.000 persone, ha sottoposto alle autorita'
italiane le richieste urgenti dell'organizzazione per i diritti umani,
volte a riportare la condizione dei minori migranti in arrivo via mare in
Italia in linea con gli standard internazionali.

Le richieste della campagna Invisibili al governo italiano erano:
- evitare la detenzione dei minori migranti, considerandola una misura
eccezionale, ovvero escludendola del tutto per i minori non accompagnati e
non applicandola, di regola, ai nuclei familiari con minori, dando
priorita' al superiore interesse del minore in ogni decisione presa, caso
per caso, in riferimento alla detenzione dell'intero nucleo;
- fare chiarezza sui dati relativi alle presenze dei minori in arrivo via
mare e nei centri di detenzione;
- garantire il beneficio del dubbio, ossia la presunzione di minore eta',
a tutti ragazzi e le ragazze la cui maggiore eta' non fosse dimostrata o
dimostrabile, evitando la detenzione e l'espulsione in tutti i casi di
incertezza;
- modificare l'approccio che per oltre 10 anni ha creato e diffuso una
confusione semantica, pratica e finanziaria, tra detenzione e accoglienza
e ha via via esteso l'uso della privazione della liberta' a categorie
sempre piu' ampie di migranti, fino a includervi la totalita' dei
richiedenti asilo con le modifiche della legge c.d. Bossi-Fini del 2002;
- assicurare la trasparenza dei centri di detenzione e la loro
accessibilita' da parte di Ong indipendenti, avvocati, esponenti della
societa' civile, compresi i giornalisti.

La piu' evidente novita', rispetto a 16 mesi fa, e' l'accresciuta
conoscenza della situazione dei minori che arrivano in Italia via mare.
All'inizio del 2007 il ministero dell'Interno ha reso disponibili, per la
prima volta in forma disaggregata per eta' e genere, le statistiche sugli
arrivi di migranti sulle coste italiane nel 2005 e nel 2006. Questa era
una delle principali richieste della campagna Invisibili. Secondo questi
dati, nel 2005 sono arrivati via mare in Italia 1622 minori, nel 2006 sono
stati 1335 (quasi il 7% degli arrivi via mare), molti di essi da aree di
conflitto o di crisi per i diritti umani, tra cui l'Eritrea, l'Etiopia, il
Sudan, la Somalia, il Libano. Altri minori, per lo piu' non accompagnati,
arrivano dall'Egitto, dal Marocco, dalla Tunisia.
Queste statistiche consentono anche di confermare un dato denunciato dal
rapporto Invisibili relativo ai massicci arrivi di minori dall'Egitto,
sino ad allora rimasti totalmente nell'ombra. Secondo il ministero
dell'Interno, sono infatti quasi 2000 i minori non accompagnati egiziani
giunti via mare in Italia tra il 2005 e il 2006. Nel 2006 essi
rappresentano il 63% dei minori arrivati via mare in Sicilia.

Amnesty International e' stata autorizzata a visitare i centri di
detenzione e nell'aprile 2007 e' stata emanata dal ministero dell'Interno
una direttiva che chiede ai Prefetti una maggiore trasparenza dei centri e
la garanzia dell'accesso per l'Unhcr, le 'organizzazioni umanitarie
internazionali e nazionali' e gli enti locali; l'accesso dei giornalisti
e' sottoposto all'autorizzazione del Prefetto territorialmente competente.


Le ulteriori valutazioni di Amnesty International, a 16 mesi dall'inizio
della campagna Invisibili, sono le seguenti:
- il centro di Lampedusa e' dotato, dal maggio 2006, di una sezione
separata di circa 40 posti, nella quale vengono alloggiati i minori non
accompagnati e le donne con bambini. E' risultata superata, nei confronti
dei minori non accompagnati, la prassi di far seguire  un ulteriore
periodo di detenzione a quello applicato a Lampedusa. Questo, assieme
all'abbreviarsi del periodo di permanenza di migranti e richiedenti asilo
nel centro sito sull'isola, ha prodotto una drastica riduzione dei tempi
di detenzione dei minori non accompagnati dopo l'arrivo, ha ridotto i
rischi e i disagi connessi ai lunghi trasferimenti e ha sottratto molti
minori non accompagnati a ulteriori rischi come quelli connessi alla
mancata separazione dagli adulti. Tuttavia la detenzione generalizzata dei
richiedenti asilo negli altri centri e' ancora molto diffusa e non e'
cessato l'utilizzo di strutture 'occasionalmente' destinate alla
detenzione;
- la detenzione sistematica dei nuclei familiari con minori e' proseguita.
Nel momento in cui Amnesty International ha visitato il centro di Crotone,
il 24 gennaio 2007, all'interno dello stesso vi erano due donne in
gravidanza; due donne, ognuna delle quali con un bambino di un mese; una
famiglia con un bambino di 11 mesi; una famiglia con una minore di 15
anni;
- le espulsioni collettive verso la Libia, nel corso della XV Legislatura,
non sono mai state utilizzate. E' tuttavia importante segnalare
l'infittirsi dei rapporti diplomatici tra Italia e Libia dopo
l'insediamento del governo Prodi, finalizzati ad accordi operativi, i cui
dettagli non vengono resi pubblici, in materia di contrasto
dell'immigrazione irregolare.

Amnesty International ha inoltre esaminato il disegno di legge delega
governativo di riforma delle norme sull'immigrazione. Esso contiene
un'indicazione di principio sulla presunzione della minore eta' in caso di
incertezza, che accoglie una richiesta della campagna Invisibili, e adotta
un positivo mutamento di approccio rispetto alle politiche via via piu'
restrittive applicate a partire dal 2000, in materia di conversione del
permesso di soggiorno dei minori al compimento dei 18 anni. Lo stesso
disegno di legge sembra voler ridimensionare l'uso della detenzione dei
migranti. Tuttavia, non risolve la confusione tra accoglienza e detenzione
che ha caratterizzato le politiche applicate in questi anni alle
frontiere. Per questo motivo, non si puo' considerare scongiurato il
rischio, particolarmente riferito alla detenzione a scopo di
identificazione di migranti appena arrivati, che le riforme possano
limitarsi a una reinterpretazione lessicale del sistema vigente.

Alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, Amnesty International
nota come il Mediterraneo stia diventando una fossa comune e come, negli
ultimi mesi, sia sorto un imbarazzante scaricabarile tra Stati
rivieraschi, intrattenutisi a discutere le rispettive responsabilita'
verso le persone a rischio in mare mentre le vite di queste erano in
pericolo.


La complessita' del diritto internazionale del mare e delle norme che
regolano le responsabilita' dei diversi attori coinvolti - Stati, capitani
e proprietari delle imbarcazioni - non possono far dimenticare che il
salvataggio delle vite in mare e' innanzitutto un imperativo umanitario,
oltre che un'antica consuetudine della gente di mare.

Questi avvenimenti indicano purtroppo che il sistema della ricerca e del
soccorso in mare stia subendo pressioni a causa dei diversi interessi
delle parti coinvolte, ma anche che tali pressioni hanno gia' iniziato a
intaccare il nucleo migliore della cultura marinara dei paesi del
Mediterraneo. E' accaduto, infatti, che imbarcazioni alla deriva che
chiedevano soccorso siano state lasciate al loro destino da capitani
preoccupati delle conseguenze del salvataggio. Per questo motivo gli Stati
dovrebbero non solo impegnarsi a fondo nella ricerca e nel soccorso in
mare, ma anche permettere lo sbarco immediato delle persone tratte in
salvo da imbarcazioni da pesca e valorizzare il rispetto, da parte dei
propri cittadini, dei principi umanitari.

Amnesty International ribadisce quanto sia essenziale, per la costruzione
di un sistema rispettoso dei diritti umani di tutti, che l'Italia non
resti priva di una legislazione organica in materia di asilo e che ne
adotti al piu' presto una in linea con gli standard internazionali sui
diritti umani.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 19 giugno 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it



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