menapace su laicità



care/i tutte/i ricevo e inoltro un articolo di Lidia Menapace (in attesa di
pubblicazione su Liberazione) a proposito di laicità.
un caro saluto
LInda Santilli

Lidia Menapace
Anni fa un mal di pancia di Berlinguer, forse provocato da fichi
regalatigli dall'ambasciatore di un paese arabo diventò una notizia
pubblicata su tutti i giornali. E poche settimane dopo, uno scivolone in
bagno di Zaccagnini pure. I due episodi entrarono nell'antologia del
femminismo come esempio ironico di che cosa vuol dire che il personale è
politico: per gli uomini potenti è politico persino  il personale più
pettegolo (erano fichi avvelenati? Zaccagnini aveva bevuto?): se invece una
donna veniva violentata, era offesa la morale e la persona poteva pure
darsi che venisse creduta simulatrice o provocante. Per far diventare
politico il personale delle donne ci sono volute lotte importanti e la cosa
non è ancora consolidata. Per esempio l'aver rifiutato -al tempo in cui fu
fatta la 194- dissuasori o persuasori nei consultori perchè le donne non
sono sceme nè cittadine sotto tutela e sanno e possono decidere da sè, è
posizione non ancora uscita dal personale,  non  è diventata politica, a
vedere che le prese di posizione contro la presenza di "volontari" del
movimento per la vita nei consultori sono deboli scarse e stupite.

  Per questa ancora esistente disparità sulla valutazione politica o
personale dei fatti, sarebbe bene che gli uomini potenti che possono far
diventare politica qualsiasi notizia che riguardi le loro viscere, fossero
molto discreti. Sia  perchè la discrezione è una bella virtù civile, sia
perchè  è facile che le rivelazioni sui propri itinerari interiori siano
strumentalizzate o credute opportunistiche (Parigi val bene una messa)
sospettate, usate malamente. Sembra che Bertinotti sia da qualche tempo
incamminato in una ricerca spirituale sulla quale non ho nulla da dire, se
non che a me non interessa e non mi pare rilevante che se ne parli sui
giornali, anche perchè si tramuta subito in giudizi su fatti italiani del
momento, sui quali sarebbe bene tenere posizioni molto precise. Ad esempio
non si capisce davvero che cosa c'entri l'ottopermille con la ricerca di
Dio: molti credenti colti di teologia e di storia della chiesa pensano
persino che sia una forma di simonia. Comunque se l'ottopermille va bene,
perchè Bertinotti non fa propria una proposta di legge presentata da tempo
da Elettra Dejana (in accordo con associazioni di donne) per estenderlo
anche all' associazionismo politico femminile e femminista? sarebbe un
certo riequilibrio tra i generi nell'accesso a risorse economiche, e  molte
donne invece di lasciare l'ottopermille allo stato perchè non vogliono
darlo alle chiese, lo destinerebbero ad associazioni femminili e femministe
evitando così che -lasciato allo stato per fini umanitari- sia stornato a
sostenere i costi della spedizione "umanitaria" a Nassirija.

  E per venire al merito: oggi è in corso una vera programmata lotta di
riconquista neotemporalista da parte della chiesa cattolica, di inusitata
pesantezza e antistoricità. Essa urta profondamente i livelli di coscienza
raggiunti, come si vede persino dal gradimento di prograrmmi televisivi che
usano una certa dose giornaliera di ironia contro la Cei Ruini il papa. Che
vi sia un buon livello di coscienza civile si vede ad esempio dalla
manifestazione studentesca con i suoi contenuti a difesa della scuola
pubblica e della laicità e con un serio livello critico e di autonomia
personale a sentire gli e le studenti intervistate dai tg. Non vedremo mica
le firme di "intellettuali" di sinistra sotto l'appello uscito lo stesso
giorno per sostenere che ai giovani bisogna impartire una "educazione" ? la
divaricazione è enorme. Moltissimi giovani e ragazze chiedono un rapporto
scolastico fondato sul rispetto e sulla critica (cioè l'essenziale di una
scuola pubblica) e viene loro proposto l'ammaestramento e l'educazione
autoritaria. Le donne propongono un loro cammino di riflessione sul perchè
della sconfitta al referendum e nessuno ribatte alle insidie quotidiane in
materia riproduttiva dando la parola alle donne o almeno imparando la
nostra storia.

   In generale credo che oggi sia necessario un atteggiamento rigorosamente
laico, proprio perchè la cultura religiosa in Italia è scarsa e
naturalmente il personale ecclesiastico ne possiede più del normale
politico italico e per di più la esprime autoritativamente. E perchè vi è
un crescente fastidio popolare per l' inframmettenza dei preti condivisa
anche da preti e anche perchè non  se ne può più che laicità sia intesa
come confronto tra confessioni religiose, il che si deve chiamare
propriamente ecumenismo. Laicità è esposizione di posizioni razionali e
situate storicamente, senza pretese autoritative e con disposizione al
confronto alla pari. Bisogna davvero sottrarsi persino con puntigliosità e
non lasciarsi coinvolgere in dispute giornalistiche su cose di religione.
Il Vaticano non è uno stato democratico nè di diritto e non può far parte
come stato dell'Europa politica. Come pretende di dire su quali basi va
collocata? Le scelte religiose di ciascuna persona non sono rilevanti per
la presenza o il giudizio politico: è persino una decisione del concilio:
nelle elezioni  i credenti debbono scegliere le persone competenti, non le
persone credenti in quanto tali. Faccio un esempio: durante la campagna
delle europee i giornali di Bolzano e Trento fecero a tutti quelli e quelle
che erano in lista interviste con domande "di varia umanità" tipo sui
romanzi letti, i film o le canzoni preferite gli sport praticati ecc. e
alla fine "Lei va a messa la domenica?". Risposi che non avevano diritto di
pormi la domanda, che non era rilevante politicamente. Avrei potuto
rispondere di no,  oppure che ho superato l'età entro la quale vi era
l'obbligo di rispettare il precetto, o che dopo il Vaticano secondo il
precetto non è più tale o che il cristianesimo non è una religione
dell'osservanza e già Dante sapeva che l'attenzione alle forme esteriori
della religione era bigottismo ignorante, dimostrando che ne sapevo più del
giornalista che mi aveva posto la domanda. Ma oggi credo che bisogni
resistere soprattutto al coinvolgimento religioso ossequiente  e attenersi
con scrupolo a dire che nessuno ha diritto di chiedere notizie
sull'appartenenza religiosa. Il diritto di non essere religiosi deve essere
affermato perchè oggi è ben poco riconosciuto e ormai Ruini si permette di
definire sprezzantemente "pallottole di carta" le critiche che gli vengono
mosse. A quando il foglietto con l'attestato del precetto pasquale o la
dichiarazione di battesimo sulla pagella scolastica? Alla condanna di un
magistrato che non vuole crocefissi nelle aule di tribunale ci siamo già.
Per fortuna (nostra, non loro) ci sono  le costituzioni islamiche con le
quali il papa se la prende perchè non rispetterebbero abbastanza i diritti
e i privilegi della chiesa cattolica. Così si capisce che persino per
garantire la libertà religiosa le religioni sono un ostacolo, una
difficoltà, mentre lo stato laico le tutela per sua intrinseca natura di
sostenitore e garante delle libertà, tutte, non solo quella religiosa.