I crimini degl'immigrati e il nonsenso della repressione.Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza, Lecce
 
Cari amici,
                     il Movimento ha preparato questo intervento sui certi crimini degl'immigrati, sul nonsenso della repressione, sulla necessità di sottrarli all'emarginazione. Chiede il vostro aiuto.
Gli indirizzi:
Bologna: Sergio Cofferati, piazza Maggiore 6, 40121, Bologna/ sindaco at comune.bologna.it

Milano: Gabriele Alberini, Palazzo Marino, Piazza della Scala 2, 20121, Milano

sindaco.albertini at comune.milano.it

Varese: Aldo Fumagalli , via Sacco 5, 21100 Varese / tel. 0332 25523/ sindaco at comune.varese.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 

 

Ai Sindaci di Bologna, Milano, Varese

Sergio Cofferati, Gabriele Albertini, Aldo Fumagalli

Ai Sindaci delle maggiori città italiane

 

I crimini degl’immigrati e il nonsenso degl’interventi repressivi

 

Alcuni crimini succedutisi in breve tempo il mese scorso – lo stupro compiuto da due marocchini a Bologna, l’altro compiuto da cinque rumeni a Milano, l’accoltellamento compiuto da un albanese a Varese – hanno suscitato reazioni scomposte e insensate.

È vero che quei crimini furono compiuti da immigrati cosiddetti “clandestini”, cioè privi di permesso di soggiorno in quanto privi di un regolare lavoro;  ed è vero che la quasi totalità degl’immigrati incarcerati, per crimini vari, appartengono alla categoria dei clandestini. Ma questo non è se non la riprova dell’inopportunità e dell’iniquità della legge Bossi-Fini che, come molti avevano previsto, è diventata una fabbrica di clandestini.   

 

Perciò la legge dev’essere corretta, dev’essere riaffermato il principio che quella legge ha negato, principio umano e cristiano, proprio di tutta la tradizione occidentale, il “principio di accoglienza”, e con esso il “principio fraterno”. E quindi i Centri di accoglienza, e l’intera prassi che accoglie l’immigrato come fratello bisognoso e lo aiuta a trovare lavoro, casa, assistenza; lo aiuta a integrarsi nella nostra società, a diventare cittadino a pieno titolo come noi siamo. Cosa che si può fare, modificando via via gli attuali Cpt con funzioni di accoglienza.

 

Su questo punto è in corso l’azione di un importante gruppo di Presidenti di Regione.

Ma l’azione dei Sindaci non è meno importante né meno urgente. Dove bisogna passare con decisione e rapidità dalla repressione all’integrazione. La repressione non risolve; i commissariati di polizia e le telecamere non risolvono.

Bisogna sviluppare una politica degli alloggi. Non è ulteriormente tollerabile che gl’immigrati vivano in baraccopoli, in fabbriche in disarmo, in alloggi pubblici abbandonati e fatiscenti, occupati abusivamente. Hanno diritto alla loro casa, nella quale possano vivere dignitosamente, e che costituisce un punto essenziale per la loro dignità e il loro comportamento dignitoso.

I centri storici degradati e abbandonati a loro devono essere risanati e riportati ad una normale o anche superiore abitabilità. Senza però che gl’immigrati siano espulsi e costretti ad altre soluzioni d’emergenza.

I Comuni devono istituire degli uffici di accoglienza che si occupino dei clandestini, come di coloro che sono – o sono rimasti – senza lavoro  o/e casa; e con grande umanità li aiutino, li sostengano, li guidino.

 

Questo è anche il parere dei maggiori studiosi ed esperti del problema. Il Movimento per la società di giustizia ritiene che questo sia il dovere delle amministrazioni comunali e il vero bene delle loro comunità.

                                                                             Per il Movimento, il Responsabile

Lecce, il 25 luglio 2005                                               Prof. Arrigo Colombo

   

 

 

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia