LA FERRARI SI DISSOCI DA BRIDGESTONE/FIRESTONE



LA FERRARI SI DISSOCI DA BRIDGESTONE/FIRESTONE


Gravi le responsabilita' della multinazionale  nippo-americana
Bridgestone/Firestone che fornisce le gomme  alla ''Rossa'' di Maranello,
per il trattamento quasi  schiavistico di operai in Africa e per le
responsabilita'  dell'inquinamento del territorio ad Harbel City in
Liberia. La multinazionale nippo-americana  Bridgestone/Firestone sfrutta
ad  Harbel City in Liberia ventimila dipendenti nella piu' grande
piantagione di caucciu' del gruppo.
Dipendenti che vanno al lavoro alle 4 e smettono alle 16,  per 1,5 dollari
al giorno. Operai costretti a utilizzare  sostanze chimiche senza alcuna
protezione sanitaria.  Firestone che inquina, con enormi scarichi, il fiume
Farmington, senza che alcuna autorita' possa o voglia alzare  il dito per
denunciare il fatto.
Una multinazionale che  succhia tonnellate di caucciu', senza produrre in
loco alcun  oggetto di gomma: la trasformazione e la lavorazione
avvengono, infatti, interamente all'estero.
Situazioni di  degrado e abuso che non sono merce rara in Africa.
Ma stavolta l'affaire Bridgestone/Firestone  e' diverso. Perche' la
multinazionale ha acquisito crediti e  onori, in questi ultimi anni, per
aver legato in modo  strettissimo il suo marchio a quello solare e vincente
della  Ferrari a utilizzare quei pneumatici. Il granello che finisce nel
serbatoio della  ''Rossa'', ai nostri occhi, e' un sasso. Un macigno. Che
vogliamo lanciare sulla pubblica piazza.
Un'azienda, come quella del cavallino rampante, che si dice attenta a
rapporti di produzione e di lavoro ''eticamente''  sani, non può sfuggire a
domande di responsabilita'. 
E' noto a  Montezemolo & soci che il loro partner di lavoro privilegiato
e' un'azienda che vive e prospera anche sulle catene dei suoi  operai?
La notizia e' motivo di riflessione nei piani alti di  Maranello.
E' piu'  giusto lamentarsi che quelle gomme ti fanno  perdere al giro, o di
quelle braccia e di quei volti che non  vedono mai l'alba della loro
liberazione economica ?
Domande,  forse, retoriche nella grande giostra del business e
dell'affarismo border-line. Sono questi gli  interrogativi che giriamo ai
vertici dell'azienda modenese,  nella speranza che le nostre attese non
vengano parcheggiate  nell'illusione di una risposta che non arriva.


tratto da un editoriale di ''Nigrizia''
rivista dei  missionari comboniani italiani