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Il NO francese e l'occasione perduta dei federalisti europei.
- Subject: Il NO francese e l'occasione perduta dei federalisti europei.
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Mon, 30 May 2005 22:25:44 +0200 (CEST)
Il NO francese e l'occasione perduta dei federalisti europei. di Francesco Lauria* Sconcerto, indifferenza, ipocrisia, autolesionante ottimismo. Se pensiamo alle reazioni che si sono susseguite in queste ore da parte della classe politica europea favorevole, per convenienza o per convinzione, al trattato costituzionale, la valanga di no francesi forse non è stata sufficiente. Quella del no in Francia è stata una campagna certamente contraddittoria in cui si sono mischiate le più diverse e, a volte, le più demagogiche parole d'ordine. Ma se ci facciamo caso non c'è stata alcuna parola d'ordine del sì. E' mancata e manca la progettualità politica, il disegno europeo nel complesso quadro globale. Quella del sì al trattato costituzionale (o se proprio vogliamo essere generosi, al "tentativo di costituzione") è stata una campagna del silenzio. Silenzio di parole perchè era impossibile difendere un compromesso che non portava a nulla. La lezione che viene dalla Francia non è un no all'Europa che verrà, ma un no all'Europa che è, che esiste, persa nel suo non essere. Un no ad una evoluta zona di libero scambio e ad una "zona" monetaria che non scalfisce per nulla lo strapotere del dollaro come moneta di riferimento degli scambi e dell'eterea e potente finanza internazionale e ad una finta democrazia in cui i poteri del Parlamento sono ancora embrionali. Quella che è all'ordine del giorno è "la QUESTIONE DELL'EUROPA POLITICA". E l'Europa politica è il più potente segno di necessaria debolezza da lanciare, senza presunzione, al mondo diviso e in competizione permanente. Il messaggio nonviolento, dell'Europa politica in divenire è la creazione fattiva di uno spazio in cui competitività, paradigma dello sviluppo, evoluzionismo econazionalista, vengono rimessi in discussione. Il paradosso dei federalisti è di non aver colto il silenzio parolaio di governi, partiti, società civile, cittadini, di fronte al sogno in divenire e all'immaginario di partecipazione incarnato dalla prospettiva dell'Europa politica e federalista. Federalista e non solo federale. Poichè il federalismo è dialogo, costruzione, partecipazione, unità non omogenea, ma condivisa. Per questo il sogno dell'Europa politica è necessario e urgente. Può rappresentare un esempio, una scia e non un paradigma per il mondo. Sentiero, di pace e democrazia e non solo fredda moneta, regolamenti, lobbies e (utili) fondi strutturali. L'occasione è davvero stata perduta dai federalisti europei poichè si sono accodati comodamente all'euroretorica. Ora devono ripartire. E l'Europa politica deve saper essere sogno concreto di una prospettiva aperta, ma non evanescente. E poichè la politica anche quando sogna è "arte del possibile" la prospettiva realizzabile non può che essere quella di un NUCLEO FEDERALE inserito in un'Unione più ampia, di un'Europa sociale e resistente, ma non conservatrice, di una democrazia democratica e nonviolenta. L'Europa politica è un dovere per ognuno di noi. Ora. *presidente Europa Plurale per un federalismo globale http://europaplurale.org ___________________________________ Yahoo! Mail: gratis 1GB per i messaggi e allegati da 10MB http://mail.yahoo.it
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