I recenti avvenimenti papali e la stampa italiana.Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: I recenti avvenimenti papali e la stampa italiana.Documento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Wed, 25 May 2005 22:39:51 +0200
Movimento per la società di giustizia e per la
speranza, Lecce
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo documento relativo a un
certo comportamento della stampa, per il quale chiede il vostro aiuto. Qui
gl'indirizzi postali e email dei direttori di alcuni giornali:
Gazzetta del Mezzogiorno, Lino Patruno, Via Scipione l’Africano 264, 70124 Bari lino.patruno at gazzettamezzogiorno.it Il Corriere della sera, Paolo Mieli, Via Solferino 28, 20121 Milano tel. 6339/ pmieli at corriere.it Il Messaggero, Paolo Gambescia, Via del Tritone 152, 00187 Roma/ paolo.gambescia at ilmessaggero.it
la Repubblica, Ezio Mauro, Via Cristoforo Colombo 90, 00147 Roma/ e.mauro at repubblica.it La Stampa, Marcello Sorgi,Via Marenco 32, 10126 Torino/ segrdir at lastampa.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la
Speranza Lecce
I
recenti avvenimenti papali e gli errori della stampa
italiana Alcune settimane ormai ci separano da quei due avvenimenti che tanto scalpore hanno suscitato, in Italia particolarmente: la morte di papa Wojtyla, l’elezione del nuovo papa. E una riflessione su di essi s’impone. Vi si deve distinguere un evento popolare, e un evento mediatico; con influsso reciproco, con un’incidenza a catena. Un evento popolare inizialmente spontaneo, su cui sono intervenuti i media che l’hanno ulteriormente stimolato, ricevendone un ulteriore stimolo. Sì che ne è venuto qualcosa di enorme, un ciclone mediatico-popolare. Ai quotidiani italiani il Movimento rimprovera due cose. L’eccesso, anzitutto, le decine di pagine che giorno dopo giorno amplificavano gli avvenimenti. E il carattere laudativo, trionfalistico; la scarsità di spirito critico, di valutazione critico-creativa degli avvenimenti e delle persone. Poiché si trattava di papi, cioè di monarchi di tipo assoluto, di vertici di un modello imperiale che si è instaurato lungo la decadenza e la caduta dell’Impero romano, mutuandone la struttura lungo il primo millennio, per affermarla incondizionatamente dall’inizio del secondo (con Gregorio VII, Innocenzo III, Bonifacio VIII). Un modello di potere assoluto che ancora oggi è rimasto intatto. Poiché la decisione ultima spetta sempre al papa e nessun organo o maggioranza la può contrastare; non il Concilio, non la maggioranza dei cardinali in Concistoro. E analogo è il potere dei vescovi nelle diocesi. E si trattava di un papa, Wojtyla, che in nulla ha allentato questo assolutismo, ma semmai lo ha potenziato (si veda il codicillo a proposito dell’insegnamento ordinario; la ripresa della scomunica; le condanne dei migliori teologi, come Küng e Bof, e la teologia della liberazione). Un papa che ha fatto dei passi nella riconciliazione (gli ebrei, la modernità) e ha molto viaggiato; ma non s’è impegnato su nessuno dei grandi problemi, non ha mobilitato concretamente la chiesa per la pace o per debellare la povertà e la malattia; l’Aids in particolare, mentre si è barricato ridicolmente (o tragicamente) sull’interdizione del preservativo. Con questo comportamento la stampa non ha assecondato certo la laicità, la distinzione dei campi, il distacco critico dall’invadente potere ecclesiastico. Né la religiosità autentica, ma solo una maggiore esteriorizzazione e superficialità, la degradazione popolare del fatto religioso. Per il Movimento, il responsabile Prof. Arrigo Colombo Lecce, 16 maggio 2005 Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via
Monte S.Michele 49, 73100, Lecce, tel/fax
0832-314160
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