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Izzo
- Subject: Izzo
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Wed, 4 May 2005 11:04:12 +0200
L'on Castelli (non solo lui) è scattato nella crociata forcaiola dopo l'arresto del fascista del Circeo. Il grantismo vale sempre? E' un principo o è buonsenso? Il ministro, Izzo e l'amnistia In fisica esiste lo "zero assoluto": è il punto di freddo sotto il quale non c'è più nulla (273 gradi sotto zero). Anche in politica c'è un punto di degrado sotto il quale è impossibile scendere. Questo punto lo si raggiunge quando di fronte a un atroce delitto, a una sciagura dolorosa, misteriosa, commovente - per esempio l'uccisione di una bambina e della sua mamma - ci si chiede: "potrei avere io da questo episodio qualche vantaggio politico? Potrebbero consolidarsi le mie posizioni? Potrei trarne l'occasione per danneggiare i miei avversari? ". Per fortuna accade raramente. In genere anche i più cinici tra gli uomini politici, sia di sinistra che di destra, conoscono i limiti oltre i quali il loro cinismo non deve spingersi. Ogni tanto però accade. E' accaduto al ministro della Giustizia, Castelli, il quale, quando ha saputo che Angelo Izzo era stato arrestato con l'accusa di avere ucciso - appunto - una bambina e la sua mamma (mentre si trovava in libertà vigilata), ha pensato di dichiarare a un paio di giornali importanti che l'arresto di Izzo dimostra come l'idea di varare una amnistia in Italia sia un'idea balzana e pericolosa. Naturalmente si può anche rispondere a Castelli nel merito - e qualcuno lo ha fatto - spiegandogli che l'amnistia c'entra pochissimo con l'affare Izzo, perché l'amnistia interesserebbe le condanne inferiori ai 4 anni, mentre Izzo è un ergastolano: ma questi ragionamenti - temo - sono tempo sprecato. Se uno non ha voglia di capire non capisce. Però Castelli interpreta a modo suo, con tutta la rozzezza possibile, un filo di pensiero che sta nel senso comune ed è alimentato da grandissima parte della politica, della stampa e della macchina dei mass media. Il pensiero è questo: meglio punire duro che rischiare la clemenza. Meglio tre innocenti in galera che un delinquente libero. Meglio pene eccessive che troppo indulgenti. Per essere più chiari: la giustizia deve essere una macchina severa che serva a proteggere la "gente per bene" dalla devianza. La giustizia deve essere al servizio dei giusti, non dei colpevoli, o dei sospetti. Questo forcaiolismo, di norma latente o contenuto, esplode in occasione dei delitti più efferati, atroci e spettacolari. Naturalmente Angelo Izzo è un "mostro" perfetto. E' fascista, è antipatico, è stato legato alla destra romana violenta degli anni settanta, ai servizi segreti, è autore di un delitto agghiacciante che ha avuto per vittime due dolcissime ragazze della periferia romana, torna alla ribalta della cronaca nera sotto il tragico sospetto di avere di nuovo ucciso, forse per semplice follia sessuale, due donne delle quali una bambina. Qualcuno ha il coraggio di difenderlo? Non c'è niente da difendere, accerterà la magistratura se è colpevole. Bisogna semplicemente avere il coraggio di dire che il garantismo è un valore - a prescindere dal delitto e dall'autore del delitto - perché è l'unica forma di giustizia "superiore", che non si realizza cioè in nome degli interessi di una parte della società, che non esprime una forma legale e istituzionale di vendetta, o di protezione, ma si afferma sulla base di un principio e di una idea di pacificazione e di tolleranza, non di guerra. Piero Sansonetti __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA
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