Izzo



L'on Castelli (non solo lui) è scattato nella crociata forcaiola dopo l'arresto
del fascista del Circeo. Il grantismo vale sempre? E' un principo o è
buonsenso?

Il ministro, Izzo e l'amnistia

In fisica esiste lo "zero assoluto": è il punto di freddo sotto il quale
non c'è
più nulla (273 gradi sotto zero). Anche in politica c'è un punto di degrado
sotto il quale è impossibile scendere. Questo punto lo si raggiunge quando di
fronte a un atroce delitto, a una sciagura dolorosa, misteriosa, commovente -
per esempio l'uccisione di una bambina e della sua mamma - ci si chiede:
"potrei
avere io da questo episodio qualche vantaggio politico? Potrebbero consolidarsi
le mie posizioni? Potrei trarne l'occasione per danneggiare i miei
avversari? ".

Per fortuna accade raramente. In genere anche i più cinici tra gli uomini
politici, sia di sinistra che di destra, conoscono i limiti oltre i quali il
loro cinismo non deve spingersi.

Ogni tanto però accade. E' accaduto al ministro della Giustizia, Castelli, il
quale, quando ha saputo che Angelo Izzo era stato arrestato con l'accusa di
avere ucciso - appunto - una bambina e la sua mamma (mentre si trovava in
libertà vigilata), ha pensato di dichiarare a un paio di giornali
importanti che
l'arresto di Izzo dimostra come l'idea di varare una amnistia in Italia sia
un'idea balzana e pericolosa.

Naturalmente si può anche rispondere a Castelli nel merito - e qualcuno lo ha
fatto - spiegandogli che l'amnistia c'entra pochissimo con l'affare Izzo,
perché
l'amnistia interesserebbe le condanne inferiori ai 4 anni, mentre Izzo è un
ergastolano: ma questi ragionamenti - temo - sono tempo sprecato. Se uno non ha
voglia di capire non capisce.


Però Castelli interpreta a modo suo, con tutta la rozzezza possibile, un
filo di
pensiero che sta nel senso comune ed è alimentato da grandissima parte della
politica, della stampa e della macchina dei mass media. Il pensiero è questo:
meglio punire duro che rischiare la clemenza. Meglio tre innocenti in
galera che
un delinquente libero. Meglio pene eccessive che troppo indulgenti. Per essere
più chiari: la giustizia deve essere una macchina severa che serva a proteggere
la "gente per bene" dalla devianza. La giustizia deve essere al servizio dei
giusti, non dei colpevoli, o dei sospetti. Questo forcaiolismo, di norma
latente
o contenuto, esplode in occasione dei delitti più efferati, atroci e
spettacolari.

Naturalmente Angelo Izzo è un "mostro" perfetto. E' fascista, è antipatico, è
stato legato alla destra romana violenta degli anni settanta, ai servizi
segreti, è autore di un delitto agghiacciante che ha avuto per vittime due
dolcissime ragazze della periferia romana, torna alla ribalta della cronaca
nera
sotto il tragico sospetto di avere di nuovo ucciso, forse per semplice follia
sessuale, due donne delle quali una bambina. Qualcuno ha il coraggio di
difenderlo? Non c'è niente da difendere, accerterà la magistratura se è
colpevole. Bisogna semplicemente avere il coraggio di dire che il garantismo è
un valore - a prescindere dal delitto e dall'autore del delitto - perché è
l'unica forma di giustizia "superiore", che non si realizza cioè in nome degli
interessi di una parte della società, che non esprime una forma legale e

istituzionale di vendetta, o di protezione, ma si afferma sulla base di un
principio e di una idea di pacificazione e di tolleranza, non di guerra.

Piero Sansonetti


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA