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Europa e Asia centrale: attivisti per i diritti umani minacciati, torturati e perseguitati
- Subject: Europa e Asia centrale: attivisti per i diritti umani minacciati, torturati e perseguitati
- From: press at amnesty.it
- Date: Tue, 3 May 2005 12:58:38 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS61-2005 EUROPA E ASIA CENTRALE: ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI MINACCIATI, TORTURATI E PERSEGUITATI, DENUNCIA AMNESTY INTERNATIONAL In occasione della Giornata mondiale per la liberta' di stampa, Amnesty International si schiera al fianco degli attivisti per i diritti umani di Bielorussia, Federazione Russa, Turchia e Turkmenistan. Questi, secondo l'organizzazione per i diritti umani, sono quattro tra i paesi dell'area euro-asiatica che presentano il piu' alto livello di repressione nei confronti di chi esercita legittimamente il diritto alla liberta' di espressione, associazione e riunione. In questi paesi le iniziative degli attivisti per i diritti umani vengono criminalizzate dalle autorita', che ordinano ed eseguono minacce, arresti e torture senza timore di ripercussioni. In Bielorussia, le autorita' non tollerano alcun dissenso pubblico e hanno un monopolio pressoche' totale sull'informazione: chi critica il regime rischia la condanna, grazie a un sistema giudiziario che e' sotto il controllo del governo. Specifiche leggi restringono il campo d'azione di organizzazioni non governative, partiti politici, sindacati, giornalisti e chiunque intenda esprimere le proprie opinioni. Minacce, intimidazioni, arresti di massa, uso della forza eccessiva e lunghe pene detentive sono metodi impiegati con sempre maggior frequenza per schiacciare ogni forma di dissenso politico o civile. In Turkmenistan, chiunque sia sospettato di essere un dissidente rischia di essere sottoposto a processi iniqui, maltrattamenti e torture. I suoi parenti, in molti casi, vengono licenziati e sfrattati e le loro proprieta' confiscate. I gruppi indipendenti della societa' civile si trovano nell'impossibilita' di operare e molti attivisti sono stati costretti a fuggire all'estero. Le autorita' controllano i mezzi d'informazione e hanno adottato una serie di misure per impedire l'accesso a fonti indipendenti e la diffusione all'estero di notizie considerate compromettenti; a farne le spese sono i giornalisti locali che collaborano con la stampa estera critica nei confronti del paese. Saparmurat Niyazov, auto-proclamatosi presidente a vita e 'padre di tutti i turkmeni', domina ogni aspetto della vita del paese. Nella Federazione Russa, gli attivisti che tentano di diffondere informazioni sulla situazione dei diritti umani nel Caucaso del nord e le vittime che chiedono giustizia alla Corte europea dei diritti umani sono sempre piu' nel mirino delle autorita': alcuni di essi sono stati anche uccisi. Il governo russo sta rafforzando il controllo sui mezzi d'informazione e le notizie sulla situazione dei diritti umani in Cecenia e nelle repubbliche circostanti sono sottoposte a censura o ad auto-censura. In Turchia, nonostante alcune recenti riforme legali e costituzionali, coloro che difendono i diritti umani continuano a essere colpiti. Le loro iniziative e il loro diritto alla liberta' di espressione, associazione e riunione sono limitati da un'ampia serie di leggi e regolamenti. Molte autorita' locali (come capi di polizia, governatori, pubblici ministeri) continuano a considerare i difensori dei diritti umani alla stregua di 'nemici dello Stato'. Gli attivisti degli organismi per i diritti umani, come la Ihd (Associazione per i diritti umani), sono sottoposti a intimidazioni, arrestati, processati, torturati, sequestrati o uccisi. Almeno 12 rappresentanti dell'Ihd sono stati assassinati dal 1991: in molti casi gli assassini non sono stati identificati e le forze di sicurezza appaiono fortemente implicate in alcuni di essi. 'Il lavoro dei movimenti indipendenti per i diritti umani e' determinante in ogni societa', per salvaguardare i diritti umani di tutti e costruire una societa' basata sulla giustizia' ? ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'I governi devono garantire che le uccisioni, le 'sparizioni', le torture, i maltrattamenti e le minacce nei confronti degli attivisti per i diritti umani siano oggetto di inchieste indipendenti e imparziali che consentano di assicurare i responsabili alla giustizia'. Alcuni casi Il 16 gennaio 2004, nei pressi di Gudermes, in Cecenia, e' stato ritrovato il corpo mutilato del 29enne Aslan Davletukaev. Lavorava nella Societa' per l'amicizia russo-cecena, organismo non governativo che documenta le violazioni dei diritti umani nel Caucaso settentrionale. Davletukaev era stato arrestato dalle forze federali russe il 9 gennaio. Le indagini sul caso, aperte e chiuse diverse volte, non hanno ancora portato all'identificazione dei responsabili della sua morte. Il 30 settembre 2004 Elena Rovbetskaia, direttrice del settimanale indipendente bielorusso Birzha Informatisi, e' stata condannata al pagamento di una multa equivalente a 480 euro, per aver criticato il referendum con cui il presidente Lukashenko aveva ottenuto un terzo mandato presidenziale. Due mesi dopo, il settimanale e' stato chiuso per tre mesi per il medesimo 'reato'; a causa della mancanza di tipografie indipendenti, la sua pubblicazione e' ancora sospese. Nel luglio 2004 Saparmurat Ovezberdiev, corrispondente di Radio Liberty dal Turkmenistan, e' stato costretto a lasciare il paese. Era sottoposto a stretta sorveglianza da molti anni e a forti pressioni per abbandonare il lavoro. Anche i suoi familiari sono stati presi di mira nel tentativo di impedirgli di parlare. Il 19 aprile 2005, in Turchia, gli esponenti dell'Ihd (Associazione per i diritti umani), Eren Keskin, Saban Dayanan e Dogan Genc hanno ricevuto minacce di morte da parte di un gruppo ultranazionalista chiamato 'Brigate turche della vendetta'. Questo stesso gruppo aveva gia' rivendicato il tentato assassinio, nel 1998, dell'allora presidente dell'Ihd, Akin Birdal, rimasto gravemente ferito. FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 maggio 2005 Per ulteriori informazioni: Amnesty International, 'Dalla parte dei diritti umani', con una prefazione di Ivano Fossati, EGA Editore, Torino 2005 Russian Federation: Concerns over reports of 'disappearances' of relatives of Aslan Maskhadov http://web.amnesty.org/library/index/engeur460042005 Russian Federation: Human rights group threatened by security forces http://web.amnesty.org/library/index/engeur460012005 Russian Federation: The Risk of Speaking Out: Attacks on Human Rights Defenders in the context of the armed conflict in Chechnya http://web.amnesty.org/library/index/engeur460592004 Belarus: Suppressing the last voices of peaceful dissent http://web.amnesty.org/library/index/engeur490042005 Turkmenistan: The clampdown on dissent and religious freedom continues http://web.amnesty.org/library/index/engeur610032005 Turkey: Death threats/Fear for safety http://web.amnesty.org/library/index/engeur440142005 Human Rights Defenders at Risk http://web.amnesty.org/library/index/engact300202004 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. 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