i fascisti-torturatori-massacratori-terroristi di Stato turchi perfettamente dentro gli "standard" dell'"Unione Europea"



Title: i fascisti-torturatori-massacratori-terroristi di Stato turchi perfettamente dentro gli "standard" dell'"Unione Europea"
Le Guantanamo Turche benedette dall'unione Europea  




La Turchia ³non si lascerà legare mani e piedi dalla democrazia e dai diritti dell¹uomo²
Ahmet Görekçi, componente dello Stato maggiore turco

³numerose tracce di proiettili, il pollice sinistro tagliato, tracce di calci sul viso, fori di proiettile sui suo organi genitali, ferite che lasciano pensare che il suo corpo sia stato trascinato per una certa distanza².
Descrizione del corpo martoriato della combattente DHKC Songül Koçyigit, uccisa nel settembre 2004 dalle forze armate turche

"il solo strumento che abbiamo per resistere è il nostro corpo".
Sindacalista uscita dal carcere nel 1996

Giovedì 26 dicembre 2004, piazza , una giovane donna si da fuoco. Le fiamme lambiscono l'80% del suo corpo procurandole ustioni mortali.

Sergul Albayrak è una delle centinaia di vittime stroncate dal terrorismo politico ed etnico attuato dall'autocrazia militare turca con la l'appoggio interno dei massacratori fascisti Lupi Grigi e con il placet di Stati Uniti ed Unione Europea.

Agli inizi degli anni90 per adeguarsi agli standard dell'Unione Europea al fine di entrare a farvi parte, la Turchia decise di introdurre un nuovo tipo di carceri, le prigioni di tipo F.
I vecchi carceri , che permettevano l'instaurarsi di forme di socialità e solidarietà (Nazim Hikmet, il maggior poeta turco del XX secolo, scrisse qui la sua opera principale), iniziarono così ad essere smantellati. Al loro posto sono sorte prigioni con celle da uno a tre detenuti, le così dette 'bare'.
Quel minimo di contatto umano che permetteva ai prigionieri di non sentirsi totalmente umiliati in condizioni già al limite della sopravvivenza (sporcizia, violenze, pestaggi, nessuna cura medica, cibo scadente come testimoniato da numerosi rapporti delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani), è stato sottratto dal regime criminale.

A partire dal 1993 iniziarono i primi scioperi della fame sino alla morte per protestare contro la nuova situazione carceraria. A portarli avanti in un primo momento furono soprattutto i prigionieri politici. In seguito si unirono alla lotta anche i prigionieri appartenenti alle minoranze oppresse (in primis i kurdi).

In Turchia i detenuti politici sono composti per lo più da sindacalisti e attivisti di sinistra, i movimenti di lotta, anche armata, non sono diretti da avanguardie intellettuali, ma dagli stessi lavoratori. Il mix di capitalismo selvaggio e dittatura militar-fascista obbliga operai e i contadini a forme estreme di rivolta.

Il picco della protesta si ebbe nel 2000 quando la lotta dei prigionieri portò i familiari e le persone solidali a sfidare il regime nelle piazze. Si sviluppò un vero e proprio movimento popolare di protesta.
Per ragioni di facciata legate all'ammissione nella Unione Europea, in un primo momento il governo turco si trattenne dallo schiacciare le proteste di massa.
Quando però la maggioranza del Parlamento Europeo bocciò una mozione in cui si chiedeva la condanna dello Stato turco per la condizione dei prigionieri e nello stesso tempo si espresse a favore delle prigioni di tipo ³F², la rabbia dei militari indignati dagli oltraggi delle piazze fu lasciata libera di impazzare e le carceri vennero assaltate con inaudita violenza da veri e propri squadroni della morte dell'esercito.

Così il familiare di un prigioniero ricorda gli effetti dell'operazione denominata Ritorno alla Vita, forse per affinità con le tecniche propagandistiche goebbelsiane: ³L'esercito aveva abbattuto le mura del carcere con i buldozer e c'erano soldati armati sui tetti, dalle finestre usciva fumo, tanto fumo. Poi hanno iniziato ad uscire le ambulanze, trasportando corpi carbonizzati!
Che razza di autorità è quella che compie un simile massacro contro i prigionieri che avevano come armi solo slogan da gridare dentro le mura di un carcere?
Molti di loro erano da due mesi in sciopero della fame, erano deboli, sfiniti: come avrebbero potuto difendersi?
Trenta prigionieri sono morti nell'operazione e a centinaia stanno morendo nel silenzio, lasciati senza cure in balia delle torture dei militari.
Negli ospedali i medici sono militari perché i civili sono stati picchiati e allontanati, e, non solo non li curano, ma continuano a picchiarli selvaggiamente!".

In risposta al massacro del dicembre 2000, lo sciopero si estese ulteriormente. Dal 20 dicembre di quell'anno a oggi sono caduti oltre 110 giovani prigionieri in sciopero della fame sino alla morte. Più di 600 sono ridotti a larve umane a causa di forme criminali di alimentazione forzata.

Sergul, Songul e tutti i compagni che lottano e muoiono per il RISPETTO e il DIRITTO ALL' AUTODETERMINAZIONE degli INDIVIDUI e dei POPOLI, non sono terroristi e non sono folli invasati: sono PARTIGIANI COSTRETTI alla LOTTA dalla BARBARIE dello STATO e del CAPITALE!

LIBERTA' e SOLIDARIETA' PER TUTTE LE PRIGIONIERE E I PRIGIONIERI TURCHI!
RISPETTO PER SERGUL e PER TUTTI COLORO CHE VOGLIONO DECIDERE DELLA PROPRIA VITA, DELLA PROPRIA LOTTA!


Giovedì, 10 Febbraio 2005 - 08:40 PM

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