MAFIA S. p. A.



MAFIA S.p.A.

La mafia non c'è più, non c'è più, non c'è piùŠ Questo potrebbe essere il
ritornello del governo. Avete notato che da quando è in carica l'attuale
esecutivo (retto sulla triade forzista-leghista-neofascista, benché il
"lifting" imposto da Fini al suo partito suggerisca il termine postfascista
in luogo dell'aggettivo neofascista da me usato) non si sente più parlare
di mafia? E, soprattutto, non si sente più parlare di lotta alla mafia,
come se questa fosse stata definitivamente debellata!
Qualcuno potrebbe obiettare: come ti viene in mente? E' accaduto qualcosa,
un episodio particolare che ti induce a simili affermazioni? Il fatto
curioso, ma significativo, è che non è accaduto un bel nulla, per cui tutto
tace, e ciò mi inquieta abbastanza! Tace il governo Berlusconi, tacciono i
suoi ministri, compreso quello degli Interni, il quale si affanna a
lanciare preoccupanti allarmi relativi alle minacce terroristiche, specie
di matrice islamico-integralista. Tacciono le varie istituzioni nazionali,
tacciono i mass-media (è il dato più angosciante se si pensa, ad esempio,
che lo scorso anno, alla direzione di un popolare festival della canzone
italiana è stato posto nientemeno che un noto sodale di mafiosi). Tacciono
soprattutto i media ufficiali e nazionali - televisione, radio, stampa.
Insomma, pare che si sia instaurato un clima di "omertà di stato". Appena
qualche giornalista scrupoloso e coscienzioso prova ad indagare con
inchieste rigorose sul fenomeno mafioso, gli esponenti del centro-destra
insorgono dicendosi vittime di calunnie e diffamazioni.
Si pensi alla recentissima polemica del governatore della regione
siciliana, Totò Cuffaro (tra l'altro inquisito), il quale non ha gradito un
audace servizio giornalistico della trasmissione televisiva Report,
incentrato proprio sul tema della mafia.
Ebbene, malgrado tutti - o quasi tutti - tacciano, mentre Berlusconi non
tace e spara a zero sul presunto pericolo comunista che lo ossessiona da
quando è nato (o da quando è diventato cavaliere, anzi il "cavaliere nero"
per antonomasia), e nonostante la criminalità mafiosa (ma non
sottovalutiamo le altre organizzazioni delinquenziali, quali la camorra che
è ritornata alla ribalta in tutta la sua ferocia ed efferatezza, la
'ndrangheta, la sacra corona unita ecc.), sembra che si sia placata (?) in
quanto non si manifesta più in maniera brutale, cruenta e clamorosa,
tramite stragi o attentati sanguinosi come è accaduto in un passato neanche
troppo remoto (basti ricordare, ad esempio, gli eccidi che nel 1992
massacrarono i giudici Falcone e Borsellino), tuttavia la mafia c'è. Non si
palesa in modo eclatante e rumoroso, ma c'è. E lavora, continua ad agire
anche sul versante pubblico, in maniera subdola e strisciante, per
riorganizzarsi. Ma soprattutto per riciclarsi nei vari circuiti borsistici
e nelle reti finanziarie globalizzate, cucendo e ricucendo legami,
inseguendo e ricercando intese con le altre associazioni criminali.
Naturalmente, essa ha stabilito nuovi accordi di potere e si è assicurata
nuove protezioni politiche a livello locale, regionale e nazionale,
affidandosi alle forze politiche - in primo luogo Forza Italia (o Forza
mafia?) - che detengono saldamente le redini dell'esecutivo nazionale e
addirittura detengono un vero monopolio amministrativo nel governo della
regione e di numerose province siciliane.
Dunque, la mafia esiste ancora (purtroppo), ma opera senza clamore, e per
questo la ritengo potenzialmente più pericolosa ed eversiva rispetto al
passato, nella misura in cui essa si prepara a rafforzare il proprio
dominio politico e territoriale, il proprio potere economico-finanziario,
sul piano locale e nazionale, ma soprattutto a livello sovra-nazionale.
Eppure gli esponenti del governo sembrano sottovalutare il pericolo
mafioso, anzi lo ignorano intenzionalmente, per coprirlo e sottacerlo, un
po' come accadeva in Italia durante i famigerati governi democristiani di
centro-destra. Ricordate i governi Fanfani e Tambroni, quando il ministro
Scelba ordinava ai celerini di picchiare a sangue gli operai che
scioperavano per difendere i propri salari e rivendicare i propri
sacrosanti diritti sindacali, mentre affermava pubblicamente che "la mafia
non esiste" o che "la mafia è stata sconfitta"?
Sembra che siamo precipitati indietro di 50 anni, anche sul versante della
mafia!

Cavallo Pazzo