Iran: Leyla Mafi non è più in imminente rischio di esecuzione



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COMUNICATO STAMPA CS02-2005
IRAN: LEYLA MAFI NON E' PIU' IN IMMINENTE RISCHIO DI ESECUZIONE

Leyla Mafi, la ragazza diciannovenne condannata a morte in Iran per 'reati
di natura morale', costretta a prostituirsi sin da bambina, non e' piu' in
pericolo di esecuzione. Le autorita' iraniane hanno annunciato una
revisione del caso, alla luce delle notizie secondo le quali Leyla avrebbe
uno sviluppo mentale pari a quello di una bambina di otto anni.

Il 26 dicembre il ministro degli Esteri iraniano ha annunciato alla stampa
che il caso di Leyla Mafi era stato affidato agli organi competenti per
ulteriori indagini. E' possibile che la Corte suprema, prima di
pronunciarsi sulla condanna a morte ? che rimane in vigore ? attenda i
risultati di queste indagini, che potrebbero durare diversi mesi.

Leyla Mafi e' stata avviata alla prostituzione dalla madre all'eta' di
otto anni. Un anno dopo, ha dato alla luce il suo primo figlio ed e' stata
condannata a 100 frustate con l'accusa di prostituzione. A 12 anni e'
stata venduta a un uomo di nazionalita' afgana, la cui madre ha continuato
a farla prostituire. A 14 anni ha avuto altri due figli ed e' stata
condannata di nuovo a 100 frustate. Infine, e' stata venduta a un altro
uomo.

Leyla Mafi e' stata condannata a morte da un tribunale della citta' di
Arak per 'atti contrari alla castita'', ovvero per aver diretto un
bordello, aver avuto rapporti sessuali con consanguinei e aver dato alla
luce un figlio illegittimo. Un quotidiano di Teheran, alla fine dello
scorso novembre, aveva sollevato il caso, citando la disabilita' mentale
di Leyla e il fatto che la ragazza era stata condannata a morte solo sulla
base della propria testimonianza e senza essere esaminata da un medico.

Una seconda condanna a morte nei confronti di una donna e' stata sospesa
alla fine del 2004. Il 23 dicembre le autorita' iraniane hanno annunciato
di aver sottoposto alla Commissione per l'amnistia e la clemenza il caso
di Hajieh Esmailvand, condannata alla lapidazione per adulterio.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 12 gennaio 2005

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