[cultura] Il discorso di Togliatti a Bergamo del 1963 sulla guerra nucleare



Il 20 marzo 1963 Palmiro Togliatti tiene a Bergamo un discorso che ha come titolo "Il destino dell'uomo". Il segretario del Pci cerca di costruire il terreno per una collaborazione tra movimento comunista e il mondo cattolico sui grandi temi della pace a partire dalla necessità di salvare l'umanità dalla minaccia della guerra nucleare. 

Viene pubblicato su Rinascita ed è considerato uno dei discorsi più importanti di Palmiro Togliatti. 

Togliatti dice: «Eccoci così di fronte alla terribile, spaventosa “novità”; l’uomo, oggi, non può più soltanto, come nel passato, uccidere, distruggere altri uomini. L’uomo può uccidere, può annientare l’umanità. Mai ci si era trovati di fronte a questo problema, se non nella fantasia accesa di poeti, profeti e visionari. Oggi questa è una realtà. L’uomo ha davanti a sé un abisso nuovo, tremendo. La storia degli uomini acquista una dimensione che non aveva mai avuto. […] Di fronte alla minaccia concreta della comune distruzione la coscienza della comune natura umana emerge con forza nuova».

In quell'occasione sembrò emergere la comune convinzione che uno scontro fra Est e Ovest non potesse essere più militare e non più diretto. Quindi diventava non più concepibile la stessa idea della guerra globale. Tramontava l'idea della "guerra giusta" di fronte alla minaccia della distruzione reciproca.

La guerra globale non poteva più essere "giustificabile" alla luce delle sue conseguenze inaccettabili. L'etica della guerra giusta tramontava di fronte all'esigenza della sopravvivenza dell'umanità.

Pochi giorni dopo il discorso di Bergamo, papa Giovanni XXIII pubblica l'enciclica "Pacem in Terris".

Perciò questo discorso di Togliatti sarebbe entrato in relazione con la nuova visione del mondo che sarà esplicitata da Papa Giovanni XXIII nell'enciclica Pacem in terris (11 aprile 1963) in cui si rivolge «agli uomini di buona volontà» per scongiurare l’esito catastrofico di una guerra nucleare.