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[cultura] Primo Levi, a conclusione del libro "I sommersi e i salvati"
- Subject: [cultura] Primo Levi, a conclusione del libro "I sommersi e i salvati"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Sun, 28 Jan 2024 15:50:42 +0100
Primo Levi nella conclusione del suo ultimo capolavoro "I sommersi e i salvati" scriveva:
"L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...). Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
Testo estratto dalla mailing per la nonviolenza curata da Peppe Sini
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