La censura della Commissione Europea sui media russi. L’European Federation of Journalists (EFJ) è contro la decisione di oscurare i siti RT e Sputnik



La decisione dell'Unione europea di oscurare le trasmissioni di Sputnik ed RT (un tempo Russia Today) sul territorio comunitario è una decisione sbagliata e che, soprattutto nelle modalità, crea un precedente pericoloso che potrebbe essere usato in futuro per oscurare altre voci che potrebbero risultare sgradite. I due canali finanziati dal Cremlino sono accusati di “condurre azioni di disinformazione e manipolazione delle informazioni”, e di essere sotto il “controllo permanente, diretto o indiretto, delle autorità della Federazione russa”, nonché di essere “essenziali e determinanti per portare avanti e sostenere l'aggressione militare nei confronti dell'Ucraina e per la destabilizzazione dei Paesi vicini”. Sono accuse certamente gravi ma possono bastare per giustificare l'oscuramento, o ipoteticamente in futuro, la chiusura di un giornale, di un mezzo di informazione? Se lasciamo che i governi stabiliscano cosa è disinformazione e cosa no, stiamo delegando a loro la possibilità di decidere quali voci hanno diritto di essere ascoltate in Europa e quali no.

Il punto non è se le accuse rivolte a Sputnik e RT siano vere o meno, il punto è che non possiamo lasciare che a stabilirlo sia il potere politico, di qualunque colore esso sia. 

Alfonso Bianchi - giornalista

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https://europa.today.it/attualita/rt-sputnik-chiusura-giornali-russi.html)

Siamo sicuri che sia oscurare i siti della propaganda russa sia la strategia migliore per combattere la disinformazione?

Secondo Ricardo Gutiérrez, segretario generale dell’European Federation of Journalists (EFJ), la risposta è no. “Quest’atto di censura può avere un effetto totalmente controproducente sui cittadini che seguono i media che sono stati banditi — ha dichiarato —. Per noi è sempre meglio contrastare la disinformazione dei media propagandistici svelando i loro errori fattuali o il cattivo giornalismo”. Gutiérrez ritiene che “la sfida delle democrazie” è proprio ”combattere la disinformazione mantenendo al contempo la libertà di espressione”. E continua così: “Il vero antidoto alla disinformazione non è l’esclusione dei media, ma la promozione di un ecosistema mediatico che sia vibrante, pluralistico, professionale, etico, accessibile e totalmente indipendente da chi è al potere”.

Sulla stessa linea, Christo Grozev, ex direttore della rivista di giornalismo investigativo Bellingcat, sostiene che bloccando RT e Sputnik «non si otterrà alcun risultato positivo», in quanto ciò darà alla Russia «false giustificazioni per bloccare BBC o Der Spiegel», per fare degli esempi.

Anche Gürkan Özturan, coordinatore del progetto Media Freedom Rapid Response, è d’accordo: «La censura porta solo all’espansione dei problemi, anche di fronte alla disinformazione più sfacciata. Possiamo capirlo se lo fa la Russia, visto che il Cremlino non ha mai promesso un’atmosfera pluralistica. Ma se succede nell’Occidente, si va contro i suoi valori fondamentali». Per Özturan, questo potrebbe anche creare un precedente pericoloso per altri Stati: «Pensate al sistema informativo devastato di Paesi come la Turchia, che useranno questo come un pretesto per silenziare le voci indipendenti che rimanevano»

Queste informazioni sono tratte da 

https://zetaluiss.it/2022/03/02/rt-sputnik-europa-russia/

Zeta Luiss è il sito di informazione della Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” - Luiss Guido Carlo.

Anche su Articolo 21 si levano critiche. Vincenzo Vita scrive: “Se passa una simile impostazione, oggi capita a Rt e Sputnik, ma domani? E, poi, come si fa a criticare (giustamente) la Cina o i paesi in cui non è salvaguardata la fondamentale libertà o Internet è fuori legge, decretando un bavaglio vero e proprio?”


Anche in Francia si levano voci critiche sull’oscuramento di RT e Sputnik.
Il sindacato dei giornalisti francese, Snj-Cgt, protesta contro «un atto di censura». Viene riportato sul Manifesto. Vedere qui