Macellai a stelle e strisce. Il lato oscuro della guerra in Vietnam
- Subject: Macellai a stelle e strisce. Il lato oscuro della guerra in Vietnam
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Sun, 10 Apr 2022 21:54:10 +0200
La guerra del Vietnam raccontata dal giornalista investigativo Nick Turse
“Abbatterono a colpi di arma da fuoco vecchi seduti in casa loro, e bambini che correvano in cerca di un riparo. Lanciarono granate nelle abitazioni senza neanche preoccuparsi di guardare prima dentro. Un ufficiale afferrò una donna per i capelli e le sparò a bruciapelo un colpo di pistola. Un'altra donna che usciva di casa con un neonato in braccio fu abbattuta sul posto. Un altro soldato apri il fuoco con il suo fucile M-16 sul fagottino indifeso caduto a terra. In quattro ore, metodicamente, gli uomini della compagnia Charlie massacrarono più di cinquecento vittime indifese, uccidendo gli abitanti del villaggio uno o due alla volta, oppure a piccoli gruppi, e raccogliendone molti altri in un canale di scolo, che poi tramutarono in un orrendo mattatoio. Tutto questo avvenne senza incontrare alcun ostacolo, tanto che si presero una pausa di riposo per pranzare, nel bel mezzo della carneficina. Oltre a uccidere, stuprarono donne e ragazzine, mutilarono cadaveri e diedero sistematicamente fuoco alle case, e per finire inquinarono l'acqua potabile della zona".
E' il massacro di My Lai del 16 marzo 1968.
Fare i "macellai", in Vietnam, era non un'espressione di semplice sadismo: era una prassi consolidata.
Come potevano i soldati americani documentare di aver ucciso i vietnamiti?
"Il modo per provare la conta era consegnare un orecchio", spiega Nick Turse in un'intervista. E aggiunge: "C’erano incentivi legati alla conta dei corpi, come vacanze in resort sulla spiaggia o birra in più e medaglie". Quindi fare i "macellai" era conveniente e questo creava uno spirito di emulazione in quanto la pratica di portarsi dietro un pezzo di vietnamita era consolidata e assolutamente approvata dai comandanti che non credevano alle parole ma volevano vedere i fatti.
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