Il Governo Monti ignora di nuovo l'esito del referendum!



Decreto per la crescita – Energia, rifiuti e servizi pubblici locali

 

Il decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 (decreto per la crescita) contiene disposizioni per lo “sviluppo e il rafforzamento del settore energetico” nonché “per accelerare l’apertura dei servizi pubblici locali”!!

NESSUNA CONSIDERAZIONE VERSO LO SVILUPPO DELLE ENERGIE RINNOVABILI E NESSUN IMPEGNO COERENTE CON L’ESITO REFERENDARIO IN MATERIA DI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, ANZI DISPOSIZIONI IN NETTA CONTRAPPOSIZIONE!!!!

 

L’articolo 53 apporta modifiche alla disciplina dei servizi pubblici locali, prevista dagli articoli 3-bis e 4 del decreto legge n. 138/2011. In particolare al fine di semplificare le procedure relative all’approvazione della delibera quadro è previsto che la trasmissione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per il relativo parere è effettuata solo nel caso di attribuzione di diritti di esclusiva se il valore economico del servizio è pari o superiore a 200.000 mila euro annui. Inoltre qualora l’Autorità non si pronunci nei termini stabiliti, la delibera quadro è adottata dall’ente competente. Infine per il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, le relative procedure sono effettuate dagli enti di governo con riferimento unicamente agli ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei.

 

In tema di rifiuti, per l’ennesima volta l’articolo 52 proroga al 30 giugno 2013 l’entrata in vigore del sistema SISTRI, “per consentire nuove verifiche tecniche e amministrative del funzionamento del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti”.

 

A voi ogni opportuna riflessione su questo governo “tecnico” che fa scelte politiche non coerenti con la volontà espressa dagli italiani con il referendum del giugno 2011, ossia in violazione dell’art. 75 della Costituzione, che recita:

Art. 75.

È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

 

Invece il governo Berlusconi prima e il Governo Monti ora continuano ad emanare provvedimenti in favore della privatizzazione dei servizi pubblici al punto da definire per legge “virtuosi” gli enti locali che agiranno per la “liberalizzazione” dei servizi pubblici locali! (Decreto crescitalia del febbraio 2012).

 

Il Parlamento è ora chiamato a convertire in legge il DL 83/2012: avrà ancora il pieno appoggio compatto –nello spirito di “coesione” nazionale- di PD, UDC E PDL?

 

Il PD disconoscerà l’esito del referendum che ha abrogato le norme che imponevano la liberalizzazione dei servizi pubblici essenziali?!?!

 

Cari saluti a tutti /e

Antonella Fachin