Dichiarazione finale Summit dei Popoli a Rio+20
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- Date: Sun, 24 Jun 2012 17:39:43 +0200
"Le
istituzioni finanziarie multilaterali, le coalizioni al servizio del sistema
finanziario, come il G8 o il G20, l Che
tristezza..... ---------------
DICHIARAZIONE FINALE SUMMIT DEI
POPOLI A RIO+20 PER Movimenti sociali e popolari, sindacati, popoli e
organizzazioni della società
civile di tutto il mondo riuniti
del Summit Sociale dei Popoli a Rio+20, per la Giustizia Sociale
e Ambientale, che si sono incontrati
negli accampamenti, nelle mobilitazioni di massa, nei dibattiti,
nella costruzione di convergenze
e alternative, coscienti di essere i soggetti di una nuova relazione
tra umano e umane e tra
l nuova
fase di ricomposizione del capitalismo
e di costruire, attraverso le nostre lotte, nuovi paradigmi di
società. Il
Summit dei popoli è un momento simbolico del nuovo ciclo in atto, che
si situa nella traiettoria delle
lotte globali che producono nuove convergenze tra movimenti di
donne,
indigeni, afrodiscendenti, piccoli
agricoltori e contadini, lavoratori e lavoratrici,
popoli e comunità tradizionali,
quilombolas, movimenti per il diritto alla città, religioni
di tutto il mondo. Le assemblee,
le mobilitazioni e momento
di espressione massima
di queste convergenze. Le
istituzioni finanziarie multilaterali, le coalizioni al servizio del sistema
finanziario, come il G8 o il G20, l e
la maggioranza dei governi hanno dimostrato
irresponsabilità verso il futuro dell e
volontà di promuovere gli interessi delle imprese nella conferenza ufficiale. Al
contrario, la vitalità e la forza delle mobilitazioni
e dei dibattiti nel Summit dei Popoli hanno rafforzato la
nostra
convinzione sul fatto che
solo i popoli mobilitati e organizzati potranno liberare il mondo dal
controllo delle corporations e del capitale
finanziario. Venti
anni fa Flamengo, denunciò il rischio che l politiche
neoliberiste. Oggi affermiamo che, oltre a
confermare la nostra analisi, stiamo assistendo al
restringimento significativo
di diritti umani già tutelati e riconosciuti. A Rio+20 si è ripetuta la solita stanca litania
delle false soluzioni difese degli stessi attori che hanno provocato
la crisi globale. Mentre
la crisi diviene via via più profonda, le multinazionali avanzano
violando i diritti dei popoli, restringendo
gli spazi democratici e distruggendo la natura, impossessandosi
indebitamente dei beni comuni
della umanità per salvare il sistema
economico-finanziario. Le
molteplici voci e forze sociali che convergono attorno al Summit dei Popoli
denunciano la vera
causa strutturale della crisi globale: il sistema capitalista associato
al patriarcato, al razzismo
e all Le
imprese transnazionali continuano a commettere i loro crimini attraverso
la sistematica violazione dei diritti dei popoli e della natura, rimanendo nella totale
impunità. Contemporaneamente,
portano avanti i loro interessi attraverso la militarizzazione,
la criminalizzazione degli stili di vita dei popoli e dei movimenti sociali,
causando processi di deterritorializzazione nelle
zone rurali come in quelle urbane. Avanzano nei territori e sulle
spalle
dei lavoratori e delle lavoratrici del sud e del nord. Esiste un debito ecologico storico che danneggia maggiormente i popoli del sud del mondo, debito che deve essere assunto dai paesi altamente
industrializzati che sono alla base dell Il capitalismo causa allo stesso tempo la perdita di controllo sociale,
democratico e comunitario sulle risorse naturali e i servizi
strategici, che continuano ad essere privatizzati, convertendo diritti in merci e limitando l ai servizi necessari alla sopravvivenza. L la cosiddetta “green economy” e attraverso meccanismi vecchi e nuovi, come l dell super stimolo ai consumi, l pochi delle nuove tecnologie, i mercati del carbonio e della biodiversità, promuovendo tra le altre cose l pubblico-privato. Le
alternative sono nei nostri popoli, nella nostra storia, nei nostri costumi,
nelle nostre conoscenze e pratiche e nei nostri sistemi produttivi, che
dobbiamo salvaguardre,
valorizzare e
rendere di larga scala come progetto contro egemonico e
trasformatore.
La difesa degli spazi pubblici nelle città, con una
gestione democratica e partecipazione popolare, l produzione,
distribuzione e consumo, il cambiamento del modello energetico, sono esempi
di alternative reali contro l La
difesa dei beni comuni passa per la garanzia di una serie di diritti umani
e di diritti della Natura, per la solidarietà e il rispetto nei confronti della
cosmovisione e delle
credenze dei diversi popoli e delle
diverse culture, come, ad esempio, la difesa del “Buen Vivir” come
forma di esistenza in armonia
con la natura, che presuppone una transizione giusta che non può
che essere costruita se non
con i lavoratori, le lavoratrici, i popoli. La costruzione di una transizione
giusta presuppone la libertà
di organizzazione e il diritto di contrattazione collettiva sindacale,
oltre che politiche pubbliche
che garantiscano forme di lavoro degno. Riaffermiamo
l rendita,
come di combattere il razzismo e gli etnocidi e di garantire il diritto alla terra
e territorio, alla città, all espressione
e alla democratizzazione
dei mezzi di comunicazione, alla salute sessuale e riproduttiva
delle donne. Il
rafforzamento delle economie locali e dei diritti territoriali garantiscono
la costruzione comunitaria
di economie più vitali. Queste economie locali forniscono mezzi
di sussistenza sostenibili
a livello locale, stimolano la solidarietà comunitaria e
proteggono
componenti vitali per la
resilienza degli ecosistemi. La maggior ricchezza è la diversità biologica della natura e la diversità
culturale ad essa associata, fattori questi intimamente relazionati. I
popoli vogliono determinare per chi e per cosa vengono destinati i beni
comuni ed energetici, oltre ad
assumere il controllo popolare e democratico della loro produzione. Un
nuovo modello energetico
è basato sull decentralizzato,
e deve garantire energia
alla popolazione e non alle multinazionali. La
trasformazione sociale esige convergenza di azioni, processi di
articolazioni
e elaborazione di agende
comuni a partire dalle resistenze e dalle proposte che stiamo portando
avanti da ogni angolo del
pianeta. I
processi sociali di cui sono portatrici le organizzazioni e i
movimenti
che convergono nel Summit dei
popoli puntano in tal senso a percorsi fondati sui seguenti assi di lotta: –
Contro la militarizzazione di Stati e territori –
Contro la criminalizzazione delle organizzazioni e dei movimenti sociali –
Contro la violenza sulle donne –
Contro la violenza a lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender –
Contro le grandi multinazionali –
Contro l –
Per la garanzia dei diritti dei popoli alla terra e al
territorio urbano e rurale –
Per la consultazione e il consenso libero, preventivo e informato, basato sui
principi di buona fede e con effetto vincolante, conformemente alla Convezione
169 dell OIL –
Per la sovranità alimentare e alimenti sani, contro l –
Per la garanzia e la conquista di diritti –
Per la solidarietà ai popoli e ai paesi, specialmente quelli minacciati da
golpe militari o istituzionali, come sta accadendo attualmente in Paraguay –
Per la sovranità dei popoli nel controllo dei beni comuni, contro i tentativi
di mercificazione –
Per un nuovo modello energetico –
Per la democratizzazione dei mezzi di comunicazione –
Per il riconoscimento del debito storico sociale ed ecologico –
Per la costruzione di una Giornata mondiale di Sciopero Generale Torniamo
nei nostri territori, nelle nostre regioni e paesi animati dalla volontà di costruire a tal fine le
convergenze necessarie per continuare a lottare, resistere ed avanzare contro
il sistema capitalista e le sue vecchie e nuove forme di riproduzione. In
piedi, continuiamo a lottare! Rio
de Janeiro, 15- 22 giugno 2012 Comitato
Facilitatore della Società Civile a Rio+20 Summit
dei Popoli per in
difesa dei Beni Comuni, contro la Mercificazione della Vita Traduzione
a cura di A Sud |
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