acqua come diritto e non come merce - campagna europea
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- Date: Tue, 12 Jun 2012 12:01:25 +0200 (CEST)
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giro per informazione con invito a divulgare ed a sottoscrivere - grazie renato zanoli - 3384054068
http://www.right2water.eu/it - http://www.right2water.eu/it/node/37
Relativamente alla nostra campagna
L’Unione europea deve definire obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri, così da garantire una copertura totale di tale diritto in Europa. Riteniamo altresì che l’UE debba intensificare il suo impegno per garantire l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari anche al di fuori dell’Europa. Milioni di persone non possono accedere a questi servizi.
I nostri obiettivi:
- Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti a tutti in Europa.
- No alla liberalizzazione dei servizi idrici.
- Accesso universale (su tutto il pianeta) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
Questa campagna è un modo per impegnarsi verso una concreta applicazione del diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. È uno strumento per un cambiamento di rotta all’interno della Commissione europea, una svolta dall’attuale impostazione basata sulla concorrenza e orientata al mercato ad un approccio fondato sui diritti e incentrato sul servizio pubblico. Mira a garantire un accesso universale (su tutto il pianeta) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e a tutelare le limitate risorse idriche pubbliche a beneficio delle generazioni future.
Cosa chiediamo
1. Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti per tutti nell’Unione europea.
Riteniamo che l’Unione europea debba rendere effettivo il diritto umano all’acqua nella misura in cui i servizi idrici e igienico-sanitari sono normati dal diritto comunitario (in quanto servizi di interesse generale). L’Unione europea deve promuovere la realizzazione, a livello nazionale, di questo diritto umano definendo obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri, così da assicurarne una copertura universale.
2. I diritti umani devono prevalere sugli interessi di mercato: no alla liberalizzazione dei servizi idrici.
Vogliamo un cambiamento di mentalità all’interno dell’UE, una svolta dall’attuale impostazione basata sulla concorrenza ed orientata esclusivamente al mercato ad un approccio fondato sui diritti e incentrato sul servizio pubblico. L’acqua è una risorsa naturale limitata ed un bene comune essenziale per la vita e la salute. È monopolio “naturale” e deve essere tenuto fuori dalle logiche del mercato interno.
3. Accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sull’intero pianeta.
Riteniamo che l’UE debba intensificare il suo impegno per far sì che il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sia garantito a livello universale. L’Unione europea deve definire obiettivi ed incorporare nella sua politica di sviluppo il conseguimento dell’accesso universale (a livello mondiale) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. In questo modo l’UE promuoverà attivamente il godimento globale del diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
Le nostre proposte alla Commissione europea per rendere effettivo il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari:
- Utilizzare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari in tutte le comunicazioni relative alle risorse idriche e/o ai servizi di raccolta e smaltimento dei reflui.
- Garantire servizi per la fornitura di acqua (sicura, pulita e economicamente accessibile) e servizi igienico-sanitari a tutte le persone negli Stati membri dell’Unione europea.
- Astenersi dal trasformare i servizi idrici in servizi commerciali, escludendo l’acqua dalle regole del mercato interno. Questo obiettivo può essere conseguito se la Commissione europea si impegna a:
- Non liberalizzare i servizi idrici e igienico-sanitari.
- Non includere tali servizi in accordi commerciali quali il CETA.
- Promuovere i partenariati pubblico-pubblico.
- Ribadire con fermezza, in tutte le politiche comunitarie attinenti alle risorse idriche, il principio “l’acqua non è una merce” iscritto nella Direttiva quadro sull’acqua.
- Specificare chiaramente che la tutela delle nostre acque prevarrà sulle politiche commerciali.
- Attivare programmi di sostegno destinati a quanti non sono in grado di pagare le bollette per la fornitura idrica, al fine di evitare l’interruzione del servizio a tale utenza.
- Garantire che le aziende private che gestiscono i servizi idrici diano prova di totale trasparenza e apertura in merito ai rispettivi contratti (nessuna riservatezza commerciale in questo servizio pubblico).
- Promuovere la partecipazione dei cittadini, conformemente alla Direttiva quadro sull’acqua.
- Ampliare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari in tutto il mondo, integrando il conseguimento di un accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari nella politica di sviluppo dell’UE e innalzando la quota riservata al miglioramento di tali servizi negli aiuti pubblici allo sviluppo (APS).
- Promuovere i partenariati pubblico-pubblico (partenariati tra operatori del settore idrico) in base a principi non lucrativi e di solidarietà tra operatori e lavoratori del settore idrico in diversi paesi.
- Sancire per legge che il controllo dell’acqua e delle risorse idriche deve rimanere in mano al settore pubblico.
- Sostenere le aziende idriche pubbliche nell’UE e in altri paesi che non dispongono di capitali propri per estendere i servizi idrici e di smaltimento dei reflui alle popolazioni più indigenti.
- Sostenere e promuovere le aziende idriche che investono una data quota del proprio fatturato annuo in partenariati tra gestori nei paesi in via di sviluppo (sull’esempio dei Paesi Bassi e della Francia).
- Sostenere la costituzione di un sistema europeo di standard di riferimento (benchmarking) su base volontaria per le aziende pubbliche al fine di promuovere servizi idrici di qualità.
- Definire un codice di autodisciplina per le aziende del settore idrico nei 27 Stati membri dell’UE
Domande frequenti
- Che cos’è una Iniziativa dei cittadini europei (ICE)?
Il diritto di iniziativa dei cittadini europei è un nuovo strumento di democrazia partecipativa in vigore nell’Unione europea dal 1° aprile 2012. Attraverso l’ICE, i cittadini hanno la possibilità di porre una questione all’ordine del giorno dell’Europa raccogliendo un milione di firme in almeno sette diversi Stati membri dell’Unione europea. La Commissione europea auspica così una partecipazione più diretta dei cittadini alla politica europea.
- Chi la organizza?
Un’Iniziativa dei cittadini europei deve essere promossa da almeno sette persone di sette diversi Stati membri dell’Unione europea. Tale gruppo viene definito “Comitato dei cittadini”. Il nostro comitato dei cittadini è composto in larga misura da rappresentanti dei sindacati del servizio pubblico. La Federazione dei servizi pubblici FSESP si è attivata da tempo con azioni e campagne per il riconoscimento del diritto umano all’acqua e l’ICE è un passo fondamentale per far sì che questo diritto sia sancito per legge.
- Perché organizzare questa Iniziativa dei cittadini europei?
Abbiamo raccolto la sfida di porre il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari all’ordine del giorno della politica europea. Vogliamo un dibattito pubblico e una svolta nella politica idrica europea. L’obiettivo principale dell’Unione europea è sempre stata la creazione del mercato unico dei beni e dei servizi. Ma i servizi idrici non sono servizi come gli altri. Sono servizi imprescindibili per la vita e l’acqua è una risorsa naturale limitata. L’acqua non è una merce, ma un bene pubblico da salvaguardare e non può essere soggetta alle logiche della concorrenza. Al centro della politica idrica va posto il diritto umano, non la concorrenza o la realizzazione del mercato unico. Spetta ai poteri pubblici fornire tali servizi. A questa conclusione è giunta anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite dopo anni di dibattiti. I governi devono riconoscere nella pratica il diritto all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie ed evitare che questi servizi siano lasciati nelle mani delle forze di mercato.
- Chi può firmare l’ICE?
Tutti i cittadini aventi diritto di voto in uno dei 27 Stati membri dell’Unione europea possono firmare l’Iniziativa dei cittadini europei.
- Perché firmare?
Perché si condivide almeno uno degli obiettivi dell’ICE:
- Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti nell’Unione europea a tutti i cittadini. Attualmente, in Europa, circa 2 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. A questo si aggiunge la minaccia dell’interruzione del servizio per migliaia di persone a basso reddito che non sono in grado di sostenere i costi della fornitura idrica.
- La Commissione europea deve cessare di sostenere la liberalizzazione dei servizi idrici e igienico-sanitari. Promuovere l’offerta di questi servizi da parte del mercato significa che coloro che dispongono di maggiori risorse potranno contare su servizi di migliore qualità, mentre l’utenza meno abbiente avrà servizi più scadenti. “Niente soldi, niente acqua”: questo è ciò che implica il mercato dei servizi idrici. Ma l’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano. È compito e responsabilità dello Stato fornire questi servizi a tutti i suoi cittadini.
- Ancora oggi, sul nostro pianeta, 800 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e oltre 2 miliardi non dispongono di servizi igienico-sanitari. L’Europa può e deve fare di più per garantire il godimento del diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari anche in altre parti del mondo.
- Quali organizzazioni sostengono l’ICE?
Questa iniziativa dei cittadini europei gode del sostegno della Federazione sindacale europea dei servizi pubblici (FSESP). La FSESP rappresenta 275 organizzazioni sindacali e oltre 8 milioni di lavoratori e lavoratrici del settore pubblico d’Europa. L’iniziativa è inoltre sostenuta da altre organizzazioni europee o internazionali quali la Rete europea contro la povertà (EAPN), l’Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), l’Ufficio europeo dell’Ambiente (EEB), la Women in Europe for a Common Future (WECF – Donne in Europa per un Futuro comune) e l’Internazionale dei Servizi pubblici (ISP), consorella della FSESP a livello mondiale. Moltissime altre organizzazioni appoggiano l’ICE a livello nazionale, il cui logo figura nella parte inferiore della homepage del presente sito.
- Dove posso firmare l’ICE?
La raccolta delle firme è possibile online, su questo sito, o su supporto cartaceo. Una volta aperta l’apposita pagina web protetta, sarà possibile scaricare il modulo di sottoscrizione nella lingua scelta. Assicurarsi di compilare TUTTI i campi, conformemente ai requisiti nazionali. In caso contrario, la firma non sarà valida.
- Quando posso firmare?
La raccolta delle firme avrà inizio non appena la Commissione europea avrà approvato l’ICE ed accertato che questa rientri nella sfera delle sue competenze. Su questo sito verrà quindi aperta una pagina protetta per la raccolta delle dichiarazioni di sostegno (firme). È possibile firmare esclusivamente a proprio nome, accertandosi di compilare TUTTI i campi. In caso contrario, la firma non sarà valida.
- Che cos’è il “diritto umano all’acqua”? Cosa implica?
Per diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari si intende il diritto di ogni persona ad accedere ad acqua potabile sicura e a servizi igienico-sanitari. I servizi idrici devono essere disponibili, accessibili, di qualità accettabile ed economicamente alla portata di ogni individuo. Tali criteri possono variare da uno Stato all’altro e persino all’interno di uno stesso paese. Ciò significa che spetta ai poteri pubblici garantire l’erogazione di tali servizi a tutta la popolazione. Così ha deciso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010. I governi devono rendere concreto il godimento di tali diritti e non lasciare questi servizi nelle mani delle forze di mercato.
- Perché è importante il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari?
L’aspetto più importante del diritto umano all’acqua è il fatto di rendere i beneficiari “soggetti di diritto”. L’acqua e i servizi igienico-sanitari, in quanto diritti, non sono più una concessione, un atto volontario che lo Stato può decidere di concedere o togliere. Sono diritti che il singolo può rivendicare. Gli Stati hanno quindi maggiori obblighi e responsabilità a tal riguardo e la consapevolezza dei propri diritti nei cittadini modifica l’intero rapporto, poiché questi ultimi ne possono chiedere conto alle autorità.
- Perché chiedere servizi idrici garantiti nell’Unione europea?
Gli Stati devono adempiere l’obbligo di fornire a tutti i cittadini servizi idrici e igienico-sanitari. Talvolta, tuttavia, può accadere che i governi reputino che il settore privato sia in grado di fornire tali servizi, che vengono così lasciati nelle mani delle forze di mercato. Questo cambia soltanto la modalità di erogazione dei servizi. Rendere concreto il godimento del diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari presuppone che i poteri pubblici garantiscano servizi disponibili, accessibili, di qualità accettabile ed economicamente alla portata di ogni individuo. E questo è possibile soltanto se viene sancito per legge.
- Perché opporsi alla liberalizzazione?
Chi propugna un approccio basato sul mercato promette sempre servizi migliori a prezzi più bassi. Ma questa è una storiella inventata dalle aziende che traggono i maggiori profitti dal mercato. La realtà, invece, è ben diversa: servizi migliori a prezzi più convenienti per i ricchi e servizi più scadenti a prezzi più elevati per i meno abbienti. E nel caso dei servizi idrici, questo è inaccettabile. La concorrenza obbliga le aziende idriche ad investire in campagne di marketing, pubblicità e nella concorrenza tra operatori, a scapito dei servizi che dovrebbero fornire.
- Volete escludere le aziende del settore privato?
Lo Stato ha l’obbligo di fornire acqua e servizi igienico-sanitari a tutti i suoi cittadini. Spetta ai governi decidere come organizzare tali servizi. Nella maggior parte dei paesi l’erogazione dei servizi è affidata ad imprese pubbliche, in altri a società del settore privato. Che si tratti di aziende pubbliche o private poco importa, purché i servizi siano di qualità. Chiediamo acqua e servizi igienico-sanitari per tutti. I servizi idrici sono servizi pubblici. Questo significa che devono essere disponibili, accessibili, di qualità accettabile ed economicamente alla portata di ogni individuo. La ricerca del profitto è l’obiettivo precipuo delle società private e questo le spinge a concentrare l’offerta sui servizi più redditizi e sulle utenze più interessanti sotto il profilo economico, trascurando gli utenti più bisognosi e le aree che non garantiscono sufficiente redditività.
- L’obiettivo è fare marcia indietro rispetto alla privatizzazione?
Vogliamo imprimere una svolta nella politica europea per quanto riguarda le priorità e l’approccio ai servizi idrici e igienico-sanitari. L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono servizi essenziali per la vita e per il godimento di tutti i diritti umani. Per questo la principale preoccupazione della Commissione deve essere quella di garantire a tutti i cittadini in Europa l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, passando dalla sua attuale impostazione orientata al mercato ad un approccio fondato sui diritti. Nell’ambito della politica idrica deve prevalere il diritto umano all’acqua, non la realizzazione del mercato unico. I governi hanno altresì il dovere di preservare le risorse idriche per le generazioni future. Nella sezione “Riguardo a” del presente sito sono illustrate diverse proposte concrete per far sì che l’Unione europea e gli Stati membri possano adempiere a tali obblighi.
- Ritenete che i servizi idrici debbano essere gratuiti?
Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che produrre, trasportare e fornire acqua potabile (pulita e salubre) ha un costo. Il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari presuppone che tali servizi siano alla portata di tutti. In alcuni paesi i servizi idrici sono finanziati attingendo al gettito fiscale, in altri sono soggetti a tariffazione, in altri ancora vige una combinazione dei due regimi. Noi siamo a favore di tariffe sociali, con un prezzo al metro cubo proporzionale al consumo. È una soluzione equa, in linea con i principi di giustizia sociale e solidarietà. Incentiverà gli utenti ad adottare comportamenti virtuosi e a non sprecare acqua (potabile) preziosa per innaffiare il giardino o lavare l’automobile. In questo modo, inoltre, non sarà il cittadino a pagare la fattura dei grandi consumatori del settore industriale o agricolo che attingendo alle risorse idriche o inquinandole rendono più ardua la produzione di acqua potabile.
- Il diritto umano all’acqua aiuta i poveri e coloro che non sono allacciati alla rete?
Sosteniamo un maggiore impiego di fondi pubblici per ampliare i servizi idrici ad uso dei meno abbienti. Il diritto umano all’acqua impone ai governi l’obbligo di assicurare a tutti servizi igienico-sanitari e l’accesso ad acqua potabile sicura, salubre e economicamente accessibile, contrariamente all’approccio basato sul mercato che impone al consumatore di pagare prima per accedere al servizio. Non si può chiedere ai più poveri di sostenere in anticipo i costi dell’allacciamento alla rete. Mettere in primo piano il diritto umano significa fare una cosa che il mercato dei servizi idrici non fa: aiutare i più poveri. E questo è ampiamente dimostrato.
- Chi coordina l’iniziativa?
I sindacati dei servizi pubblici coordinano la campagna in ogni paese. Per i recapiti di contatto dei singoli coordinatori fare clic sulla sezione “Riguardo a”, nella parte superiore di questa pagina.
- Chi posso contattare per contribuire alla raccolta firme?
Contattare il coordinatore nazionale del proprio paese. Per l’elenco dei coordinatori nazionali fare clic sulla sezione “Riguardo a”. Per ulteriori informazioni è inoltre possibile rivolgersi ad una di queste federazioni: EAPN, EEB, EPHA, WECF o FSESP.
- A cosa serve la mia firma?
L’ICE sul diritto all’acqua si prefigge un triplice obiettivo: servizi idrici e igienico-sanitari garantiti a tutti i cittadini nei 27 Stati membri dell’UE; no alla liberalizzazione dei servizi idrici e accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Naturalmente non basterà un milione di firme per raggiungere questi traguardi. L’ICE è un primo passo per porre la questione all’ordine del giorno della politica europea e far avanzare le cose. Un modo per innescare un processo che sarete voi a determinare. Le nostre proposte non sono vincolanti per la Commissione europea, ma una volta che avremo avviato il dibattito e presentato più di un milione di firme a sostegno di questa ICE, sarà evidente l’importanza che i cittadini europei attribuiscono alla questione.
- Quante firme occorrono per paese?
Il numero minimo di firme richiesto per ciascun paese è riportato nella sezione “Riguardo a” del presente sito.
- Cosa può fare l’UE per garantire un accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari?
L’Unione europea può annoverare l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nella sua politica di sviluppo. Ancora una volta, si tratta di una questione di priorità. È più importante che le persone possano disporre di servizi idrici e igienico-sanitari di qualità, piuttosto che ottenere da un paese una politica commerciale che favorisca gli scambi con l’Europa. L’Unione europea può aumentare i fondi destinati al potenziamento dei servizi idrici e igienico-sanitari e promuovere partenariati pubblico-pubblico: cooperazione invece di concorrenza! Nella sezione “Riguardo a” del sito sono illustrate una serie di proposte concrete.
- Cosa posso fare per sostenere questa ICE?
È possibile sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la campagna diffondendo l’informazione, parlandone ad amici e conoscenti o organizzando un evento a sostegno dell’ICE. Pubblicizzate la vostra adesione all’iniziativa su Facebook, Twitter o altri mezzi di comunicazione. Potrete altresì aiutare a raccogliere le firme su supporto cartaceo: contattate il coordinatore nazionale del vostro paese per conoscere le modalità e gli appuntamenti della campagna di raccolta firme. Ricordate che per ogni firma (compresa la vostra) occorrerà verificare che siano stati compilati TUTTI i campi, conformemente ai requisiti nazionali. In caso contrario, la firma non sarà valida.
- Da chi è composto il Comitato dei cittadini?
Il Comitato di cittadini è composto da 33 persone provenienti dai 27 Stati membri dell’UE. Per l’elenco dei nominativi si rimanda alla sezione “Riguardo a” del presente sito.
- Su quale base giuridica si chiede alla Commissione europea di intervenire?
L’ICE deve rientrare nella sfera di competenze della Commissione europea. I poteri della Commissione sono definiti nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), noto come Trattato di Lisbona. Questa Iniziativa dei cittadini europei trae fondamento dagli articoli 14 (servizi di interesse generale), 209 e 210 (cooperazione per lo sviluppo) del trattato.
http://www.right2water.eu/it/node/45/
Relativamente alla nostra campagna
L’Unione europea deve definire obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri, così da garantire una copertura totale di tale diritto in Europa. Riteniamo altresì che l’UE debba intensificare il suo impegno per garantire l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari anche al di fuori dell’Europa. Milioni di persone non possono accedere a questi servizi.
I nostri obiettivi:
- Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti a tutti in Europa.
- No alla liberalizzazione dei servizi idrici.
- Accesso universale (su tutto il pianeta) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
Questa campagna è un modo per impegnarsi verso una concreta applicazione del diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. È uno strumento per un cambiamento di rotta all’interno della Commissione europea, una svolta dall’attuale impostazione basata sulla concorrenza e orientata al mercato ad un approccio fondato sui diritti e incentrato sul servizio pubblico. Mira a garantire un accesso universale (su tutto il pianeta) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e a tutelare le limitate risorse idriche pubbliche a beneficio delle generazioni future.
Cosa chiediamo
1. Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti per tutti nell’Unione europea.
Riteniamo che l’Unione europea debba rendere effettivo il diritto umano all’acqua nella misura in cui i servizi idrici e igienico-sanitari sono normati dal diritto comunitario (in quanto servizi di interesse generale). L’Unione europea deve promuovere la realizzazione, a livello nazionale, di questo diritto umano definendo obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri, così da assicurarne una copertura universale.
2. I diritti umani devono prevalere sugli interessi di mercato: no alla liberalizzazione dei servizi idrici.
Vogliamo un cambiamento di mentalità all’interno dell’UE, una svolta dall’attuale impostazione basata sulla concorrenza ed orientata esclusivamente al mercato ad un approccio fondato sui diritti e incentrato sul servizio pubblico. L’acqua è una risorsa naturale limitata ed un bene comune essenziale per la vita e la salute. È monopolio “naturale” e deve essere tenuto fuori dalle logiche del mercato interno.
3. Accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sull’intero pianeta.
Riteniamo che l’UE debba intensificare il suo impegno per far sì che il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sia garantito a livello universale. L’Unione europea deve definire obiettivi ed incorporare nella sua politica di sviluppo il conseguimento dell’accesso universale (a livello mondiale) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. In questo modo l’UE promuoverà attivamente il godimento globale del diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
Le nostre proposte alla Commissione europea per rendere effettivo il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari:
- Utilizzare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari in tutte le comunicazioni relative alle risorse idriche e/o ai servizi di raccolta e smaltimento dei reflui.
- Garantire servizi per la fornitura di acqua (sicura, pulita e economicamente accessibile) e servizi igienico-sanitari a tutte le persone negli Stati membri dell’Unione europea.
- Astenersi dal trasformare i servizi idrici in servizi commerciali, escludendo l’acqua dalle regole del mercato interno. Questo obiettivo può essere conseguito se la Commissione europea si impegna a:
- Non liberalizzare i servizi idrici e igienico-sanitari.
- Non includere tali servizi in accordi commerciali quali il CETA.
- Promuovere i partenariati pubblico-pubblico.
- Ribadire con fermezza, in tutte le politiche comunitarie attinenti alle risorse idriche, il principio “l’acqua non è una merce” iscritto nella Direttiva quadro sull’acqua.
- Specificare chiaramente che la tutela delle nostre acque prevarrà sulle politiche commerciali.
- Attivare programmi di sostegno destinati a quanti non sono in grado di pagare le bollette per la fornitura idrica, al fine di evitare l’interruzione del servizio a tale utenza.
- Garantire che le aziende private che gestiscono i servizi idrici diano prova di totale trasparenza e apertura in merito ai rispettivi contratti (nessuna riservatezza commerciale in questo servizio pubblico).
- Promuovere la partecipazione dei cittadini, conformemente alla Direttiva quadro sull’acqua.
- Ampliare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari in tutto il mondo, integrando il conseguimento di un accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari nella politica di sviluppo dell’UE e innalzando la quota riservata al miglioramento di tali servizi negli aiuti pubblici allo sviluppo (APS).
- Promuovere i partenariati pubblico-pubblico (partenariati tra operatori del settore idrico) in base a principi non lucrativi e di solidarietà tra operatori e lavoratori del settore idrico in diversi paesi.
- Sancire per legge che il controllo dell’acqua e delle risorse idriche deve rimanere in mano al settore pubblico.
- Sostenere le aziende idriche pubbliche nell’UE e in altri paesi che non dispongono di capitali propri per estendere i servizi idrici e di smaltimento dei reflui alle popolazioni più indigenti.
- Sostenere e promuovere le aziende idriche che investono una data quota del proprio fatturato annuo in partenariati tra gestori nei paesi in via di sviluppo (sull’esempio dei Paesi Bassi e della Francia).
- Sostenere la costituzione di un sistema europeo di standard di riferimento (benchmarking) su base volontaria per le aziende pubbliche al fine di promuovere servizi idrici di qualità.
- Definire un codice di autodisciplina per le aziende del settore idrico nei 27 Stati membri dell’UE.
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