ACQUA: i colossi francesi fanno i "furbi"?
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- From: "AntonellaFastweb" <antonella.fachin at fastwebnet.it>
- Date: Wed, 29 Feb 2012 21:21:44 +0100
I colossi francesi nel s Tutto il mondo è paese: L’art. 101 TFEU proibisce
tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano
impedire, restringere o falsare la concorrenza. Come è stato possibile? Semplice! La fornitura dei servizi idrici
e dei servizi per il trattamento delle acque reflue è
stata appaltata dagli enti locali a soggetti privati per i quali il
“lucro”, il profitto è lo scopo statutario e sociale. Fin
qui, nulla di male. Peccato però che, come si suol dire, l’appetito vien
mangiando! Infatti, questo scopo legittimo è per molti soggetti privati un
terribile “stimolo” a trovare soluzioni che facilitino il
perseguimento del profitto e la distribuzione di dividendi in qualunque modo,
anche in violazione delle regole del mercato e quindi a danno dei
consumatori/utenti e degli altri concorrenti, in sintesi della collettività e
del sistema nel suo complesso. E’ compito delle Autorità di controllo
evitare che il “libero mercato”
sia trattato sempre più spesso come
un “mercato libero da regole”. Se la
violazione delle norme antitrust è inaccettabile in via generale, è ancora più
riprovevole quando riguarda la gestione di beni e servizi comuni, come
l’acqua. A
livello europeo la Commissione intende quindi verificare, sulla base
dell’istruttoria in corso, se i 4 colossi
francesi, che sono presenti in gran parte dei mercati europei, compresa
l’Italia, hanno creato cartelli o intese anticoncorrenziali. L'istruttoria formalmente avviata
nel gennaio scorso fa seguito a una serie di ispezioni
a sorpresa effettuate dalla Commissione Europea nell'aprile del 2010. Nel maggio del 2011 la Commissione
ha inflitto una sanzione di 8 milioni di euro alla società Suez Environnement
e alla sua controllata Lyonnaise des Eaux
per aver infranto un sigillo apposto dai funzionari della Commissione nel corso
dell’ispezione presso i locali della Lyonnaise des Eaux. La rottura di un sigillo è una
violazione seria, perché compromette l’efficacia e completezza
dell’ispezione. In base alle norme europee la Commissione può infliggere
una sanzione per un importo sino a 1% del fatturato totale della società che ha
violato un sigillo, sia intenzionalmente sia per negligenza. La
storia continua, anzi no l’istruttoria prosegue! All’eventuale
esito positivo dell’istruttoria, che può richiedere anche un paio
d’anni, potremo valutare se chiederci: dato che le predette società francesi sono risultate “furbe” a casa loro e in Europa, perché mai da
noi, nel paese dei furbi, dovrebbero comportarsi diversamente?!?! Cari
saluti a tutti/e |
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