R: Re: GRAZIE



Sono gia' intervenuto tempestivamente come moderatore per segnalare che il messaggio era fuori policy.

Il moderatore della lista consumo critico
www.peacelink.it

From: Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com>
Sender: consumocritico-request at peacelink.it
Date: Sat, 11 Feb 2012 21:51:35 +0100
To: <consumocritico at peacelink.it>
ReplyTo: consumocritico at peacelink.it
Subject: Re: GRAZIE

Luigi Piccioni e Tiziana Noce t.noce at humnet.unipi.it tramite peacelink.it
17:49 (3 ore fa)

a consumocritico


Il 11/02/2012 17:33, artefici at arpnet.it ha scritto:
Buongiorno a tutti,
siamo una famiglia con tre figli e vogliamo condividere la nostra dolorosa
storia:Perché devo ricevere un messaggio così lungo, off topic e per di più ai miei occhi parecchio stravagante?

Non c'è un filtro?

Non era una lista di consumo critico?

Luigi
 
 
 
 
NON SOLO SONO D'ACCORDO COL COMMENTO CHE CITO,MA INVITO QUESTE PERSONE A PORSI (PRIVATAMENTE) DELLE DOMANDE SUL LORO COMPORTAMENTO NEL TEMPO ANTECEDENTE AI FATTI. I MIEI GENITORI STARANNO DICENDO COSE QUASI SIMILI DEMONIZZANDOMI AGLI OCCHI DEL MONDO, MA IO SO IL PERCHè DELLE COSE.
E LUI?
NON VOGLIO ISTIGARE UN DIBATTITO.
Il giorno 11 febbraio 2012 17:33, <artefici at arpnet.it> ha scritto:

Buongiorno a tutti,
siamo una famiglia con tre figli e vogliamo condividere la nostra dolorosa
storia:


Ho conosciuto la psicoanalista attraverso la nipote di Rivalta , che era mia
conoscente da tempo in quanto convivente di un vecchio compagno di scuola di
mio marito .
In quella occasione la dottoressa ha conosciuto anche mio figlio, ancora
minorenne (2007).
Da quel momento in avanti la dottoressa ha cominciato ad invitare mio figlio ad
alcune occasioni di svago e di festa facendo riferimento a sua figlia (due anni
più giovane ).
In queste occasioni la dottoressa era sempre presente.  Mio figlio ha
cominciato a riferire a me e mio marito che la dottoressa gli diceva di aver
visto in lui delle difficoltà psicologiche che rendevano necessario un suo
personale intervento e che, se lui avesse voluto, lei lo avrebbe aiutato senza
compenso cominciando con un test cognitivo.
A seguito di questo ho cominciato a sentirmi in difficoltà ed ho cominciato
anche io, per amicizia e curiosità, ad uscire con lei e con entrambi i
rispettivi nostri figli presenti notando con stupore che c’era un particolare
rapporto di confidenza con la dottoressa.
L’11 febbraio 2011 mi ha invitato nel suo studio di Torino proponendomi
un “lavoro esperimento” sul cibo, che è sempre stato il mio punto debole.
Ho detto che non avrei potuto pagarla anche perchè seguivo già un lavoro
impegnativo di coppia con mio marito, con il quale cercavo di ridare armonia ad
una relazione affannata, ma mi ha subito rassicurato dicendomi che era gratuito
e che se poi avesse funzionato avremmo riparlato dell’aspetto economico.
Abbiamo quindi fissato di volta in volta le seguenti date…….
In molte occasioni incrociavo, entrare oppure uscire dal suo studio, il marito
di sua nipote e rimasi molto turbata un giorno in cui mi mostrò nel suo studio
alcune fotografie, spiegandomi il problema di tipo sessuale per il quale lui
frequentava il suo studio raccomandandomi però di non parlarne con nessuno e
che lo faceva  per rafforzare la nostra complicità di amiche.

Contemporaneamente appena nostro figlio ha compiuto 18 anni gli  è stato
nuovamente proposto dalla dottoressa di sottoporsi al  test cognitivo del quale
lui ci riferisce nuovamente.
Mio marito chiede immediatamente un incontro che viene fissato nel suo studio
di Torino, durante il  quale le dice che in ogni caso, lo avremmo voluto pagare
e soprattutto avremmo scelto da chi farlo fare. La dottoressa inoltre, in
occasione di quel colloquio, fornisce delle spiegazioni fragili rispetto alla
proposta da lei avanzata, riferite soprattutto alla relazione con la sua
insegnante di italiano e al fatto che era stato rimandato di tre materie l’anno
prima, aggiungendo che con il test si sarebbe potuto dimostrare che aveva delle
buone capacità e che quindi ne avrebbe guadagnato la sua autostima, sulla quale
era assolutamente necessario intervenire.
Quindi decidiamo di sospendere la cosa, dico sospendere perché il ragazzo
cominciava decisamente ad irritarsi di non riuscire a fare esattamente ciò che
la dottoressa gli  proponeva con insistenza.  Cercavamo di mediare con la
speranza che capisse ma lui insisteva cominciando a pretendere di andare a
dormire a casa della dottoressa tutti i fine settimana.
Io continuavo il lavoro sul cibo e parallelamente nostro figlio senza dircelo
faceva il test, cominciando anche un percorso definito da lei di “sostegno
psicologico sui traumi”.
Mentre parallelamente si seguivano queste due strade, la dottoressa ha proposto
ad entrambi una mediazione tra me e mio figlio, per migliorare la nostra
relazione che effettivamente da circa due anni era diventata molto conflittuale.
Sentendomi nuovamente messa in discussione e vedendo mio figlio fortemente
motivato ho accettato questi altri incontri sempre fatti negli studi di Torino
e Volvera.

In questi incontri la dottoressa, si poneva sempre come la professionista che
mediava i momenti di difficoltà  nella comunicazione tra me e mio figlio. In
questi incontri notai con stupore che mio figlio faceva riferimento a cose
dette durante il lavoro con me e la dottoressa, sul cibo.
Negli incontri personali invece per il cibo si sono aperte molte altre
riflessioni collegate e improvvisamente mi sono accorta che alcune cose dette,
oppure anche scritte con messaggio telefonico, erano a conoscenza anche di mio
figlio.
Tutto ciò fino a Giugno quando in quarta liceo scientifico scopre  (senza
peraltro sorpresa) di essere stato rimandato a settembre di tre materie.
La dottoressa si è subito proposta  per dare al ragazzo lezioni di italiano,
ovviamente gratuite, con particolare riferimento alla sua incapacità di
formulare correttamente un testo scritto.
Avevamo con mio marito dato la possibilità (già pagata) di andare a Madrid
dieci giorni con l’oratorio e di usufruire di lezioni di sostegno soprattutto
di matematica, ma anche di inglese e italiano, in particolare con mia cognata e
il suo compagno, entrambi laureati e disponibili come l’anno precedente.
Prima che io, mio marito e gli altri due figli di 11 e 7 anni partissimo per le
vacanze, nostro figlio ci ha detto che non sarebbe andato a Madrid (dieci
giorni) perché voleva studiare e che avrebbe cominciato il sostegno di italiano
anche con la dottoressa.
Mio marito non era d’accordo, ma visto il desiderio di nostro figlio di
rimediare a settembre, ci siamo accordati che avrebbe valutato se partire per
Madrid (gli ultimi giorni prima della partenza) ancora nei giorni successivi.
Dalla vacanza ci viene comunicato che non sarebbe andato a Madrid (perdendo i
soldi) che non sarebbe andato nemmeno più da mia cognata ma che avrebbe fatto
tutto italiano con la dottoressa ed infine che sarebbe andato  in ferie con lei.
Durante il periodo in cui noi eravamo in ferie avevamo organizzato che stesse
un po’ a casa di mia cognata e in alternativa da mio padre, ma lui sì è
trasferito a casa della dottoressa.
In questo periodo sapeva di dover tenere casa nostra pulita e in ordine, è
quindi tornato a casa per svolgere questo compito, ma solo dopo, facendo
domande dirette ci siamo accorti che anche la dottoressa si era introdotta in
casa senza dire nulla con la scusa di aiutare nostro figlio.
Al recupero di settembre è stato promosso, come peraltro anche l’anno
precedente in cui aveva altre tre materie (mentre in prima e seconda era stato
promosso a giugno) e siccome eravamo ancora in ferie gli abbiamo proposto  di
raggiungerci, ma lui ha rifiutato.
Al ritorno a casa lo abbiamo trovato profondamente cambiato, continua a
chiedere insistentemente di andare a dormire a casa della dottoressa  e ha
cominciato  ad avanzare con prepotenza richieste di denaro riferite a quello
che abbiamo custodito a nome suo fino a quel momento con buoni postali
intestati a lui.
A settembre io e mio figlio abbiamo ripreso  gli incontri con la dottoressa,
come prima delle vacanze.
Mio marito ha chiesto nuovamente di incontrare di persona la dottoressa,
ringraziandola di ciò che ha fatto per la scuola del ragazzo e  invitandola a
quantificare economicamente l’impegno così generosamente profuso;  ha aggiunto
anche che gli sembra necessario lasciare libero il ragazzo e  tornare  verso
una relazione più distaccata e non così invadente. Lei ha rifiutato il compenso
e ha lasciato cadere con indifferenza le altre osservazioni, dicendo che spesso
vorrebbe che il ragazzo fosse suo figlio.
Poi incontra nuovamente me dicendo scherzosamente la stessa cosa ed aggiunge
che forse l’interesse del ragazzo verso la figlia era per arrivare direttamente
a lei.
Intanto il rapporto tra mio figlio e mio marito si deteriora in modo
velocissimo al punto che una sera, dopo un ennesimo rientro a casa dopo cena,
senza spiegazioni o avvisi  e le pretese sul denaro (che comunque aveva
ottenuto con l’impegno però di pagarsi le sue spese), mio marito spazientito lo
ha invitato ad uscire di casa (con l’intento di farlo sbollire, lasciandogli le
chiavi di casa). Mio figlio ha reagito dicendo  che aspettava solo quello e se
ne è andato facendosi venire a prendere da un “cugino acquisito” della
dottoressa (così lo hanno definito successivamente lei e suo marito dicendo che
questa persona, era stata “salvata” da loro in passato) che prontamente si è
fatto  trovare sotto casa e che io ho incontrato. L’ho invitato a tornarsene a
casa ma lui  lo ha fatto  salire in macchina dicendomi che è maggiorenne e può
fare quello che vuole. Lo ha portato ( e continua a farlo nei momenti di
difficoltà logistica ) a casa della dottoressa presso la sua abitazione che
condivide con la figlia ancora minore e il marito (con il quale mio marito ha
cercato di dialogare,ma lui ha rifiutato dicendo che ne vuole stare fuori e che
a casa sua ciascuno fa quello che vuole).
Da quella sera non è più tornato a casa.
Io e mio marito abbiamo chiesto sostegno, rispetto all’accaduto, alla Casa dei
Conflitti del Gruppo Abele (con il quale frequentiamo da sei anni tutti gli
incontri della “fabbrica delle e” e i gruppi di approfondimento e di
condivisione per le famiglie) e Consultorio familiare ASL3, continuando le
sedute di coppia. Io però ho voluto ricominciare ad incontrare la dottoressa
per poter rivedere mio figlio (che abitava a casa sua) e tentare di farlo
tornare a casa.
In questi incontri era molto cambiato oltre che nel modo di dialogare molto
distaccato anche nel vestire molto ricercato e costoso, esibendo con orgoglio
un costoso cellulare di ultima generazione che richiede abbonamento con carta
di credito.
La Casa dei Conflitti del Grupppo Abele, ha fatto una telefona alla dottoressa
per capire come poter eventualmente collaborare in modo coordinato, ma a quel
punto lei si infuria dicendo che non si era mai fatto nessun tipo di lavoro con
nessuno e che il ragazzo era solo un amico.
Dopo quella telefonata però, la dottoressa, ha mandato mio figlio a casa di
quel “cugino acquisito” che era venuto a prenderlo la sera in cui era andato
via di casa. Quattro giorni dopo però   la dottoressa lo ha ripreso  in casa
sua,  dicendo che il ragazzo stava male e che non se la sentiva di lasciarlo lì
e mi ha telefonato per chiedermi se ero d’accordo.
Ho iniziato a staccarmi da questa situazione ambigua e ho deciso  di non
vederla più e di continuare il percorso con mio marito dal dott….. e al Gruppo
Abele.
La dottoressa mi ha inviato dei messaggi che parlavano di tradimento rispetto
alla complicità che si era creata tra lei e me e  mi è arrivato un messaggio
anche di sua nipote, che mi suggeriva di non seguire un lavoro con mio marito e
di lasciare tranquillo mio figlio dove si trovava, ovvero a casa di sua zia,
perché lo aveva visto e lo trovava molto bene.
Ci ha molto preoccupato infine anche lo scoprire che nostro figlio collabora ad
una accademia di cui la dottoressa è coordinatrice che propone degli incontri
nel territorio della provincia, sotto forma di Seminari e Convegni con il
patrocinio del Comune di Rivalta di Torino e Comune di Piossasco e con il
contributo di Professionisti e Aziende del territorio.
Psicoterapeuti e psichiatri specializzati nel settore, offrono, dopo la
diagnosi  psicologica o psichiatrica, sia una terapia farmacologica  per
alleviare il dolore psichico, che un trattamento psicoterapeutico che può
aiutare il paziente a superare in breve tempo il disagio psichico
(http://www.accademiaperlaformazione.it/index.php?
option=com_content&view=article&id=86:convegno-qscienza-etica-e-
psicoanalisiq&catid=39:convegni&Itemid=12)
(http://www.accademiaperlaformazione.it/).
Lo statuto (che si riferisce ad uno statuto di un’altra accademia omonima ) a
noi pare molto  vincolante, perché per farne parte è necessario riferirsi ad
un “maestro” dell’accademia ed uscirne sembra essere molto complicato.
Nostro figlio racconta anche che la dottoressa gli ha affidato un bambino
disabile da portare in piscina e che per svolgere questo lavoro lo istruisce
sul metodo da utilizzare con incontri settimanali presso il suo studio,
procurando al ragazzo ripetute assenze da scuola.
Io e mio marito stiamo cercando di proseguire un cammino come coppia e come
genitori, per comprendere ed affrontare errori e difficoltà nella relazione e
nella gestione del conflitto con nostro figlio, desiderosi di ricostruire con
lui un dialogo aperto e basato sul rispetto reciproco ma dialogando con lui, ci
sentiamo spesso ripetere che la dottoressa è sempre disposta ad aiutarci. Mi
sono affidata in buona fede alla dottoressa da cui adesso desidero un
chiarimento che in questo momento è mediato da un avvocato a cui abbiamo deciso
di rivolgerci e che ha inviato una lettera proprio con questo preciso intento.
Purtroppo però, durante un dialogo con nostro figlio abbiamo scoperto che è a
conoscenza della lettera e che addirittura ne ha una copia con allegata la
risposta della dottoressa la quale scrive di non capire il nostro atteggiamento
di inimicizia.
A Gennaio è stato ospite in vacanza a casa di mia cognata per sei giorni. Il
suo comportamento non era più quello di sempre, aperto e pieno di iniziativa e
in caso di conversazioni riguardanti l’ambito familiare mia cognata mi ha
riferito che passava subito dopo molto tempo al telefono con la dottoressa.
Ultimamente ci ha finalmente parlato delle reali difficoltà con noi genitori ma
ha anche aggiunto con determinazione che dobbiamo essere riconoscenti alla
dottoressa perché lui è stato “salvato” da lei e che se noi continueremo sulla
strada intrapresa saremo costretti a passare sul suo corpo, anzi ci minaccia
con determinazione rispetto la possibilità che lui prima o poi
volendo “salvare” i suoi fratelli minori venga a portarseli via.
L’unica speranza è legata alla decisione che ci ha comunicato ultimamente di
voler tornare in mansarda alla fine della scuola e che riesca a mantenere
aperto il dialogo-relazione anche se difficile.
Molti anni fa si pensava che per stabilire una buona alleanza con l’adolescente
in crisi gli psicologi dovessero tenere a distanza i genitori per documentare
all’adolescente che era lui il destinatario e il promotore dell’intervento e
che non si stava lavorando per conto dei genitori. Nulla di più sbagliato; ora
sappiamo che è vero il contrario e che è l’adolescente stesso a sperare che
anche i genitori partecipino all’impresa e si coinvolgano nel tentativo di
capire e risolvere ciò che lo fa soffrire e ritarda lo slancio verso la
crescita.

--
Cordiali saluti
rita


Citazione "ritamazzieri at libero.it" <ritamazzieri at libero.it>:

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> CARISSIMI,
> LA CAMPAGNA SMS 45595 PER LA PEDIATRIA E' TERMINATA IL 3 FEBBRAIO.
>
> RINGRAZIAMO DI CUORE TUTTI I SOSTENITORI DI QUESTA INIZIATIVA. ABBIAMO
> SENTITO L'APPOGGIO DI CENTINAIA DI VOLONTARI E AMICI CHE SI SONO DEDICATI A
> QUESTA CAMPAGNA CON SENTITA PARTECIPAZIONE
>
> ENTRO QUALCHE SETTIMANA, APPENA RICEVEREMO I DATI COMPLETI E DEFINITIVI DA
> PARTE DELLE COMPAGNIE TELEFONICHE, INFORMEREMO TUTTI CON UN RAPPORTO SUL
> RISULTATO ECONOMICO DELLE DONAZIONI.ANCORA GRAZIE DI CUORE, SALUTI E BUONA
> GIORNATA
> RITA MAZZIERI, COMUNITA' DI VILLALDA E AIS SEGUIMI ONLUS
>  www.grupposeguimi.org
> www.aisseguimi.org
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