Re: Zucchero bianco



Io la contrasto non comprandola e divulgando le informazioni che ho in
merito sul perchè boicottarla. Forse non è molto, ma è qualcosa.
Chissà che non pesi piano piano il "qualcosa" di ognuno?

Il 07/02/12, Borghi Franco<xenos at iii.it> ha scritto:
>
> Qui sotto  trovo  la seguente domanda: Come ha fatto (lo zucchero) a
> diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società?. Mi
> sembra una domanda banale.  Sarà anche nocivo e ne sono convinto, ma è tanto
> buono e gratificante e questa è la ragione del suo successo in tutte le
> società di tutte le epoche.
> Come la CocaCola: E' una schifezza di prodotto, ma è dolce e piace ai
> giovani, purtroppo. Se si condanna lo zucchero, ed io sono d' accordo,
> allora dobbiamo condannare anche la CocaCola e bevande simili.
> E poi  dopo la scoperta della bontà dell' uno e dell' altra è arrivato il
> marketing che ha "deificato" questi prodotti, soprattutto la CocaCola. Ormai
> non se ne può più della pubblicità di questa bevenda che troviamo ovunque,
> in maniera ossessiva. E noi, ingenuamente, la vogliamo contrastare con le
> nostre mail in Internet.
>
>
> Franco
> -----------------------------------------
> Franco BORGHI
> Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO
> Tel.051.6836715 -Fax 051.18895462
> Cell.348.3802633
> Reply to: xenos at iii.it - farabir at iii.it
>
>   ----- Original Message -----
>   From: Monica
>   To: consumocritico at peacelink.it
>   Sent: Tuesday, February 07, 2012 1:34 PM
>   Subject: Re: Zucchero bianco
>
>
>   ciao ti consiglio inoltre di leggere un libro (che ho apprezzato
> tantissimo e consiglio a tutti) scritto da Giuseppe Aiello IL MISTERO
> SOLUBILE DELLO ZUCCHERO ASSASSINO - Edizioni Candilita
>   http://www.candilita.it/index.htm
>
>   Vai a vedere il link, ti copio -qui sotto- già una sua breve introduzione
> perche tu possa farti già un'idea.
>   Ciao, Monica
>
>   Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza
>   O di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il
> saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione.
>   Fino a pochi secoli fa lo zucchero veniva usato dai nobili europei come
> una rara spezia da usare quale ostentazione di ricchezza. Come ha fatto a
> diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società?
> Perché è così difficile capire qualcosa degli effetti che ha sul nostro
> organismo? Perché le opinioni degli “esperti” sono diverse – qualcuno
> sostiene che sia un alimento sano e indispensabile, e altri che va
> considerato come un veleno? È vero che i consumatori di dolci sono soggetti
> a rischio per molte malattie o si tratta soltanto di ingiustificato
> allarmismo? Cosa dice in proposito la ricerca scientifica? Perché è opinione
> diffusa che donne e bambini abbiano una spiccata preferenza per il gusto
> dolce? È naturale mangiare zucchero? E cosa vuol dire naturale?
>   Sono molti i misteri che circondano il saccarosio e il tentativo di
> svelarli richiede una lettura della storia della nostra civiltà, del potere,
> dell’economia e della cultura, dell’evoluzione degli ominidi, dei cibi che
> l’hanno accompagnata e molto altro. Questo libro cerca di essere uno
> strumento utile per districarsi nel labirinto di un apparato informativo
> addomesticato che ha interesse a far sì che i lati oscuri dell’alimentazione
> restino tali il più a lungo possibile.
>   I primi che ho sentito parlar male dello zucchero erano dei macrobiotici,
> gente conosciuta tantissimi anni fa, persone in genere un po' fissate che
> mangiavano roba strana, insapore e costosa e che evidentemente soffrivano
> non poco a nutrirsi di quei curiosi alimenti dai nomi orientali (azuki,
> bancha, tamari, shoyu, kombu, mah...) e, soprattutto, a non mangiarne altre.
> Innanzitutto pativano a non mangiare i dolci. Molti di loro lo chiamavano
> “il bianco veleno” ma dopo avervi rinunciato per qualche tempo
> invariabilmente cedevano, e cedeva al tempo stesso la credibilità della
> demonizzazione del saccarosio. Alcuni vegetariani, che trent'anni fa erano
> peraltro rarissimi, riuscivano a rinunciare alla carne, ma quelli che
> provavano a rinunciare allo zucchero fallivano miseramente dopo qualche
> mese. Sara era improvvisamente diventata una paladina della macrobiotica,
> lasciando esterrefatto il fidanzato che vedeva (con ragione piena) in questa
> scelta un passo verso il distacco dal suo mondo di brava ragazza di paese,
> mondo che includeva anche lui. La reazione del giovane in odor di bruciatura
> fu quella di tormentarla portandole graffe e cornetti a prima mattina,
> all'inebriante profumo dei quali per un periodo Sara oppose resistenza e
> infine cedette (successivamente scelse di lasciare prima il fidanzato e poi
> la macrobiotica). Come potevano convincere qualcuno di quello che
> sostenevano se erano i primi a non esserne persuasi? Evidentemente questa
> storia dello zucchero velenoso doveva essere una scemenza, o quantomeno
> un'esagerazione.
>   Negli anni successivi, molto lentamente, cominciai a farmi l'idea che se
> si voleva cambiare il mondo in meglio non lo si poteva fare né andando a
> votare qualcuno nell'illusione che comandasse meglio di un altro, né
> modificando un pezzo del mondo lasciando il resto immutato. Dentro la
> copertina di Warehouse gli Hüsker Dü avevano scritto che la rivoluzione
> cominciava a casa propria, preferibilmente davanti allo specchio del cesso,
> e io, anche se le forzature de “ il personale è politico” non mi hanno mai
> convinto, la pensavo esattamente come loro. E siccome passo molto più tempo
> in cucina che davanti al suddetto specchio, gli sviluppi erano inevitabili.
> Non ho seguito santoni né guru, non sono diventato macrobiotico, vegetariano
> o vegano, non ho smesso di mangiare dolci né di bere alcolici, ma mi sono
> posto problemi. Più mangiavo riso integrale, meno zuccheravo tè e caffé,
> meno riuscivo a sopportare cocacola e nutella, che a un certo punto mi
> diventarono insopportabili al palato. La pastiera no, se ne avevo una
> davanti me ne mangiavo la metà senza scrupoli: essendo così buona non poteva
> fare male - o no?
>   Vabbe', rispetto alla gran parte dei miei coetanei mi drogavo talmente
> poco che un tale rigore alimentare mi pareva esagerato, la salute da quando
> mi ero cominciato a curare omeopaticamente era piuttosto buona e mi sembrava
> più importante sapere che friggere con l'olio da due soldi (esattamente
> quello che passa come “olio per frittura”!) è un atto delinquenziale nei
> confronti del proprio e altrui corpo che non concentrarmi sui presunti
> effetti nocivi dello zucchero.
>   La svolta vera è stata la nascita, a distanza relativamente breve, delle
> mie figlie e vista l'enorme quantità di dolci con la quale gli adulti
> ingozzano i bambini ritenni che era arrivato il momento di capire sul serio
> se questa storia del bianco veleno aveva qualche fondamento.
>   Ho cominciato a leggere e ho scoperto che non si capiva niente. Spietate
> sentenze, affermazioni dogmatiche da una parte e da quella opposta, lo
> zucchero ti avvelena e lo zucchero è necessario, ma pochissime spiegazioni.
> Era veramente un mistero, che sembrava impossibile da risolvere, per questo
> il libro si chiama così, “Il mistero solubile dello zucchero assassino”:
> “solubile” perché credo di averlo risolto, non sta a me dire se
> brillantemente oppure no. Ci sono voluti un po' di anni di studio (nei
> ritagli di tempo), di domande, discussioni, con la graduale consapevolezza
> che non ci poteva essere un approccio monodimensionale, ma era necessario
> considerare gli aspetti antropologici, economici, storici, evolutivi,
> fisiologici, perché ognuno di questi versanti ha la sua rilevanza e
> interagiscono nel formarsi della nostra cultura e delle nostre abitudini
> alimentari.
>   Alla fine ho concentrato tutto in 180 pagine in modo che quando nasce
> l'ennesima discussione sull'argomento: “ma è vero che lo zucchero fa male e
> perché” posso finalmente dire che esistono delle pagine dove c'è scritto
> tutto, o quasi.
>
>
>
>
>
>   Il giorno 06 febbraio 2012 18:35, Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com> ha
> scritto:
>
>     Salve, mi chiamo Roberta e mi interesso da un po' di tempo di consumo
>     critico. Fra le ricerche che m'è capitato di operare ho recentemente
>     incluso anche articoli inerenti al tema della presunta tossicità dello
>     zucchero bianco e mi sono imbattuta in questo che tra altri mi sembra
>     scritto "eticamente":
>
>     http://www.ilsentiero.net/2008/12/zucchero-lavvelenamento-dolce.html
>     ...e simili correlati,
>     nonchè:
> http://www.ilsentiero.net/2010/03/alternative-allo-zucchero-raffinato-i.html
>
>     L'argomento è per me interessante oltre che per un'antipatia congenita
>     verso la GDO anche perchè sono geneticamente predisposta a diabete e
>     nell'ultimo periodo risento dell'utilizzo di determinati prodotti sui
>     quali ero prima ben più distratta.
>
>     Mi piacerebbe sapere se qualcuno si era già documentato in merito e
>     che ne pensate. Grazie.
>
>     --
>     Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
>     Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
>     Se non riesci, scrivi a a.marescotti at peacelink.it
>     inserendo "cancella" nel Soggetto.
>     Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
>     http://web.peacelink.it/policy.html
>
>
>
>