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Re: Zucchero bianco
- Subject: Re: Zucchero bianco
- From: Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com>
- Date: Tue, 7 Feb 2012 18:12:58 +0100
Io la contrasto non comprandola e divulgando le informazioni che ho in merito sul perchè boicottarla. Forse non è molto, ma è qualcosa. Chissà che non pesi piano piano il "qualcosa" di ognuno? Il 07/02/12, Borghi Franco<xenos at iii.it> ha scritto: > > Qui sotto trovo la seguente domanda: Come ha fatto (lo zucchero) a > diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società?. Mi > sembra una domanda banale. Sarà anche nocivo e ne sono convinto, ma è tanto > buono e gratificante e questa è la ragione del suo successo in tutte le > società di tutte le epoche. > Come la CocaCola: E' una schifezza di prodotto, ma è dolce e piace ai > giovani, purtroppo. Se si condanna lo zucchero, ed io sono d' accordo, > allora dobbiamo condannare anche la CocaCola e bevande simili. > E poi dopo la scoperta della bontà dell' uno e dell' altra è arrivato il > marketing che ha "deificato" questi prodotti, soprattutto la CocaCola. Ormai > non se ne può più della pubblicità di questa bevenda che troviamo ovunque, > in maniera ossessiva. E noi, ingenuamente, la vogliamo contrastare con le > nostre mail in Internet. > > > Franco > ----------------------------------------- > Franco BORGHI > Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO > Tel.051.6836715 -Fax 051.18895462 > Cell.348.3802633 > Reply to: xenos at iii.it - farabir at iii.it > > ----- Original Message ----- > From: Monica > To: consumocritico at peacelink.it > Sent: Tuesday, February 07, 2012 1:34 PM > Subject: Re: Zucchero bianco > > > ciao ti consiglio inoltre di leggere un libro (che ho apprezzato > tantissimo e consiglio a tutti) scritto da Giuseppe Aiello IL MISTERO > SOLUBILE DELLO ZUCCHERO ASSASSINO - Edizioni Candilita > http://www.candilita.it/index.htm > > Vai a vedere il link, ti copio -qui sotto- già una sua breve introduzione > perche tu possa farti già un'idea. > Ciao, Monica > > Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza > O di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il > saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione. > Fino a pochi secoli fa lo zucchero veniva usato dai nobili europei come > una rara spezia da usare quale ostentazione di ricchezza. Come ha fatto a > diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società? > Perché è così difficile capire qualcosa degli effetti che ha sul nostro > organismo? Perché le opinioni degli “esperti” sono diverse – qualcuno > sostiene che sia un alimento sano e indispensabile, e altri che va > considerato come un veleno? È vero che i consumatori di dolci sono soggetti > a rischio per molte malattie o si tratta soltanto di ingiustificato > allarmismo? Cosa dice in proposito la ricerca scientifica? Perché è opinione > diffusa che donne e bambini abbiano una spiccata preferenza per il gusto > dolce? È naturale mangiare zucchero? E cosa vuol dire naturale? > Sono molti i misteri che circondano il saccarosio e il tentativo di > svelarli richiede una lettura della storia della nostra civiltà, del potere, > dell’economia e della cultura, dell’evoluzione degli ominidi, dei cibi che > l’hanno accompagnata e molto altro. Questo libro cerca di essere uno > strumento utile per districarsi nel labirinto di un apparato informativo > addomesticato che ha interesse a far sì che i lati oscuri dell’alimentazione > restino tali il più a lungo possibile. > I primi che ho sentito parlar male dello zucchero erano dei macrobiotici, > gente conosciuta tantissimi anni fa, persone in genere un po' fissate che > mangiavano roba strana, insapore e costosa e che evidentemente soffrivano > non poco a nutrirsi di quei curiosi alimenti dai nomi orientali (azuki, > bancha, tamari, shoyu, kombu, mah...) e, soprattutto, a non mangiarne altre. > Innanzitutto pativano a non mangiare i dolci. Molti di loro lo chiamavano > “il bianco veleno” ma dopo avervi rinunciato per qualche tempo > invariabilmente cedevano, e cedeva al tempo stesso la credibilità della > demonizzazione del saccarosio. Alcuni vegetariani, che trent'anni fa erano > peraltro rarissimi, riuscivano a rinunciare alla carne, ma quelli che > provavano a rinunciare allo zucchero fallivano miseramente dopo qualche > mese. Sara era improvvisamente diventata una paladina della macrobiotica, > lasciando esterrefatto il fidanzato che vedeva (con ragione piena) in questa > scelta un passo verso il distacco dal suo mondo di brava ragazza di paese, > mondo che includeva anche lui. La reazione del giovane in odor di bruciatura > fu quella di tormentarla portandole graffe e cornetti a prima mattina, > all'inebriante profumo dei quali per un periodo Sara oppose resistenza e > infine cedette (successivamente scelse di lasciare prima il fidanzato e poi > la macrobiotica). Come potevano convincere qualcuno di quello che > sostenevano se erano i primi a non esserne persuasi? Evidentemente questa > storia dello zucchero velenoso doveva essere una scemenza, o quantomeno > un'esagerazione. > Negli anni successivi, molto lentamente, cominciai a farmi l'idea che se > si voleva cambiare il mondo in meglio non lo si poteva fare né andando a > votare qualcuno nell'illusione che comandasse meglio di un altro, né > modificando un pezzo del mondo lasciando il resto immutato. Dentro la > copertina di Warehouse gli Hüsker Dü avevano scritto che la rivoluzione > cominciava a casa propria, preferibilmente davanti allo specchio del cesso, > e io, anche se le forzature de “ il personale è politico” non mi hanno mai > convinto, la pensavo esattamente come loro. E siccome passo molto più tempo > in cucina che davanti al suddetto specchio, gli sviluppi erano inevitabili. > Non ho seguito santoni né guru, non sono diventato macrobiotico, vegetariano > o vegano, non ho smesso di mangiare dolci né di bere alcolici, ma mi sono > posto problemi. Più mangiavo riso integrale, meno zuccheravo tè e caffé, > meno riuscivo a sopportare cocacola e nutella, che a un certo punto mi > diventarono insopportabili al palato. La pastiera no, se ne avevo una > davanti me ne mangiavo la metà senza scrupoli: essendo così buona non poteva > fare male - o no? > Vabbe', rispetto alla gran parte dei miei coetanei mi drogavo talmente > poco che un tale rigore alimentare mi pareva esagerato, la salute da quando > mi ero cominciato a curare omeopaticamente era piuttosto buona e mi sembrava > più importante sapere che friggere con l'olio da due soldi (esattamente > quello che passa come “olio per frittura”!) è un atto delinquenziale nei > confronti del proprio e altrui corpo che non concentrarmi sui presunti > effetti nocivi dello zucchero. > La svolta vera è stata la nascita, a distanza relativamente breve, delle > mie figlie e vista l'enorme quantità di dolci con la quale gli adulti > ingozzano i bambini ritenni che era arrivato il momento di capire sul serio > se questa storia del bianco veleno aveva qualche fondamento. > Ho cominciato a leggere e ho scoperto che non si capiva niente. Spietate > sentenze, affermazioni dogmatiche da una parte e da quella opposta, lo > zucchero ti avvelena e lo zucchero è necessario, ma pochissime spiegazioni. > Era veramente un mistero, che sembrava impossibile da risolvere, per questo > il libro si chiama così, “Il mistero solubile dello zucchero assassino”: > “solubile” perché credo di averlo risolto, non sta a me dire se > brillantemente oppure no. Ci sono voluti un po' di anni di studio (nei > ritagli di tempo), di domande, discussioni, con la graduale consapevolezza > che non ci poteva essere un approccio monodimensionale, ma era necessario > considerare gli aspetti antropologici, economici, storici, evolutivi, > fisiologici, perché ognuno di questi versanti ha la sua rilevanza e > interagiscono nel formarsi della nostra cultura e delle nostre abitudini > alimentari. > Alla fine ho concentrato tutto in 180 pagine in modo che quando nasce > l'ennesima discussione sull'argomento: “ma è vero che lo zucchero fa male e > perché” posso finalmente dire che esistono delle pagine dove c'è scritto > tutto, o quasi. > > > > > > Il giorno 06 febbraio 2012 18:35, Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com> ha > scritto: > > Salve, mi chiamo Roberta e mi interesso da un po' di tempo di consumo > critico. Fra le ricerche che m'è capitato di operare ho recentemente > incluso anche articoli inerenti al tema della presunta tossicità dello > zucchero bianco e mi sono imbattuta in questo che tra altri mi sembra > scritto "eticamente": > > http://www.ilsentiero.net/2008/12/zucchero-lavvelenamento-dolce.html > ...e simili correlati, > nonchè: > http://www.ilsentiero.net/2010/03/alternative-allo-zucchero-raffinato-i.html > > L'argomento è per me interessante oltre che per un'antipatia congenita > verso la GDO anche perchè sono geneticamente predisposta a diabete e > nell'ultimo periodo risento dell'utilizzo di determinati prodotti sui > quali ero prima ben più distratta. > > Mi piacerebbe sapere se qualcuno si era già documentato in merito e > che ne pensate. Grazie. > > -- > Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink. > Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Se non riesci, scrivi a a.marescotti at peacelink.it > inserendo "cancella" nel Soggetto. > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://web.peacelink.it/policy.html > > > >
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