lettera inviata ai Provveditori su Nestlè
- Subject: lettera inviata ai Provveditori su Nestlè
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- Date: Thu, 6 Jan 2011 18:08:10 +0100
- Importance: Normal
Title: Messaggio
Ai
Provveditori agli Studi delle
Province della Lombardia
agli assessori all'istruzione e
cultura di Milano e delle Province
lombarde
in un articolo
del numero di settembre di Altreconomia leggiamo che la Nestlé, complice l’Expo,
si propone ai bambini delle scuole come “maestra” di educazione alimentare, e
agli studenti di alcune università detta i contenuti delle ricerche che devono
fare e dell’impostazione da dare (con buona pace della libertà di ricerca). E’
infatti sponsorizzato dalla Nestlé l’opuscolo “Nutrire il pianeta, energia per
la vita”, distribuito dalla società Expo 2015 a 180mila bambini della scuola
primaria della Lombardia, e sempre Nestlé, insieme ad altre
multinazionali quali Unilever, Heineken, Citterio ecc., parteciperà alla
formazione e all’indirizzo delle ricerche degli studenti di Scienza
dell’alimentazione dell’università campus biomedico di
Roma.
Come probabilmente sapete, la Nestlé è oggetto da oltre
30 anni di una campagna di boicottaggio internazionale, e i motivi non mancano.
Eccone una sintesi.
DIRITTI DEI
CONSUMATORI
° L’accusa
principale rivolta a questa multinazionale è sempre stata quella della
promozione commerciale scorretta del latte in polvere per neonati e bambini,
violando (come peraltro diverse altre imprese del settore) il Codice Oms sulla
Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno. Questi comportamenti
commerciali che scoraggiano l’allattamento al seno, contribuiscono ogni anno, secondo l’Unicef,
l’Oms e le più prestigiose riviste mediche internazionali, alla morte di circa
un milione di bambini sotto i 5 anni nel mondo, principalmente a causa di
gastroenteriti, polmoniti e malnutrizione. Sono numerosi, negli ultimi 30 anni,
i tentativi della Nestlè e di altre multinazionali del settore di impedire a
governi di vari paesi (Pakistan, Zimbabwe, Sudafrica, Filippine) di adottare ed
applicare leggi nazionali sulla falsariga del Codice Internazionale Oms, con
pressioni e ritorsioni di vario tipo. Le continue violazioni del Codice
Internazionale da parte di Nestlè sono documentate ogni 3-4 anni dalla rete
IBFAN (International Baby Food Action Network) nella pubblicazione “Breaking the
Rules”.
°
Dopo una prima multa nel 2001, nell’ottobre 2005 Nestlé Italia, insieme a Heinz
Plasmon, Nutricia, Milupa, Humana e Milte è stata multata dall’antitrust per
complessivi 9,7 milioni di euro per aver costituito un “cartello” finalizzato a
mantenere in Italia i prezzi del
latte per neonati più alti (tra il doppio e più del quadruplo) degli altri paesi
europei. I prezzi del latte in polvere continuano ad essere in Italia più alti
che nei paesi vicini. La Nestlè e le altre ditte continuano a fornire agli
ospedali latte per neonati gratis o a prezzi fortemente ribassati per mantenere
le loro quote di mercato a danno di altre ditte, ma soprattutto
dell’allattamento al seno. Le continue violazioni del Codice Internazionale in
Italia sono documentate dalle pubblicazioni di Ibfan Italia “Il Codice Violato”,
l’ultima delle quali risale al 2008.
DIRITTI DEI
LAVORATORI
°
La Nestlé è accusata dalla International Trade Unions Confederation di
comportamenti antisindacali in vari paesi del mondo. Continuamente vengono
denunciati abusi e intimidazioni di ogni tipo nei confronti dei lavoratori (le
ultime in Indonesia, Repubblica Dominicana, Russia, Tunisia, Perù e Brasile) (
www.iuf.org).
° In
Colombia il Sinaltrainal, la federazione dei sindacati del settore
alimentare del paese, considera NESTLE' responsabile del licenziamento illegale
di molti lavoratori sindacalizzati . Nelle aziende della Nestlé in Colombia
sono stati assassinati 12
sindacalisti dal 1986 ad oggi (www.sinaltrainal.org ). Secondo il giornale colombiano
“Rebeliòn”, tra il 1990 e il 2005, la multinazionale è passata da un ricavo
medio annuale di 109.000 dollari per lavoratore a un ricavo di 427.000 dollari,
grazie alla “flessibilizzazione” del lavoro (che comprende chiusura di impianti,
precarizzazione e terziarizzazione). Nel 2006, solo il 3% dei lavoratori
lavorava da almeno 10 anni per la
Nestlé.
°
Le politiche antisindacali della Nestlé sono particolarmente violente nelle
Filippine. Il 23 settembre 2005 è stato assassinato all’uscita dello
stabilimento Nestlé di Cabuyao, Filippine, Diosdado Fortuna, presidente
dell’Uniòn de Empleados filipinos, che aveva sostituito Meliton Roxas, anch’egli
ucciso in circostanze praticamente identiche nell’88. Lo stabilimento di
Cabuyao era in agitazione da anni per ottenere il versamento dei contributi, e
l’azienda aveva risposto moltiplicando le guardie private e intimidendo i
lavoratori, malgrado una sentenza della Corte suprema favorevole ai lavoratori.
La Commissione sulla libertà di associazione sindacale
dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in risposta alla denuncia
presentata dall’Union de Empleados Filipinos, stigmatizzava nel suo rapporto del
giugno 2007 la presenza dell’esercito a fini di repressione sindacale nelle zone
industriali del paese e in particolare presso gli impianti Nestlé di Cabuyao, e
il perdurare delle uccisioni, rapimenti e aggressioni nei confronti di
sindacalisti. Una nuova circostanziata denuncia delle complicità fra il governo
e la Nestlé è stata presentata dal sindacato filippino all’OIL nel febbraio 2010
(informazioni più dettagliate nel blog dell’Union de Empleados Filipinos
http://blood-in-your-coffee.
blogspot.com/)
° In
Indonesia, nella fabbrica di Panjang, il sindacato lotta dal 2007 per migliorare
il contratto collettivo e aumentare le paghe, mentre la Nestlé rifiuta anche
solo di discutere (sostenendo che l’entità dei salari è un “segreto commerciale”
e non va inclusa nella contrattazione collettiva) e cerca di intimidire e
delegittimare i sindacalisti, cercando al tempo stesso di imporre un sindacato
filopadronale. Tutto questo nonostante il fatto che la Svizzera, dove ha sede la
casa madre della multinazionale, abbia sottoscritto le linee guida Ocse per le
transnazionali che tra le altre cose garantiscono il diritto dei lavoratori a
contrattare collettivamente i salari. ( www.iuf.org)
°
A causa della sua posizione dominante sul mercato del cacao e del caffé, Nestlé
ha grandi responsabilità nella determinazione dei prezzi di queste materie
prime, che in anni recenti (specie per quanto riguarda il caffé) sono crollati a
livelli molto bassi, mai raggiunti dagli anni Sessanta.
RISPETTO
DELL’AMBIENTE
°
Come la Coca Cola, anche la Nestlé fa affari d’oro grazie alla carenza di acqua
potabile nei paesi del Sud del mondo, vendendo a prezzi salati acqua purificata.
La Nestlé ha una posizione dominante anche nel settore acque minerali. Nel 2007
un gruppo di cittadini di S. Stefano di Quisquina, provincia di Agrigento, ha
protestato contro la “svizzera” rapidità con cui la Regione Sicilia ha assegnato
all’impresa la concessione per lo sfruttamento delle falde locali fino al 2033,
mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico della
popolazione.
°
Come tutte le industrie alimentari che producono snack, merendine e prodotti da
forno in genere, la Nestlé usa grandi quantità di olio di palma (in etichetta
indicato di solito con l’espressione generica “grassi vegetali idrogenati”), che
costa poco ma è pessimo dal punto di vista nutrizionale e soprattutto causa la
velocissima scomparsa – legata alla diffusione delle piantagioni - della foresta
pluviale in molti paesi asiatici, latinoamericani e africani, tra i quali
l’Indonesia e il Brasile. E’ una vera e propria catastrofe ambientale, pagata da
tutti/e noi, ma in primo luogo dalle popolazioni indigene che in quelle foreste
vivono.
VARIE
°
Nel luglio 2008 il presidente della Nestlé, Peter Brabeck, ha rivolto un appello
all’UE perché ammorbidisca le regole sugli OGM per fare fronte alla crescita dei
prezzi delle materie prime agricole, avallando l’idea – confutata da gran parte
degli esperti indipendenti – che la manipolazione genetica possa aumentare la
produttività. I fatti
dimostrano, invece, che sul lungo
periodo la produttività, in molti casi, diminuisce (oltre ad alterare
l’equilibrio ecologico locale) e per di più i piccoli agricoltori che sono
caduti nella trappola, devono pagare semi brevettati e grandi quantità di
pesticidi. Tutto ciò porta i
contadini, in molti casi, al fallimento e all’abbandono forzato delle
terre.
Nei confronti della
Nestlé è in corso da oltre 30 anni una campagna mondiale di boicottaggio che
riguarda in particolare Nescafè e Nesquik. Nel gennaio 2007 la Regione Marche ha
aderito alla campagna, approvando una mozione in cui esclude l’azienda dalla
partecipazione a qualsiasi gara d’appalto. Negli anni scorsi altri enti locali,
come il comune di Roma e la Provincia di Milano, hanno di fatto rifiutato la
sponsorizzazione di eventi pubblici da parte della
multinazionale.
Sulla base di questi e numerosi altri fatti, chiediamo di
evitare nel futuro iniziative analoghe e in particolare la diffusione di altri
materiali sponsorizzati dalla Nestlé o da altre multinazionali che non
rispettano le convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del lavoro e/o
sotto campagna di boicottaggio per gravi forme di irresponsabilità sociale e/o
ambientale.
Grazie per l'attenzione
Coordinamento Nord Sud del
Mondo
RIBN - Rete Italiana Boicottaggio Nestlè
Centro Nuovo Modello di
Sviluppo
FAIR
aderiscono
INTERGAS
associazione
NonUnodiMeno
Fratelli dell'Uomo
onlus
associazione Amici dei Sem
Terra
Associazione A SUD
Associazione Botteghe del
mondo
Federazione
Nazionale Brigate di Solidarietà Attiva
Centro di Solidarietà Internazionalista Alta
Maremma
per info:
ersilia.monti at livecom.it
sandra.cangemi at yahoo.it
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