I: appello per la chiusura dei CIE




Chi non avesse ancora firmato l'appello per la chiusura dei CIE può farlo
tramite il sito
http://www.nocie.org

Amalia navoni


> QUESTO APPELLO È RIVOLTO
> ALLE ANTIRAZZISTE E AGLI ANTIRAZZISTI
> CHE NON INTENDONO TACERE
>
> A coloro che intendono schierarsi apertamente, in maniera netta e 
> senza ambiguità, per la chiusura definitiva dei Centri di 
> identificazione ed espulsione, strutture che rappresentano 
> concretamente il simbolo più evidente della negazione dei diritti – 
> primo fra tutti quello della libertà personale – nonché momento 
> estremo del controllo sociale. Voluti dall’Unione Europea per 
> affermare la propria definizione di fortezza che garantisce i diritti 
> solo ad alcuni e in certi casi, messi in atto in Italia da un governo 
> di centro sinistra, rafforzati e peggiorati dai governi di destra, i 
> Cie sono la dimostrazione della politica espressa dal nostro Paese nei 
> confronti degli “stranieri”, in un percorso che dal rifiuto porta alla 
> rimozione, alla negazione dell’altro. Buchi neri del diritto nazionale 
> e internazionale, spesso nascosti agli occhi dei cittadini nelle 
> periferie delle città, inaccessibili e non monitorabili, i Cie sono 
> nei fatti un’istituzione illegale, risultato di abusi giuridici e di 
> leggi razziali come quella che introducendo il “reato di 
> clandestinità”, nega il principio di eguaglianza. Chi ci è entrato ha 
> avuto modo di toccare con mano rabbia, dolore e violenza. L’estensione 
> a sei mesi del tempo massimo di detenzione ha acuito
> ancora di più la disperazione, che spesso si traduce in tentativi di
> suicidio, in vite che si frantumano nel silenzio e nell’indifferenza. Chi
> ha ascoltato la voce di quelle e quelli che in maniera ipocrita vengono
> chiamati “ospiti”, riuscendo a sfondare il muro impenetrabile di
> invisibilità che nasconde i destini di persone costrette in gabbia, può
> affermare con nettezza che i Cie, un tempo Cpt, sono irriformabili.
> Perché è inaccettabile restare rinchiusi per il solo fatto di aver varcato
> una frontiera per necessità, per il solo fatto di esistere e aspirare a un
> futuro migliore. L’esistenza dei Cie si colloca nel disegno di chi vuole
> uomini e donne migranti in perenne condizione di ricattabilità,
> impossibilitati ad accedere a percorsi di regolarizzazione, scorie finali
> di chi è espulso dal circuito produttivo dopo essere stato sfruttato e
> costretto alla clandestinizzazione.
> Gabbie e cemento, nascondono destini spezzati, tentativi di rivolta,
> furore legittimo e repressione sistematica. Gli enti gestori, che da 
> queste
> strutture guadagnano milioni di euro macchiati di sangue, provvedono a far
> trovare ambienti puliti alle delegazioni che riescono a entrare. Ma basta
> guardare negli occhi gli uomini e le donne che stanno dietro quelle 
> sbarre,
> per ritrovarsi in faccia una realtà celata e rimossa.
> Quella che chiediamo non è soltanto una firma di circostanza, ma un
> impegno duraturo.
> Chiediamo che chi opera nei mezzi di informazione, nelle associazioni
> umanitarie, nelle istituzioni, nel mondo della cultura e dello spettacolo,
> si assuma, sottoscrivendo, una responsabilità precisa.
> Quella di forzare l’omertà che consente tale vergogna e di raccontare.
> Raccontare con onestà, non fermandosi all’apparenza ma per comunicare
> quanto sia importante chiudere tutti i Cie.
> Scegliendo oggi di disobbedire al consenso di cui gode il razzismo
> istituzionale.
> Un giorno, speriamo non lontano, luoghi infami come i Cie diventeranno
> simboli di una vergogna passata, da visitare per non dimenticare, per non
> ripetere.
>
>
> PER FIRMARE L'APPELLO: http://www.nocie.org
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> PRIME ADESIONI
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> Adriano Bono, musicista, Roma
> Alessandra Magrini, attrice
> Alessia Montuori, Associazione SenzaConfine, Roma
> Alex Zanotelli
> Annamaria Rivera, antropologa, Università di Bari
> Ascanio Celestini, attore, Roma
> Carlo Marrapodi, attore cinematografico e teatrale, ex operaio 
> ThyssenKrupp Caterina Romeo, Sapienza Università di Roma
> Christiana de Caldas Brito, scrittrice, Roma
> Clotilde Barbarulli, Giardino dei Ciliegi, Firenze
> Compagnia teatrale indipendente Attrice Contro, Roma
> Cristiano Castelfranchi, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione
> del CNR, Roma
> Elio Germano, attore, Roma
> Emilio Quinto, giornalista, Milano
> Emilio Quadrelli
> Fabio Geda, scrittore
> Federico Raponi, giornalista, Roma
> Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
> Gabriele del Grande, giornalista e fondatore di Fortress Europe
> Gianluigi Lopes, Medici Senza Frontiere, Roma
> Igiaba Scego, scrittrice e giornalista, Roma
> Julio Monteiro Martins, scrittore, Università di Pisa e Scuola Sagarana,
> Lucca
> Laura Guazzone, Sapienza Università di Roma
> Le donne che si sono incontrate al presidio del 25 novembre in piazza
> Cadorna, Milano
> Lea Melandri, saggista e giornalista, Milano
> Luca Queirolo Palmas, ricercatore, Università di Genova
> Marco Santopadre, Radiocittaperta, Roma
> Maria Cristina Mauceri, Università di Sydney, Australia
> Maria Grazia Campari
> Maria Immacolata Macioti, Sapienza Università di Roma
> Militant A, Assalti Frontali, Roma
> Missionari Comboniani di Castel Volturno, Caserta
> Monica Pepe, giornalista, Roma
> Natacha Deaunizau, attrice, Francia
> Nicoletta Poidimani, ricercatrice indipendente, Bologna
> Nora Morales De Cortiñas, Madres de Plaza de Mayo, línea fundadora, Buenos
> Aires, Argentina
> Paolo Agnoletto, avvocato, Milano
> Paolo Molinari, giornalista, Roma
> Riccardo Petrella, economista politico, Università di Lovanio
> Stefano Liberti, giornalista, il Manifesto, Roma
> Stefano Mencherini, giornalista indipendente
> Valerio Bindi, fumettista e disegnatore, Italia
> Vittorio Agnoletto
> ZeroViolenzaDonne.org
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