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I: appello per la chiusura dei CIE
- Subject: I: appello per la chiusura dei CIE
- From: "amalia.navoni" <amalia.navoni at fastwebnet.it>
- Date: Fri, 21 May 2010 01:01:01 +0200
- Importance: High
Chi non avesse ancora firmato l'appello per la chiusura dei CIE può farlo tramite il sito http://www.nocie.org Amalia navoni > QUESTO APPELLO È RIVOLTO > ALLE ANTIRAZZISTE E AGLI ANTIRAZZISTI > CHE NON INTENDONO TACERE > > A coloro che intendono schierarsi apertamente, in maniera netta e > senza ambiguità, per la chiusura definitiva dei Centri di > identificazione ed espulsione, strutture che rappresentano > concretamente il simbolo più evidente della negazione dei diritti – > primo fra tutti quello della libertà personale – nonché momento > estremo del controllo sociale. Voluti dall’Unione Europea per > affermare la propria definizione di fortezza che garantisce i diritti > solo ad alcuni e in certi casi, messi in atto in Italia da un governo > di centro sinistra, rafforzati e peggiorati dai governi di destra, i > Cie sono la dimostrazione della politica espressa dal nostro Paese nei > confronti degli “stranieri”, in un percorso che dal rifiuto porta alla > rimozione, alla negazione dell’altro. Buchi neri del diritto nazionale > e internazionale, spesso nascosti agli occhi dei cittadini nelle > periferie delle città, inaccessibili e non monitorabili, i Cie sono > nei fatti un’istituzione illegale, risultato di abusi giuridici e di > leggi razziali come quella che introducendo il “reato di > clandestinità”, nega il principio di eguaglianza. Chi ci è entrato ha > avuto modo di toccare con mano rabbia, dolore e violenza. L’estensione > a sei mesi del tempo massimo di detenzione ha acuito > ancora di più la disperazione, che spesso si traduce in tentativi di > suicidio, in vite che si frantumano nel silenzio e nell’indifferenza. Chi > ha ascoltato la voce di quelle e quelli che in maniera ipocrita vengono > chiamati “ospiti”, riuscendo a sfondare il muro impenetrabile di > invisibilità che nasconde i destini di persone costrette in gabbia, può > affermare con nettezza che i Cie, un tempo Cpt, sono irriformabili. > Perché è inaccettabile restare rinchiusi per il solo fatto di aver varcato > una frontiera per necessità, per il solo fatto di esistere e aspirare a un > futuro migliore. L’esistenza dei Cie si colloca nel disegno di chi vuole > uomini e donne migranti in perenne condizione di ricattabilità, > impossibilitati ad accedere a percorsi di regolarizzazione, scorie finali > di chi è espulso dal circuito produttivo dopo essere stato sfruttato e > costretto alla clandestinizzazione. > Gabbie e cemento, nascondono destini spezzati, tentativi di rivolta, > furore legittimo e repressione sistematica. Gli enti gestori, che da > queste > strutture guadagnano milioni di euro macchiati di sangue, provvedono a far > trovare ambienti puliti alle delegazioni che riescono a entrare. Ma basta > guardare negli occhi gli uomini e le donne che stanno dietro quelle > sbarre, > per ritrovarsi in faccia una realtà celata e rimossa. > Quella che chiediamo non è soltanto una firma di circostanza, ma un > impegno duraturo. > Chiediamo che chi opera nei mezzi di informazione, nelle associazioni > umanitarie, nelle istituzioni, nel mondo della cultura e dello spettacolo, > si assuma, sottoscrivendo, una responsabilità precisa. > Quella di forzare l’omertà che consente tale vergogna e di raccontare. > Raccontare con onestà, non fermandosi all’apparenza ma per comunicare > quanto sia importante chiudere tutti i Cie. > Scegliendo oggi di disobbedire al consenso di cui gode il razzismo > istituzionale. > Un giorno, speriamo non lontano, luoghi infami come i Cie diventeranno > simboli di una vergogna passata, da visitare per non dimenticare, per non > ripetere. > > > PER FIRMARE L'APPELLO: http://www.nocie.org > > > ------------------------------------------------- > > > PRIME ADESIONI > > Adriano Bono, musicista, Roma > Alessandra Magrini, attrice > Alessia Montuori, Associazione SenzaConfine, Roma > Alex Zanotelli > Annamaria Rivera, antropologa, Università di Bari > Ascanio Celestini, attore, Roma > Carlo Marrapodi, attore cinematografico e teatrale, ex operaio > ThyssenKrupp Caterina Romeo, Sapienza Università di Roma > Christiana de Caldas Brito, scrittrice, Roma > Clotilde Barbarulli, Giardino dei Ciliegi, Firenze > Compagnia teatrale indipendente Attrice Contro, Roma > Cristiano Castelfranchi, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione > del CNR, Roma > Elio Germano, attore, Roma > Emilio Quinto, giornalista, Milano > Emilio Quadrelli > Fabio Geda, scrittore > Federico Raponi, giornalista, Roma > Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo > Gabriele del Grande, giornalista e fondatore di Fortress Europe > Gianluigi Lopes, Medici Senza Frontiere, Roma > Igiaba Scego, scrittrice e giornalista, Roma > Julio Monteiro Martins, scrittore, Università di Pisa e Scuola Sagarana, > Lucca > Laura Guazzone, Sapienza Università di Roma > Le donne che si sono incontrate al presidio del 25 novembre in piazza > Cadorna, Milano > Lea Melandri, saggista e giornalista, Milano > Luca Queirolo Palmas, ricercatore, Università di Genova > Marco Santopadre, Radiocittaperta, Roma > Maria Cristina Mauceri, Università di Sydney, Australia > Maria Grazia Campari > Maria Immacolata Macioti, Sapienza Università di Roma > Militant A, Assalti Frontali, Roma > Missionari Comboniani di Castel Volturno, Caserta > Monica Pepe, giornalista, Roma > Natacha Deaunizau, attrice, Francia > Nicoletta Poidimani, ricercatrice indipendente, Bologna > Nora Morales De Cortiñas, Madres de Plaza de Mayo, línea fundadora, Buenos > Aires, Argentina > Paolo Agnoletto, avvocato, Milano > Paolo Molinari, giornalista, Roma > Riccardo Petrella, economista politico, Università di Lovanio > Stefano Liberti, giornalista, il Manifesto, Roma > Stefano Mencherini, giornalista indipendente > Valerio Bindi, fumettista e disegnatore, Italia > Vittorio Agnoletto > ZeroViolenzaDonne.org > > . > >
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