Rassegna stampa: Il Primo Marzo e Il filo giallo della disperazione



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Bioagricoltura Notizie" - 29/01/2010


Il Primo Marzo e  Il filo giallo della disperazione

Il primo marzo del 2010, si svolgerà lo sciopero degli immigrati.
Un'iniziativa promossa in Italia da un coordinamento di quattro donne, che
ha già riscosso decine di migliaia di adesioni. Anche Aiab aderisce
all'iniziativa e apre una mobilitazione generale da nord a sud, per
partecipare alla giornata e  invitare  riflettere su cosa sarebbe la
società senza i migranti, ma sopratutto senza la solidarietà, l'umanità e
la ragionevolezza, proprie delle società civili. Una realtà, quella dei
migranti, che in Italia interessa oltre 4 e mezzo di lavoratori stranieri.
Un grande situazione di disagio che lega  a filo doppio la società
all'agricoltura e ai suoi modelli dominanti. Pericolosamente adagiati, in
Italia e nel mondo, sul sistema  agro-alimentare che ha generato  la
scomparsa di milioni di “fattorie”, accelerato il processo di
desertificazione e costretto   intere popolazioni alla povertà e
all'emigrazione.
Ma sciuperemmo una grande opportunità se pensassimo che il primo marzo
debba essere solo un semplice esercizio di solidarietà o  di umanità. E non
un'occasione per “ripensarci” come elementi di una società senza frontiere
culturali, basata sul valore condiviso della giustizia sociale. C'è infatti
un unico filo che unisce i “fatti di Rosarno”, la “guerra del pane”
(condotta a suon di trattori degli agricoltori meridionali ) e la “protesta
dei lavoratori dell'indotto Fiat di Termine Imerese” (operai della Delivery
Mail- ditta delle   pulizie ) che mentre scriviamo, sono barricati  sul
tetto di un capannone per difendere il loro diritto al lavoro. È il filo
“giallo” della disperazione. É il forte senso di impotenza che avvolge
tutto e tutti, rispetto ad una società ferma al guado della “precarietà
istituzionale”. Vittima, e a volte protagonista inconsapevole, delle guerre
tra poveri. Sottoprodotto  del sistema economico globale, confuso e
deregolarizzato, fondato sul dominio del superfluo e intanto  incapace  di
garantire il minimo vitale ai popoli. 
Dalle regioni ci si aspetta adeguate risposte e si spera che dalle
periferie possano arrivare segnali forti di  solidarietà e  di
condivisione. 
Visto che dalla politica non giunge nulla di confortante. Mentre battiamo
questo pezzo, infatti  apprendiamo  che il Senato, Della Nostra Repubblica,
ha stralciato l'articolo che conteneva la delega al governo  per
l'attuazione della Direttiva 2009/52/CE. Direttiva  che introduce in Europa
norme minime e a tutela dei  lavoratori  di paesi terzi irregolarmente
soggiornanti e  sanzioni per  i datori di lavoro  che sfruttano tali
condizioni. E introduce, tra l’altro,  la possibilità' del rilascio di un
permesso di  soggiorno temporaneo a favore dei lavoratori extracomunitari.
Un ennesimo atto di miopia, ma soprattutto un’ulteriore occasione mancata
di  aprire con i fatti il costruttivo e necessario dialogo verso una  la
futuribile  società  della comprensione.
Per aderire allo sciopero e per informazioni http://www.primomarzo2010.it/

Lillo Alaimo Di Loro - Vicepresidente Aiab


Aiab aderisce allo sciopero degli stranieri. “In agricoltura rispettare i
diritti dei migranti”
L'Aiab aderisce allo sciopero degli stranieri, indetto per il primo marzo
2010 e invita tutti i cittadini e le associazioni di settore ad aderire.
L'Associazione che rappresenta il biologico italiano, infatti, ritiene
indispensabile far sentire forte la voce dell'agricoltura italiana di
qualità per favovire l'integrazione e la tolleranza per i migranti che
vivono e lavorano in I'Italia, a cui bisogna garantire il rispetto di pieni
diritti. L'Aiab condivide le posizioni programmatiche del Coordinamento
Europeo di Via Campesina sui migranti braccianti, che verranno presentate,
insieme ad analisi e proposte, a Torino, nel corso di una conferenza
stampa, Sabato 30 gennaio alle ore 10 presso il salone della Società
Operaia di Mutuo Soccorso "De Amicis" in C.so Casale, 134.  “Noi crediamo –
sostiene Via Campesina - che l'occupazione nel agricolo e rurale in Europa
e nel mondo debba essere una priorità nelle politiche agricole. Dichiariamo
che la campagna non deve diventare il laboratorio dell'erosione dei diritti
dei lavoratori/trici. Noi rifiutiamo che partendo dalla condizione di
lavoro dei lavoratori stagionali immigrati nei paesi dell'Unione europea,
siano violate la Convenzione europea per i diritti umani, la Convenzione
OIL n. 97, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e
culturali, e la Convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori
migranti”. L'Unione europea non può dare adito ad un regime economico che
deroghi a questi testi, in particolare nel rispetto del principio della
parità di trattamento che è al centro della politica europea. Non può e non
deve “ghettizzare” la situazione dei migranti stagionali rispetto a quella
degli altri lavoratori e di altri migranti. Dev'essere vietato agli stati
membri di aiutare o si sovvenzionare quelle aziende agricole che non
rispettano le regole e le convenzioni in materia di lavoro salariato.(Aiab)

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