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 ...sì, il problema non è Berlusconi e la sua 
marmaglia. Il problema siamo noi che ci diciamo di sinistra e non abbiamo il 
coraggio e la lucidità di scendere in piazza nè prima con prodi nè ora con 
Berlusconi. Abbiamo delegato i governi a fare i cavoli loro, sopra le nostre 
teste. 
Ora ben ci sta tutto quello che succede, Colpa 
nostra ! 
  
Franco 
  
----------------------------------------- FB-Franco BORGHI  Intn'l 
Trading & Consulting Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO - Italy Ph. 
intn'l +39.051.6859231 Fax Intn'l +39.051.6836715 Mob.Ph. 
+39.348.3802633 Skype Ph.name: consultfb Reply to:  franco.borghi at fbitc.it 
  ----- Original Message -----  
  
  
  Sent: Friday, June 20, 2008 2:00 PM 
  Subject: Re: comunicato stampa - 
  privatizzazione dell' acqua 
  
  
  Perchè 
  il governo della sinistra non ha ripubblicizzato l'acqua ed aumentato i 
  salari? Perchè la sinistra libera da obblighi massonici di governo non 
  sciopera? Altro che Berlusconi!! 
   
  ----- 
  Messaggio originale ----- Da: luca pusceddu < puscedduluca at hotmail.com> A: 
   consumocritico at peacelink.itInviato: 
  Martedì 17 giugno 2008, 15:56:04 Oggetto: RE: comunicato stampa - 
  privatizzazione dell' acqua 
  
  Luciano, hai proprio ragione. Mi hai fatto venire in mente una straordinaria 
  battuta di un film di Pier Paolo Pasolini, "La Ricotta", in cui un giornalista 
  italiano chiede ad un regista (impersonato da Orson Wells) cosa pensi 
  dell'Italia. Ed egli risponde: " un popolo di analfabeti con la borghesia più 
  ignorante d'europa". Ecco, questa è l'Italia. Un italia piccina, pidocchiosa, 
  uscita dalle logge, un regime dei pascià, come avrebbe detto un mio grande 
  conterraneo, Antonio Gramsci. ciao Luca
   
     
    Date: Tue, 17 Jun 2008 15:42:58 +0200 From: deiesu at gmail.com To: 
    consumocritico at peacelink.it Subject: Re: comunicato stampa - 
    privatizzazione dell' acqua
  
    Vorrei far vedere le cose da un'altra ottica: 
    gli italiani che ricavano benefici da questo sistema (in termini di 
    soldi, potere, vantaggi, nomine, briciole varie) sono molti di più di quelli 
    che ne vedono l'assurdità e la nocività. Poi c'è il gruppo con basso livello 
    culturale, intortato dalle televisioni. L'unica possibilità di cambiamento 
    si potrà verificare solo quando il processo di spolpamento messo in atto 
    dalla finanza internazionale con la complicità dei politici di tutti i 
    partiti sarà completato e noi arriveremo al livello dell'Argentina, del 
    Cile, della Polonia, della Russia di Eltsin, etc. 
    Non so' se la nostra millenaria cultura della sopportazione, così come 
    insegnataci da Santa Madre Chiesa, ci permetterà di sollevarci anche in quel 
    frangente...resta comunque la nostra unica speranza...Solo quando perde 
    direttamente di suo e non può arrangiarsi in altro modo l'italiano scende in 
    piazza.  
    Non abbiamo una cultura diffusa della comunità, del bene comune, della 
    solidarietà...abbiamo la cultura difussissima del furbetto, del "sto bene io 
    (e la mia famiglia), stanno bene tutti" 
    ...la dura, durissima realtà è che siamo in pochi, destinati ad essere 
    sempre meno e non schiacciati da una limitata casta perversa di politici, ma 
    immersi in un ambiente mefitico di bastardi che nel fango stanno bene o 
    comunque hanno imparato a viverci. 
    Da poco più di un anno vivo all'estero ed ho dovuto constatare che il 
    nostro è proprio un popolo di merda... fantasioso, caciarone, ma come popolo 
    una vera schifezza: tutti contro tutti e vinca il più furbo, il più 
    ammanicato. 
    Hanno ragione Stella e Rizzo a dire che l'Italia è alla deriva ed il 
    problema  è che la colpa non è solo del capitano o dell'equipaggio, ma 
    della maggioranza dei passeggeri che vogliono consapevolmente andare 
    così. 
    ..."Io speriamo che me la cavo" diceva un bambino napoletano in un 
    tema...speriamolo tutti...ma chi di speranza vive...
  Silvano 
      
      
    Il 17 giugno 2008 14.52, franco borghi < franco.borghi at fbitc.it> ha 
    scritto:
     ...PURTROPPO NOI 
      ITALIANI NON SAPPIAMO REAGIRE A TUTTE LE LEGGI CHE QUESTO GOVERNO SI 
      PREPARA A FARE. Il problema non è il governo, questo governo allergico 
      alla legalità,   il problema siamo noi che non abbiamo la forza e il 
      coraggio di scendere in piazza. ...pantofole, TV e 
      calcio.
  Franco
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      consultfb Reply to: franco.borghi at fbitc.it
 
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      Original Message ----- From: "italo disabato" <italo.disabato at rifondazione.it> To: 
      <consumocritico at peacelink.it> Sent: 
      Tuesday, June 17, 2008 12:44 PM Subject: comunicato stampa
 
  
      NEL DPEF SI TORNA 
        A PARLARE DI PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.
  Il Ministro 
        dell'Economia Tremonti ha annunciato che il prossimo 18 giugno, in 
        sede di presentazione del Documento di 
        programmazione economico-finanziaria (Dpef), allegherà allo stesso un 
        "Piano per lo sviluppo" che, tra le altre cose, prevede un decreto o 
        un disegno di legge per la messa a gara della gestione di tutti i 
        servizi pubblici locali. Il solerte Ministro ha inoltre tenuto più 
        volte a precisare come la privatizzazione riguarderà anche l'acqua, 
        dimostrando la precisa volontà di attaccare il movimento che in 
        questi anni si è prodotto con più forza e radicamento territoriale. 
        E, se qualcuno coltivasse qualche illusione di possibilità 
        parlamentare, ci ha pensato la ministro-ombra del PD, Lanzillotta, a 
        dichiarare il consenso bipartisan dell'intero Parlamento.
  Siamo 
        alle solite.
  Il modello neoliberista, per continuare ad esistere, 
        ha assoluto bisogno della valorizzazione finanziaria e della messa 
        sul mercato dei beni comuni, in una logica di espropriazione totale 
        dei diritti e di precarizzazione completa della vita delle 
        persone.
  Perché si dispieghi l'orizzonte della solitudine 
        competitiva - ciascuno lasciato solo sul mercato in diretta 
        competizione con l'altro- occorre eliminare qualsiasi orizzonte di 
        comune condivisone, qualsiasi spazio pubblico, qualsiasi diritto 
        sociale. Da qui l'attacco strumentale ai "fannulloni" del lavoro 
        pubblico, il tentativo di eliminare il contratto nazionale e 
        l'espressa volontà di precarizzare definitivamente il lavoro. Da qui 
        il disegno di privatizzazione totale dei beni comuni e dei servizi 
        pubblici locali per consegnarli ai poteri forti del grande 
        capitale finanziario. Lasciando al pubblico il solo ruolo di 
        gendarme, e dispiegando in funzione di esso le politiche securitarie, 
        attraverso una attenta seminagione dell'intolleranza sociale e del 
        razzismo contro ogni diversità e della trasformazione in problema di 
        ordine pubblico di ogni conflittualità sociale.
  Occorre 
        respingere con forza questa nuova ondata di 
        privatizzazioni.
  Perché la consegna al mercato dei beni comuni e 
        dei servizi pubblici è un'espropriazione di democrazia.
  Perché 
        tutte le lotte per la ripubblicizzazione dell'acqua, per una 
        diversa politica dei rifiuti che faccia a meno di discariche ed 
        inceneritori, per un nuovo piano energetico che dica basta alla 
        proliferazione di centrali fossili e nucleari e si basi sul risparmio 
        energetico, per un diverso modo di muoversi e di abitare i territori 
        urbani sarebbero vanificate dalla definitiva consegna al mercato di 
        questi beni.
  Perché il mercato non conserva, avendo tutto 
        l'interesse a dissipare.
  Perché il mercato non universalizza, 
        avendo tutto l'interesse a dividere.
  Credo sia giunto il momento, 
        così come è stato per la lotta alla direttiva Bolkestein e per il 
        contrasto al precedente DDL Lanzillotta, di costruire da subito una 
        nuova alleanza contro la privatizzazione dei beni comuni e dei 
        servizi pubblici che metta insieme tutte le forze e le realtà che 
        in questi anni, dentro i territori e attraverso esperienze di 
        partecipazione dal basso, hanno indicato la strada di un altro 
        modello sociale e di un altro mondo possibile.
  Italo Di Sabato 
        - dip. naz.le Movimenti Prc/Se
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