R: Re: Votare o non votare?



IO VOTO.

Ho letto con interesse le dichiarazioni di astensionismo attivo. In gran parte le condivido, però non condivido la scelta di non votare.

 

Non votare significa, a mio avviso, per l’effetto che produrrà, rimanere alla finestra. So quanti e quante iscritti/e a questa mailing list siano impegnati attivamente nell’associazionismo, non è critica di qualunquismo, al contrario!

Sono convinta che qualunque sarà la percentuale di astensionismo, (che penso sarà molto più alta del solito), si dirà:

  1. che le “democrazie mature” hanno percentuali di partecipazione al voto contenute…
  2. che chi non vota è un qualunquista

al massimo qualche esponente “illuminato”, farà anche una lacrima di coccodrillo, comunque TUTTI siederanno sulle poltroncine preparate.

Sono atterrita, sconcertata da questo momento storico. Ho seriamente paura.

Anche per questo voto.

Voterò la Sinistra Arcobaleno, in Lombardia 2 il mio voto andrà a Maurizio Zipponi e a Rita Borsellino.

Sono serena votando queste due persone, non ho nessun imbarazzo, se avessi potuto esprimere una preferenza, li avrei molto probabilmente scelti.

 

In Lombardia, per effetto di questa legge elettorale, (su cui si sono sprecati gli aggettivi), il mio voto contribuirà, forse, a sottrarre seggi al senato al PdL.

 

Un’ultima considerazione: è vero tutto quello che si è detto e si dice sulla legge elettorale, ma scusate, per tutte le volte che abbiamo votato alle politiche con il sistema maggioritario, essendo seggi uninominali, chi poteva scegliere il/la proprio/a rappresentante al Parlamento?

Inutile dire che sono sempre stata una proporzionalista, convinta dello sbarramento (anche se ho sempre votato per partiti minori).

 

Chi ha avuto la pazienza di leggermi dico soltanto che questa mia vuole essere solo una piccola voce, non giudicante, che vuole dare un piccolo contributo di riflessione.

 

Maria Chiaramonte

 

 

 

Maria Chiaramonte

Gardone Riviera (Bs)


Da: consumocritico-request at peacelink.it [mailto:consumocritico-request at peacelink.it] Per conto di maurilio orione
Inviato: giovedì 10 aprile 2008 11.55
A: consumocritico at peacelink.it; consumocritico at peacelink.it
Oggetto: R: Re: Votare o non votare?

 

In questi giorni, sento persone  che sono stufe e vorrebbero non votare, oltre a perdere dei voti, si può manifestare la propria criticità leggendo la legge elettorale e scoprendo particolari di cui i fautori del voto utile non parlano e i poveri elettori non conoscono.
Io voto ovviamente in modo non utile.

m. orione



-----Messaggio originale-----
Da: "franco borghi" <franco.borghi at fbitc.it>
Inviato 08/04/2008 5.53.29
A: consumocritico at peacelink.it
Oggetto: Re: Votare o non votare?

Non votare è rinunciare ad un dovere fondamentalòe del cittadino. Chi non vota tradisce gli altri cittadini.

Il qualunquismo non porta da nessuna parte. O, meglio, ci porta in braccio a personaggi  come Berlusconi e soci che sanno fare solo i loro propri interessi.

 

Franco

 

 

 

 

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----- Original Message -----

Sent: Monday, April 07, 2008 7:37 PM

Subject: Re: Votare o non votare?

 

Caro Franco, Danilo forse ha sbagliato non andando a votare, lei se ha votato non forse, ha sbagliato sicuramente.
Comunque cerchiamo di individuare il problema e il nemico ed unoiamoci per eliminarlo, poi litighiamo per il pelo nell'uovo.

Ciao VittoriO

Il 07/04/08, franco borghi <franco.borghi at fbitc.it> ha scritto:

Uno che da 30 anni non vota, vuol dire che per 30 anni vive alle spalle degli altri cittadini che si assumono l' onere di votate.

Franco

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----- Original Message ----- From: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com>
To: <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Monday, April 07, 2008 4:02 PM
Subject: Votare o non votare?





   Votare o non votare?
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una premessa ed una conclusione



Quando ci si pone la domanda: che faccio, voto o non voto? a mio avviso non si coglie il fatto che queste due sole opzioni sono poche, non bastando proprio a permetterci di compiere una buona scelta.

Non a caso lo scrivente, 55 anni, da una trentina non vota.

Non perché nessuno mi rappresentava e mi rappresenta (che sarebbe la minor cosa e non degna di nota) ma perché ritengo che:

- ogni politico o governo si fa portavoce delle volontà di categorie sociali che, potenti o deboli, ricche o povere che siano, hanno sempre e comunque TUTTE, le deboli quanto le potenti, le ricche quanto le povere, delle grosse responsabilità nella generazione di quei mali che patiamo, mai sognandosi di redarguirle per queste loro pesanti colpe e di attribuir loro una responsabilità od un dovere certi per ogni privilegio o diritto concessi;

- nessun politico o governo si fa o si può fare portavoce delle innumerevoli quanto varie giuste istanze della complessiva situazione che si vive.

Proprio perché trovo il sistema della rappresentanza politica dei gruppi sociali insufficiente, e la stessa rappresentanza mal condotta, qualche tempo fa ho pensato ad un altro sistema da aggiungere a quello già esistente che apra le porte della politica e del governo ai singoli cittadini in modo che essi possano presentare la loro originale proposta venendone pure premiati in caso di successo:

http://assemblea-popolare-permanente-premiata.hyperlinker.org/

sistema che è poi stato inglobato nel progetto del

http://partito-telematico.hyperlinker.org

di recente presentato. Si tratta di un progetto che personalmente ritengo del tutto necessario non avendo a che fare in questo caso con un vero partito bensì con un puro strumento di democrazia diretta, quindi senza alcun leader, segretario o dirigente e nessun programma preconfezionato. Al contrario giorno dopo giorno ognuno di noi avrebbe la possibilità di contribuire a stilarlo, andando così a formare una ampia leadership collettiva.

Votare o non votare: non sarebbe dunque tanto questo il punto importante quanto invece cercare di costruire ulteriori possibilità. Quel che conta davvero non sarebbe quel che facciamo in occasione di queste elezioni quanto delle prossime. Perché si procede appunto solo lavorando ed impegnandoci in anticipo, non chiedendo come si fa di solito un impossibile miracolo all'ultimo momento.

Tuttavia ci troviamo ad un tale stadio di avanzamento del male, così veloce, ampio e profondo, che perdere anche quelle poche opportunità di bene può costarci molto caro.

Ed allora questa è la mia conclusione.

Nel campo della responsabilità personale: non far figli e se possibile non lavorare (le due cose son collegate: chi non fa figli spesso non è costretto a divenire servo/schiavo del sistema e rimane invece libero e disponibile ad evolvere, fornendo anche un ottimo esempio a chi si trova indietro) bensì darsi da fare per costruire un buon futuro collettivo.

Nello specifico campo del voto, darlo a chi si prodiga soprattutto per obiettivi d'indubbio interesse comune, come ad esempio la salute che non può non interessare ognuno di noi viventi, tralasciando tranquillamente l'idolatria dell'economia. Anche se si è in condizioni di precarietà economica di sicuro non è con la competizione auspicata da pomposi politici professionisti che si risolverà il problema bensì con onesti sentimenti di cooperazione ne potremo uscir fuori. (Oltre che fermando le nascite, naturalmente, in quanto i prezzi, ad esempio, aumentano esponenzialmente perché esponenziale è la crescita della popolazione e quindi della richiesta di risorse).

La mia scelta allora cade sulla lista civica nazionale http://perilbenecomune.net che dà alla salute pubblica il giusto peso.

Auguriamo a queste persone la più gran fortuna e l'avremo augurata anche a noi stessi. Allo stesso tempo non dimentichiamo che ciò che più importa è lavorare comunque per un progetto come quello del Partito Telematico, che solo potrà spalancare le porte ad una straordinaria evoluzione sociale che ci farà dimenticare i presenti tempi.

Vive cordialità,

danilo d'antonio
























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