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rassegna stampa: Allarme dell'Apat per la moria delle api. Nel 2007 in italia persi 200 mila alverari
- Subject: rassegna stampa: Allarme dell'Apat per la moria delle api. Nel 2007 in italia persi 200 mila alverari
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- Date: Tue, 12 Feb 2008 13:19:41 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------ tratto da "Bioagricoltura Notizie" - 01/02/2008 Allarme dell’Apat per la moria delle api. Nel 2007 in italia persi 200 mila alverari Il miele sulla tavola la mattina a colazione rischia di diventare solo un ricordo, come anche altri prodotti del comparto ortofrutticolo italiano. La causa, una moria di api che, solo nel 2007, avrebbe portato a perdere tra il 30 e il 50% di tutto il patrimonio apistico nazionale ed europeo. In Italia, nel 2007, si sono persi 200 mila alveari con un danno economico per la mancata impollinazione stimato in 250 milioni di euro. Inquinamento, cambiamenti climatici e malattie sono tra le cause principali. Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso del workshop organizzato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici (Apat) dal titolo ‘‘Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di contenimento e rischi. (Agrapress) --- Con moria api a rischio un terzo delle coltivazioni, afferma la Coldiretti Con una riduzione variabile dal 30 al 50% del patrimonio apistico nazionale ed europeo è a rischio non solo la produzione di miele ma l’equilibrio naturale globale con effetti sulla salute ma anche sull’alimentazione, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80%”. Lo afferma la Coldiretti commentando i dati dell’Apat. Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza - spiega la Coldiretti - dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’ azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colt ure foraggere da seme come l’erba medica ed il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre - ricorda la coldiretti - grazie alle api. (Agrapress) --- La Cia chiede misure per contrastare fenomeno moria api “La scomparsa di oltre la metà delle api italiane è un danno gravissimo per la nostra agricoltura e avrà conseguenze pesanti anche sull’ecosistema”. Lo sottolinea la Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati diffusi dall’Apat. “È una situazione -afferma la Cia- allarmante. Basti pensare che le api contribuiscono per oltre l’80% all’impollinazione delle coltivazioni. Non è, quindi, a rischio soltanto la produzione di miele. In pericolo vi sono molte colture e i riflessi negativi anche nel settore zootecnico vista l’importanza che riveste l’impollinazione nei confronti dei pascoli e del foraggio. Effetti preoccupanti -avverte la Cia- potranno esserci anche sull’ ambiente, incrinando equilibri naturali ed alimentando il d egrado”. La Cia chiede quindi “l’immediata adozione di misure in grado di contrastare questo allarmante fenomeno”. Servono provvedimenti mirati a sostegno del settore che conta piu’ di 50 mila apicoltori, oltre un milione e 200mila alveari, una produzione che supera le 10 mila tonnellate l’anno”. (Agrapress) ---- Su moria api “subito chiarezza su pesticidi neurotossici”, chiede de Petris (Verdi) “Pretendiamo dal ministero della Salute una risposta chiara sui rischi per le api rappresentati dai pesticidi della classe dei nicotenoidi. È un grave errore sottovalutare gli effetti per l’ambiente e per l’agricoltura derivanti dalle stragi negli alveari”. Loredana de Petris, senatrice dei Verdi e capogruppo nelle Commissioni agricoltura e ambiente, così commenta i dati diffusi oggi dall’apat. “I dati del 2007 - dichiara la senatrice - confermati dalle associazioni degli apicoltori, sono preoccupanti. Agli effetti di alcuni pesticidi neurotossici si sommano certamente quelli indotti dal cambiamento climatico, ma la giusta ricerca delle concause non deve esimere dal prendere subito tutte le misure cautelari per limitare un danno che si riflette a catena sulle produzioni ort ofrutticole”. (dv) -------------------------------------------------------------- APITALIA: PER FERMARE L’EMERGENZA STOP ALLA CHIMICA Wednesday 30 January 2008 C'è una soluzione immediata e definitiva per risolvere la situazione drammatica. "Le api continuano a morire. Dall'Italia e da tutto il mondo arrivano bollettini drammatici," dichiara in un comunicato stampa Massimo Ilari, direttore editoriale di Apitalia. "Ma tutto resta senza soluzione." Secondo il direttore di Apitalia il problema non è un fenomeno esploso solo di recente ma comunque ritiene "meritorio che su ciò si sia fatto il punto nel convegno Apat sulla moria di api". Rispetto alle ipotesi che sono state espresse circa le cause di questa situazione, Ilari è perentorio: "Tanto per cominciare andrebbe rivoluzionato il sistema agricolo". "Fuori la chimica e dentro principi puliti. L'uso indiscriminato di fitofarmaci fa male all'ape - spiega - agli altri animali, all'uomo e all'ambiente. E' d'obbligo eliminare un problema che indebolisce il sistema immunitario dell'Ape e a cascata apre la strada a tutte le malattie che colpiscono le api." ------------------------------------ LE API STANNO SCOMPARENDO Tuesday 29 January 2008 E' una situazione drammatica provocata da molti fattori. Se ne è parlato oggi a Roma. In Italia lo scorso anno sarebbero morte tra il 30 e il 50% delle popolazioni degli alveari, un tasso simile a quanto registrato nel resto dell'Europa. Negli Usa la situazione è ancora più drammatica, in alcuni territori dell'America gli alveari sono stati devastati, con una mortalità del 60 70%. L'allarme è stato lanciato dall' Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (Apat) nel corso del dibattito che si è svolto oggi dal titolo:"Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di contenimento". Si è parlato in particolare della situazione italiana, con un confronto tra esperti e i rappresentanti delle associazioni di categoria. Tra le cause, oltre alle virosi e alle parassitosi tipiche delle api, come la varroa, alcuni studi hanno rilevato come possano incidere gli impulsi elettromagnetici sempre più presenti e il forte impatto delle colture. L'Apat inoltre lancia l'allarme sul ruolo del clima. Un andamento climatico irregolare "può interrompere il flusso normale di nutrienti che sono necessari alle api per la loro crescita e sviluppo, indebolendo le difese dell'alveare; occorre quindi essere pronti ad intervenire con idonee integrazioni alimentari che sostituiscano il nettare e il polline raccolti dalle api". Per Coldiretti l'equilibrio naturale del pianeta non avrà solo ripercussioni sulla salute ma soprattutto sull'alimentazione che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l'80 per cento. Il problema è maggiormente sentito nel Nord del Paese, dove si sono persi fino alla metà degli alveari; danni pesanti anche al Centro, mentre le cose sembrano andare meglio nel Mezzogiorno. I dati dell'APAT evidenziano che nel 2007 la perdita in Italia di 200mila alveari e la mancata impollinazione ha provocato un danno economico stimato in 250 milioni di euro e quindi, spiega Coldiretti, prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza che dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti sono a rischio. Inoltre inciderà anche nella produzione di carne per l'azione impollinatrice che le api svolgono nelle colture foraggere da seme come l'erba medica ed il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l'aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api. Per quanto riguarda la produzione di miele in Italia, secondo le stime di Coldiretti, in Italia nel 2007 è stata attorno le 10mila tonnellate, raggiunta grazie a circa un milione di alveari, gestiti dai 7.500 apicoltori "professionisti" e moltissimi hobbisti. Il fatturato stimato è stato di circa 25 milioni di euro. ------------------------------------------- N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.516 / Virus Database: 269.20.2/1270 - Release Date: 10/02/2008 12.21
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