[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
rassegna stampa: PIANTARE I SEMI DEL CAMBIAMENTO.
- Subject: rassegna stampa: PIANTARE I SEMI DEL CAMBIAMENTO.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Thu, 15 Nov 2007 17:36:16 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------- tratto da "Green Planet" - domenica 04 novembre 2007 PIANTARE I SEMI DEL CAMBIAMENTO. Può darsi che non abbiate un giardino e che vi manchi qualsiasi nozione o possibilità di farlo, o magari non volete provarci da soli, quindi la proposta di unirvi tutti insieme nella vostra comunità locale per produrre una parte del vostro cibo vi sembrerà un'idea geniale. Ancora meglio se seguendo la coltivazione biologica, perché vi interessa sia mangiare del cibo sano che proteggere l'ambiente. Questa idea geniale è diventata una realtà per molte persone delle contee di confine di Leitrim, Sligo, Donegal e Fermanagh in Irlanda e in Irlanda del Nord. Il progetto "Building peace through our shared environment" del centro biologico The Organic Centre ha visto la partecipazione di 200 persone ai progetti sugli orti comunitari e di 800 studenti della scuola primaria a un programma scolastico di giardinaggio. Il progetto lavora con una grande varietà di gruppi emarginati e di persone provenienti da entrambi i lati del confine e appartenenti alle due principali tradizioni del progetto di costruzione di pace attraverso numerosissime attività ambientali, spezzando le barriere tra le diverse comunità nel tentativo di portare avanti il processo di pace e riconciliazione. Il Programma per la Pace e la Riconciliazione dell'Ue è costituito da quattro parti principali, ognuna delle quali è stata determinante per lo sviluppo di questi orti comunitari. Basta partecipare a una sessione settimanale di giardinaggio per rimanere immediatamente trascinati dall'energia, dalla determinazione e dall'atteggiamento positivo dei partecipanti e del giardiniere responsabile del progetto. Molti di questi orti comunitari sono partiti da un piccolo appezzamento di terra, spesso situato su un suolo ostile e con condizioni metereologiche sfavorevoli. Lavorare e crescere tutti insieme sotto la guida del giardiniere responsabile del progetto ha aiutato i gruppi a superare gli ostacoli iniziali e a trasformare gli appezzamenti di terra in orti floridi e ridenti. La volontà di aiutarsi reciprocamente è evidente, e molti gruppi hanno organizzato incontri e attività al di fuori delle sessioni di giardinaggio. La difficile sfida di trasformare un suolo quasi impossibile da lavorare e del terreno in pessime condizioni in un orto produttivo e fruttuoso ha portato alla consapevolezza che è possibile, attraverso il lavoro collettivo e con un intento comune, trasformare ciò che è apparentemente negativo in qualcosa di positivo da cui tutti possono trarre beneficio. E i partecipanti si sono anche resi conto che questo processo è molto lungo - non accade nell'arco di una notte! Nell'apprendere come nel corso degli anni siano cambiati i sistemi di coltivazione, i partecipanti hanno imparato molto sul passato. Da quando hanno cominciato a praticare il giardinaggio, hanno infatti instaurato un legame con le generazioni più vecchie, con i loro genitori o i nonni, e hanno avviato delle discussioni sui loro metodi di coltivazione. Si sono resi conto del fatto che per tradizione l'agricoltura è sempre stata biologica - prima che entrassero in gioco i sistemi industriali di produzione alimentare e la loro dipendenza dai fertilizzanti artificiali, dagli erbicidi e dai pesticidi. Gran parte di queste discussioni avvengono in modo spontaneo, durante le pause per il tè oppure quando si chiacchiera lavorando tutti insieme. Attraverso il giardinaggio si possono imparare molte nozioni diverse, come l'importanza che ha la diversità per un orto - in presenza di un unico tipo di pianta, l'intero sistema è sottoposto molto di più all'attacco e alla distruzione da parte di infestanti e malattie. Inoltre, un habitat sano richiede una differenziazione dello spazio per delle interazioni sane tra gli infestanti e i loro predatori. Un altro concetto importante è l'equità: un orto contiene molti tipi di piante, ognuna delle quali richiede un tipo di cura diverso dalle altre. Non tutte le piante possono essere trattate allo stesso modo, e al fine di produrre cibo, bisogna andare incontro ai singoli bisogni. Ogni pianta vi ricompenserà a modo proprio. Questi concetti richiamano alla questione della società multiculturale, dove persone appartenenti a gruppi etnici, religiosi o politici diversi devono accettare dei compromessi e lavorare insieme per costruire una società giusta. Gli orti comunitari creano uno spazio condiviso per un gruppo differenziato di persone che è anche una risorsa per la comunità più ampia. I partecipanti commentano spesso che attraverso il progetto hanno sviluppato un senso di appartenenza comune. Imparando a rispettare gli altri esseri viventi, interiorizzano a loro volta una sorta di rispetto per il prossimo, guardando al di là delle differenze. Il giardinaggio, come la "crescita" della pace, è un processo lungo che non reca risultati immediati. Richiede del tempo. Accettare il passaggio delle stagioni e lasciare che la natura compia il suo corso annuale nell'orto serve a far capire ai partecipanti che i cambiamenti non avvengono da un giorno all'altro. Qualunque sia l'approccio iniziale dei partecipanti nei confronti dei principi di agricoltura biologica, il fatto di metterli in pratica e di assistere ai risultati delle loro fatiche ha un impatto profondo sulla loro percezione. La produzione di cibo sano senza l'utilizzo di prodotti chimici e di fertilizzanti artificiali non si limita più ad essere una semplice questione filosofica, diventa la normalità. I cambiamenti di atteggiamento sono diventati più evidenti durante le sessioni di cucina, che costituiscono una parte importante del progetto. Dopo aver coltivato verdure con le quali non erano familiari, i partecipanti le cucinano e le mangiano insieme. Il fatto di discutere ricette, assaggiare verdure poco comuni e assaporare dei gusti nuovi crea un forte impatto e apre la mente alle persone. Durante questo processo, si affievoliscono e vengono abbandonati gli atteggiamenti negativi nei confronti dei cibi stranieri, e soprattutto della gente straniera! Un esempio: Durante il primo laboratorio "Cross Community" dell'Organic Centre, accadde un episodio determinante: un gruppo scolastico rideva e chiacchierava mentre aspettava in una stanza l'arrivo di un altro gruppo scolastico. All'ingresso dell'altro gruppo, la stanza piombò all'istante nel silenzio e si sentì nell'aria una forte tensione mentre i bambini si squadravano reciprocamante. Forse questo avvenne perché si trovavano all'interno di uno spazio chiuso, ma una volta fuori e coinvolti in attività a contatto con la natura, l'interazione e le risate rimpiazzarono subito le sensazioni negative. L'impegno in attività comuni aveva spezzato le barriere erette dai loro preconcetti, e tutti quanti avevano cominciato a vedersi come delle persone impegnate in un fine comune. Una bambina commentò: "Non sono terribili come pensavo. Sono simpatici!" E tutti espressero il desiderio di visitare il giardino dell'altra scuola per poterlo paragonare al proprio. Queste sessioni hanno sicuramente sviluppato una maggiore consapevolezza di essere tutti quanti delle persone che condividono la stessa terra e la stessa natura. I processi di concimazione e riciclaggio sono una parte così integrante delle sessioni di giardinaggio da diventare quasi una seconda natura per i partecipanti. Gli studenti del programma scolastico di giardinaggio sono letteralmente affascinati dal sistema di concimazione istituito nelle loro scuole - dalla nozione di trasformare del materiale di scarto in meraviglioso suolo fertile utilizzato per fornire alle piante il cibo necessario per dare a sua volta cibo ai bambini. Scrutano continuamente sul fondo del bidone per vedere la terra scura e fertile e paragonarla ai materiali presenti in cima al bidone. Grazie a ciò hanno ora un rapporto più positivo con i rifiuti, oltre che delle conoscenze pratiche su come gestirli. Un altro aspetto positivo della partecipazione a un progetto di giardinaggio comunitario è la sua neutralità politica: giardinaggio e agricoltura trascendono ogni fede e ideologia. Non sono né cattolici né protestanti né buddisti; non sono né giusti né sbagliati. Si limitano a produrre del cibo, e su questo non si può discutere. Questa neutralità permette alle persone di riunirsi per un proposito di base. Il giardinaggio comunitario rafforza gli individui, crea una comunità più compatta, abbellisce le aree locali, produce cibo fresco e nutriente e fornisce grandi opportunità ricreative, spirituali e terapeutiche. Il fatto di coltivare insieme del cibo può essere un processo curativo. Le doti che rendono bravo un giardiniere biologico sono le stesse che valorizzano i membri della comunità - le persone che si prendono cura della terra e vogliono renderla fertile: saper nutrire i semi, la pazienza e l'umiltà; accettare i fallimenti; prevenire le malattie invece di curarle; essere ponderati e inventivi e rispettare tutte le forme di vita. In molte parti del mondo, soprattutto in zone di guerra o in aree difficili, la produzione del cibo è una necessità ed è spesso una questione di vita o di morte. In Irlanda del Nord, abbiamo la fortuna di avere in atto un accordo di pace formale e di poter considerare la coltivazione delle nostre verdure non come una questione di sopravvivenza, ma come un processo di apprendimento di nuove capacità, che danno un piccolo contributo economico. Tuttavia, con i prezzi del petrolio alle stelle e il riscaldamento globale, queste capacità possono diventare ancora più importanti per ridurre le "food miles" e le emissioni di diossido di carbonio. Sarà sicuramente più facile affrontare le sfide del riscaldamento globale se si è in armonia reciproca, e i progetti sugli orti comunitari possono contribuire al raggiungimento di questo fine. (Traduzione di Luisa Balocco - fonte Slowfood.it) Per saperne di più www.theorganiccentre.ie -------------------------------------------------------- LE ORGANIZZAZIONI DI AGRICOLTORI RICHIEDONO LA SOSPENSIONE DEL TRATTATO SULLE SEMENTI. domenica 04 novembre 2007 I governi non riescono a coprire le obbligazioni minime previste dal trattato. Affermazione della conferenza delle Nazioni Unite. Le organizzazioni degli agricoltori invitate a partecipare alla riunione delle Nazioni Unite sul Trattato che governa lo scambio di sementi per la ricerca e il miglioramento genetico delle piante ieri hanno detto ai governi riuniti che il Trattato dovrebbe essere sospeso. Parlando a nome di 30 organizzazioni di agricoltori e della societá civile Ibrahima Coulibaly, appartenente a ROPPA (Organizzazione Regionale Agricoltori dell'Africa Occidentale), ha detto: "il Trattato, ospitato a Roma dalla FAO (Organizzazione dell'Agricoltura e dell'Alimentazione) deve bloccare lo scambio di germoplasma per l'agricoltura, il materiale base per realizzare il miglioramento genetico. La sospensione dovrebbe avere effetto fin quando i governi continuano a non rispettare le obbligazioni minime del Trattato, inclusi gli accordi sul finanziamento minimo necessario". La seconda riunione dell'Organo di Governo del Trattato Internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'agricoltura e l'alimentazione ("la legge dei semi") é iniziata Lunedí e dovrebbe durare fino a Venerdí, peró é stata bloccata, di fatto nel quasi totale silenzio, perché i 115 governi membri non sono riusciti a trovare i 4,9 milioni di dollari necessari per mantenere il Segretariato in funzionamento e garantire i meccanismi minimi di monitoraggio che dovrebbero assicurare la condivisione equitativa dei benefici derivanti dagli scambi di sementi per la sperimentazione. I governi sono stati anche incapaci di impegnarsi nel finanziamento della conservazione in-situ ("nella fattoria") in vista della costruzione di competenze nel Sud globale. "Il caso piú grave di biopirateria istituzionalizzata mai visto", ha affermato Andrew Mushita della Rete per lo Sviluppo e la Conservazione Comunitaria della Biodiversitá (una rete di conservazione diffusa in 21 paesi). "Agli effetti pratici i governi stanno permettendo alle compagnie multinazionali di sementi di imporre un regime con forza di legge che obbliga allo scambio delle sementi degli agricoltori senza un beneficio per gli agricoltori stessi" ha dichiarato ieri Mushita rivolto ai governi. Un altro rappresentante della societá civile presente alla riunione, Wilhelmina Pelegrina di SEARICE, una organizzazione che ha sede nelle Filippine, ha dichiarato: "Ci aspettiamo anche che il Gruppo Consulente sulla Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) sospenda i suoi scambi di germoplasma". Quet'anno undici istituti del CGIAR hanno distribuito 100000 campioni di sementi nello spirito del Trattato. "Ci auguriamo che la sospensione del Trattato sia temporanea e che i governi tornino alla ragione rapidamente", ha affermato Pelegrina. Le negoziazioni per il Trattato iniziarono negli anni novanta perché i ricercatori scientifici e le multinazionali che migliorano le sementi vedevano gravemente ridotto il loro accesso al materiale genetico. Scienziati e agricolturi, specialmente in Africa, Asia e America Latina, rispondevano negativamente ai ricercatori del Nord perché le compagnie private prendevano le varietá degli agricoltori, le patentavano e ne traevano profitti. il declino nello scambio di sementi stava minacciando la sicurezza alimentare globale e i governi decisero di agire. Il trattato, dopo sette anni di aspre negoziazioni, include provvedimenti per il rispetto dei diritti degli agricoltori e dovrebbe garantire un flusso equo di benefici finaziari verso i paesi in via di sviluppo. Privato dei fondi per le funzioni amministrative di base, gli agricoltori e i paesi in via di sviluppo non possono avere fiducia nella equitá del sistema. Secondo Pat Mooney del gruppo ETC, con base in Canada, presente alla riunione, "Il settore delle industrie di sementi realizza globalmente vendite annuali di 23 miliardi di dollari. A partire dagli anni settanta le imprese di pesticidi iniziarono ad aquisire le imprese di sementi. Oggi"dice Mooney "le prime dieci compagnie di sementi controllano il 57% del commercio di sementi. Lo scorso anno l'86% della superficie agricola mondiale destinata a produrre colture geneticamente modificate (OGM) era coltivata con sementi prodotte da una sola impresa biotecnologica: la Monsanto". Questi giganti multinazionali della genetica sembrano essere i maggiori beneficiari dell'attuale disputa sul Trattato. "Non sono tutti i governi", afferma Guy Kastler, ViaCampesina Europa, "i veri biopirati in questa riunione sono Francia, Germania e Australia. Questi governi rendono impossibile l'adempimento degli obblighi del trattato da parte della comunitá internazionale. sebbene le loro imprese di sementi siano state ampiamente beneficiate dal Trattato questi tre paesi non hanno apportato uno spicciolo alle operazioni del trattato e ne stanno bloccando attivamente le negoziazioni in questa sede". Rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e della societá civile, che partecipano a spese proprie alla riunione sebbene siano stati invitati dalla FAO, sedevano increduli vedendo come i governi si rifiutavano di discutere il programma di lavoro proposto per il Trattato. Nessun commento veniva speso da parte dei governi sulle questioni piú contenziose. Gli agricoltori sono gravati con l'enorme onere della conservazione e del miglioramento delle piante. Il dato é stato confermato Martedí quando il rappresentante della UPOV, l'Unione per la Protezione delle nuove Varietá Agricole (l'organo intergovernamentale con sede a Ginevra che supervisiona la proprietá intellettuale per quanto riguarda le piante). Ha detto che i miglioratori genetici hanno "registrato" solo 70000 varietá in anni recenti. Gli agricoltori migliorano e adattano un milione di varietá ogni anno. "Se le negoziazioni alla FAO collassano" ha affermato Maria Elza Gomez appartenente a una piccola organizzazione di agricoltori Brasiliana, "la questione potrebbe essere rimandata alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversitá Biologica, il cui comitato scientifico si incontrerá nella sede romana della FAO a Febbraio 2008. I governi e la FAO potrebbero perdere il controllo del Trattato se questo venisse trasferito a un altro organo delle Nazioni Unite. Sarebbe un grave errore: il controllo sui semi, primo anello della catena alimentare, rimarrebbe in mano di un gruppo di esperti che non sanno nulla d'agricoltura". Per maggiori informazioni: Guy Kastler, Via Campesina/Europe, + (33) 60-394-5721 Maryam Rahmanian, CENESTA, +39 (340) 821-9456 Pat Mooney, ETC Group, +1 (613) 261-0688 Ditdit Pelegrina, SEARICE, +63 917 793 8618 Antonio Onorati, Crocevia, +39 (340) 821-9456 Andrew Mushita, Community Technology Development Trust, +39 (338) 645-2819 ------------------------------------------------------- N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.503 / Virus Database: 269.15.25/1118 - Release Date: 08/11/2007 9.29
- Prev by Date: Re: Luigi Veronelli: VIETATO VIETARE. A cominciare dal brodo di gatto!
- Next by Date: rassegna stampa - OGM: LA SPUNTA L'AUSTRIA.
- Previous by thread: Appello manifestazione nazionale "Ripubblicizzare l'acqua, difendere i beni comuni" 1 dicembre - Roma
- Next by thread: rassegna stampa - OGM: LA SPUNTA L'AUSTRIA.
- Indice: