Fwd: La favola del pescatore di salmoni che resiste al potere dei soldi di Trump



La favola del pescatore di salmoni che resiste al potere dei soldi di Trump

Uscito su "Il Gazzettino" il 19/10/2007

Fa piacere commentare, una volta tanto, una bella storia. Ci arriva dalla Scozia profonda e il nostro giornale - l'unico, mi pare - ne ha dato conto nei giorni scorsi. Ma val la pena di ripercorrerla per i lettori cui fosse sfuggita. Dunque, la storia è questa. Il supermiliardario americano Donald Trump, come se i soldi che ha non gli bastassero, come se non gli occorressero dieci vite per poterseli godere, si è lanciato nell'ennesima speculazione. Ha comprato un vastissimo terreno sulla costa scozzese, a Balmedie, a nord di Aberdeen, e vi sta costruendo un enorme campo da golf, un albergo a cinque stelle (il Trump International Resort) e tutti i lussuosi annessi e connessi che accompagnano questo tipo di insediamenti. Ma ha fatto i conti senza l'oste. Che in questo caso si chiama Michael Forbes, un pescatore di salmoni di 55 anni che è proprietario di nove ettari di terreno su cui vive, insieme a polli, galline, oche, conigli, con la vecchia madre 83enne, lui in una modestissima casa, lei addirittura in una roulotte. E la sua proprietà Forbes non la vuole vendere. Il guaio è che quei nove ettari tagliano proprio a metà il progettato e favoloso campo da golf e sono inoltre essenziali per tutta la logistica dell'insediamento. Quando gli emissari di Trump si sono trovati davanti al no di Forbes, un pescatorucolo la cui esistenza non avevano nemmeno messo in considerazione, si sono messi a ridere. Sapevano che il magnate aveva argomenti molto convincenti. E infatti Trump ha innalzato gradualmente l'offerta fino a portarla a una cifra venti volte superiore al valore economico del terreno. Ma non c'è stato niente da fare. Ha spiegato Forbes al Guardian: " Per me questo posto non ha prezzo. Non lo venderei mai. Tutta la mia famiglia viene da qui. Mio nonno pescava qui, mio padre pescava qui e così anche mio zio. Io sono l'ultimo e custodirò questo luogo". Una bella lezione per il magnate americano, abituato a ragionare in dollari, in euro, in sterline, in barili di petrolio. Non tutto è denaro. Non tutto si può comprare con il denaro. Ci sono valori, per quei pochi ancora che li custodiscono e li onorano (magari ormai solo, in Occidente, nella remota e tradizionale Scozia), che non hanno prezzo: l'identità, la dignità, il senso. Vivendo della propria abilità di pescatore e della perizia di allevatore, sulla terra dei propri avi, l'esistenza di Michael Forbes ha una dignità e un senso, con le tasche piene di dollari e una camicia a fiori a Miami Beach li perderebbe. Di fronte al no, per lui incomprensibile, di Forbes, Donald Trump ha reagito nel solo modo in cui sono capaci questi individui: con la violenza dell'economico. Ha scagliato contro il pescatore le televisioni e i giornali locali perché sostengano che Forbes danneggia lo sviluppo della zona. Ma forse anche gli altri abitanti di Balmedie hanno capito che un complesso come quello progettato da Trump, oltre a distruggere l'equilibrio della loro terra, su cui hanno vissuto serenamente per secoli, porta un benessere solo apparente. Se infatti il progetto di Trump dovesse andare comunque in porto i prezzi nell'intera zona salirebbero alle stelle e quella gente da povera, ma dignitosa, che era, diventerebbe miserabile, come è successo a tutte le popolazione del Terzo Mondo dove abbiamo portato il cosiddetto 'sviluppo'.

di Massimo Fini