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Rassegna stampa: UNIONE EUROPEA E AGRICOLTURA, GLI EFFETTI COLLATERALI.
- Subject: Rassegna stampa: UNIONE EUROPEA E AGRICOLTURA, GLI EFFETTI COLLATERALI.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 10 Oct 2007 08:48:24 +0200
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------- tratto da Green Planet - 09/10/2007 UNIONE EUROPEA E AGRICOLTURA, GLI EFFETTI COLLATERALI. Il caso sardo è solo la punta di un iceberg? "Migliaia e migliaia di aziende agricole italiane sono indebitate e gli investimenti non sono più remunerati a causa della politica dell'Ue". Quante aziende agricole italiane sono in situazioni simili a quella delle 5 mila che, in Sardegna, stanno andando all'asta perché non riescono a pagare i debiti nati da finanziamenti agevolati regionali? Mentre lo sciopero della fame dei contadini sardi si sposta da Decimoputzu a Roma, Gianni Fabbris, responsabile nazionale di Altra Agricoltura, descrive il caso sardo come la punta di un iceberg fatto di situazioni altrettanto drammatiche ma diffuse e polverizzate. Le aziende agricole italiane, soprattutto quelle specializzate che è di moda chiamare "di eccellenza", sono stritolate da due opposte politiche. Prima, gli incentivi a investire, a indebitarsi per specializzarsi e migliorare. Poi, la decisione che le derrate alimentari vanno acquistate là dove sono low cost. "Nei decenni scorsi, tutta la legislazione ha spinto gli agricoltori verso adeguamenti tecnologici ottenuti attraverso l'indebitamento, soprattutto nelle aree di colture specializzate, in serra e intensive", ripercorre Fabbris. Però, aggiunge, poi dall'altro è venuto il dietrofront, e le cose stanno finendo male: "Da dieci anni a questa parte gli investimenti non sono più remunerati dalla vendita dei prodotti, perché l'Unione Europea è orientata a ridurre il numero delle aziende agricole e a importare le derrate alimentari dai mercati più convenienti. Significa lasciare in secondo piano la produzione e a puntare su commercio e trasformazione. Non a caso la produzione di grano in Italia è diminuita del 45% negli ultimi tre anni, mentre invece è aumentata la produzione di pasta italiana". E tutto il gran parlare che si fa di Dop, Igp, Made in Italy? "Gran parlare, appunto - risponde Fabbris - Gli investimenti che l'Unione Europea fa in questa direzione sono molto piccoli rispetto a quelli che orientano all'acquisto delle derrate alimentari là dove costano meno. L'Europa vuole tagliare del 40% le aziende agricole italiane entro il 2013: spariranno quelle piccole, indebitate, specializzate; si allargheranno e prospereranno quelle grandi ed orientate verso la produzione a basso costo". Le aziende cerealicole, spiega Fabbris, negli ultimi tre anni hanno ricevuto incentivi europei "assolutamente indipendenti dall'effettiva produzione. Questo significa che non conviene più produrre. Equivale ad una cassa integrazione a zero ore, a un prepensionamento, ad accompagnare verso l'uscita dal mercato. Prossimamente capiterà la stessa cosa anche alle aziende ortofrutticole", Sì, ma ora i prezzi dei cereali si sono messi a salire, addirittura l'Unione Europea ha fatto marcia indietro sul set aside... "E' una delle contraddizioni che l'Unione Europea ha prodotto, e che le stanno scoppiando in mano". Intanto a Decimoputzu, in provincia di Cagliari, per tutta la settimana cinque contadini hanno digiunato nella sala del Consiglio comunale, per attirare l'attenzione sulle loro e sulle altre 5 mila aziende agricole sarde prossime ad essere messe all'asta perché non riescono a fronteggiare i debiti nati dai finanziamenti agevolati regionali: il punto è che la legge regionale "madre" dei finanziamenti, varata nel 1988, non è stata mai riconosciuta come legittima dall'Unione Europea. L'assessore regionale all'Agricoltura si difende dicendo che la situazione è causata dal comportamento delle banche, e promette di portare il loro caso all'attenzione del Governo. I contadini hanno ricevuto migliaia e migliaia di email di solidarietà: molte vengono dai lettori di Greenplanet, altre "dalla gente più incredibile - riferisce Fabbris - Un'operazione che ha contribuito ad alzare il velo sulla povertà nelle campagne italiane. E i più poveri ora sono quelli che 10 anni fa potevano permettersi i macchinari più costosi e più aggiornati". A Decimoputzu la guardia medica ha visitato Giorgio Matta, Maria Pau, Pani Maria Bonaria e Giulio Simula, che continuano a digiunare. Ha dovuto ricominciare a nutrirsi Omero Baire, al quale qualcuno ha incendiato l'azienda, già venduta all'asta ma nella quale egli continua ad abitare. E' situata in una zona ad espansione turistica nel Comune di Uta. E poi in settimana è stata venduta all'asta giudiziaria per 13 mila euro una parte dei beni di Lucio Murroccu, uno dei 5 mila schiacciati dai debiti nati dai finanziamenti agevolati regionali. Sono terre situate a Masainas, a tre chilometri dal mare, e sono diventate da poco edificabili. Finora, al momento della vendita, le famiglie erano riuscite a ricomprare i propri beni, e anche stavolta, a fronte di una base d'asta di 8.700 euro, i Murroccu avevano avanzato un'offerta di 10.500 euro. Qualcuno si è aggiudicato l'asta offrendo 13 mila euro per terreni che, secondo Altra Agricoltura, hanno un valore commerciale di 100 mila euro. Questa settimana sarà Roma, e non più Decimoputzu, il teatro degli sviluppi della situazione. Altri quattro contadini dovrebbero prendere il posto di quelli che, ormai duramente provati, sono da martedì scorso in sciopero della fame. E, annuncia Fabbris, stavolta lo sciopero della fame si svolgerà a Roma, dove giovedì il governatore della Regione Sardegna Soru discuterà la situazione delle aziende indebitate con ministro dell'Agricoltura De Castro. -------------------------------------------------------------- .B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.488 / Virus Database: 269.14.5/1058 - Release Date: 08/10/2007 16.54
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