I: Un appello per l'Africa



 

 

Mi associo a quanto scritto da Piero Basso.

 Al seminario che ricordava la figura di Thomas Sankara non eravamo molti. Ora però tutti possiamo apporre una firma per dar forza alla richiesta degli avvocati e della famiglia di Thomas Sankara di far luce sulla sua morte.    (     http://www.ipetitions.com/petition/Sankara20   )

grazie

Amalia navoni

 

-----Messaggio originale-----
Da: Piero Basso [mailto:piero.basso at fastwebnet.it]
Inviato: giovedì 4 ottobre 2007 10.33
A: pierobasso at freesurf.fr
Oggetto: Un appello per l'Africa


Ho partecipato qualche giorno fa alla presentazione pubblica, a Milano, dei risultati di un impegno decennale dei familiari di Thomas Sankara e di un gruppo di coraggiosi avvocati per avere giustizia.

Per chi non ricordasse chi fu quest'uomo, portato alla presidenza del Burkina Faso (l'ex-Alto Volta) da un colpo di stato militar-popolare, riporto alcune righe dell'enciclopedia Wikipedia:
Lottò contro la corruzione, promosse la riforestazione, l'accesso all'acqua potabile per tutti, e fece dell'educazione e della salute le priorità del suo governo
.
Soppresse molti dei privilegi detenuti sia dai capi tribali, sia dai politici, e attraverso dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee. Ad esempio:
* il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l'infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione;
* fu il primo governo africano a dichiarare che l'AIDS era la più grande minaccia per l'Africa;
* Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche.
Sankara venne ucciso il 15 ottobre 1987 insieme a dodici ufficiali, in un colpo di stato organizzato da un suo ex compagno d'armi (e poi suo braccio destro), l'attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré.

Dopo una lunga e difficile battaglia legale condotta prima in Burkina Faso e poi davanti al comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, finalmente nel dicembre 2006 l'ONU ha accolto la richiesta dei familiari, ingiungendo al governo del Burkina di dire la verità sulla morte di Sankara e dei suoi collaboratori e di indicare il luogo della sepoltura.
Questa è la prima volta nella storia delle Nazioni Unite che il comitato per i diritti umani prende una posizione così netta e decisa in una causa contro un governo. Questa sentenza ha un valore che va molto al di là del singolo episodio, pur importante, e per questo i familiari e gli avvocati di Sankara, le organizzazioni di difesa dei diritti umani ci chiedono di sollecitare le NN.UU., attraverso la firma di una petizione, affinché mantengano una pressione sul governo del Burkina perché ottemperi alla sentenza, cosa che evidentemente cerca in tutti i modi di evitare.

Non credo vi possano essere dubbî sulla meritorietà dell'iniziativa; il dubbio, semmai, è un altro: "serve davvero la mia firma?". Io credo che quando, come in questo caso, dietro alla raccolta di firme sta un'organizzazione motivata e agguerrita, come hanno dimostrato di essere gli avvocati e gli amici di Thomas Sankara, allora anche una nostra semplice firma può servire.
Per farlo, bastano pochi secondi (molti meno di quanti ve ne ho preso io con questo messaggio). Cliccate su:

http://www.ipetitions.com/petition/Sankara20

Grazie per l'attenzione, e molti cordiali saluti
                                            Piero Basso

 


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