[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
rassegna stampa: L'ESPRESSO, CHE BLUFF !!
- Subject: rassegna stampa: L'ESPRESSO, CHE BLUFF !!
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 4 Sep 2007 11:54:28 +0200
A cura di Altragricoltura Nord Est. ----------------------------------- tratto da "Bioagicoltura Notizie" - 31/08/2007 L’ESPRESSO, CHE BLUFF !! L’ultimo numero del settimanale L’Espresso (poi ripreso da La Repubblica e da qualche quotidiano locale che fa parte dello stesso gruppo editoriale) dedica la copertina all’ alimentazione biologica con il titolo “Bio che bluff”. I due articoli (“Bio non fa miracoli” e “Polemica verde”) prendono lo spunto da un articolo che uscirà sul prossimo numero di Altroconsumo. INTANTO VEDIAMO CHI È ALTROCONSUMO. Nel febbraio 2006 il Consiglio di Stato, con decisione inappellabile, ha disposto l'annullamento del decreto ministeriale che includeva Altroconsumo nell'elenco delle associazioni dei consumatori riconosciute. Lo stesso periodico Altroconsumo non è edito dall’associazione, ma dalla società di capitali Altroconsumo edizioni srl, partecipata da Euroconsumers, già Conseur S.A., società anonima di diritto lussemburghese (se qualche sportivo ha trasferito la residenza a Londra o Montecarlo per dribblare il fisco, volete impedirlo a una normalissima impresa commerciale che ripartisce gli utili tra gli azionisti?). Nel maggio 2006 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, scrivendo che appariva “evidente come sia stato consumato il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche" e che nell'"attività criminosa" erano configurabili il “vincolo associativo permanente” e l'esistenza di una “struttura organizzativa adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi" ha trasmesso gli atti al P.M. perché esercitasse l'azione penale nei confronti degli amministratori e dei legali rappresentanti di Altroconsumo edizioni srl e del Comitato consumatori Altroconsumo. I reati addebitati sono quelli previsti dagli art. 416 (Associazione per delinquere), art. 81 (Concorso formale. Reato continuato), art. 640 bis (Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche)del Codice penale. Negli anni, l’assillante pubblicità di Altroconsumo è finita sotto il mirino delle autorità: una volta il Garante per la radiodiffusione e l'editoria l'ha ritenuta in contrasto con la legge, il Garante della concorrenza e del mercato, per due volte l’ha giudicata ingannevole. Per chi sostiene di essere dalla parte dei consumatori, due sentenze per pubblicità ingannevole non sono il massimo… Quanto qui riferito è contenuto in atti pubblici, tutti liberamente consultabili. MA VENIAMO ALL’ARTICOLO. L’Espresso cita le analisi svolte da Altroconsumo su …ben 38 prodotti alimentari da prima colazione, 19 di produzione biologica e 19 di produzione convenzionale. Partiamo dalla confettura. Sia nelle quattro biologiche che in quelle convenzionali sono assenti residui di pesticidi e micotossine. In quelle biologiche la quantità della frutta è il 21% in più (ma l’Espresso commenta “le differenze sono minime”). Il contenuto di zucchero dei prodotti convenzionali è superiore del 10%, ma l’Espresso accusa in copertina i prodotti biologici di essere “pieni di zuccheri”. E gli altri, di grazia? Se si confrontano i prezzi, il titolo “Eppure sono molto più cari” appare del tutto fuori luogo: nonostante la quantità di frutta sia superiore del 21%, la media dei prezzi delle confetture biologiche è più alta solo del 16,5%. Per quanto riguarda gli yogurt alla fragola, niente aflatossine né nei vasetti bio né in quelli convenzionali. I prodotti biologici (sempre additati per essere “pieni di zuccheri”) hanno il 17% di zucchero in meno di quelli convenzionali e, pur se accusati di essere “molto più cari”, nella media costano solo l’1,4% in più. Dato che avere il 17% di zucchero in meno significa avere il 17% di yogurt e frutta in più, è poi così complicato valutare qual è il prodotto più conveniente? Proseguendo, poi, L’Espresso supera sé stesso, scrivendo che tutti i prodotti (bio e convenzionali) contengono ingredienti per nulla naturali, come “addensanti, gelificanti, stabilizzanti, aromi e coloranti”. Dimenticando di aggiungere che nei vasetti biologici di coloranti non c’è nemmeno l’ombra, che se ci sono aromi si tratta di aromi naturali, cioè di estratti e concentrati di piante, non degli aromi di sintesi presenti nei prodotti convenzionali, e che quando sono usati addensanti si tratta di alghe alimentari o di loro derivati. Lo spazio è tiranno: forse per spiegare questi fatti incontrovertibili si sarebbero dovuto ridurre le dimensioni di una fotografia… Per quanto riguarda il latte, niente aflatossine né residui di fitofarmaci nelle due tipologie di prodotti. Anche se tra i latti convenzionali è compreso un prodotto da discount, nella media il prezzo del latte biologico supera quello del prodotto convenzionale del 20%. Ahimè, è quello che serve per mantenere fuori dell’alimentazione delle vacche gli OGM (di cui l’articolo de L’Espresso dimentica l’esistenza), per fornire loro solo foraggi e mangimi biologici, per dar loro terreni in cui possano pascolare (non solo sui depliant) e stalle con ricoveri di dimensioni ben maggiori di quelle in cui sono costrette negli allevamenti convenzionali. Nei frollini integrali a fare scandalo per L’Espresso è quella che definisce “farina ricostruita”, utilizzata da due terzi dei prodotti convenzionali e biologici presi in esame. Una semplice e neanche costosa telefonata a un mugnaio avrebbe consentito di apprendere che tra la farina integrale derivante dalla macinazione a pietra e quella ottenuta dai moderni mulini miscelando in corretta proporzione la farina e la sua crusca e cruschello non c’è alcuna differenza dal punto di vista organolettico, nutrizionale, tecnologico (né tanto meno legale). O meglio, c’è la differenza che la seconda consente un trattamento termico di stabilizzazione del cruschello per evitare l’ossidazione senza utilizzare conservanti e antiossidanti, salvaguardare la qualità della farina e escludere ogni pur ipotetico rischio di tossine. Né nei biscotti biologici analizzati né in quelli convenzionali ci sono micotossine. In quelli biologici c’è l’8% di grassi in meno che nei frollini convenzionali (tant’è ci sfugge cosa c’entri il titoletto “Mal di pancia a colazione”. Lo capite, voi?). Tutti i prodotti, sia biologici che convenzionali, utilizzano grassi vegetali naturalmente nei prodotti biologici non sono presenti grassi idrogenati), a eccezione di un frollino biologico il cui produttore utilizza olio extra vergine d’oliva, vedendosi però attribuire una valutazione solo di “buono”. Per guadagnare la successiva qualifica di “ottimo” cos’altro avrebbe dovuto fare? È sull’aspetto dei grassi che si concentra la filippica de L’Espresso: li giudica di pessima qualità per tutti i prodotti, biologici e convenzionali: i grassi vegetali, insomma, all’articolista proprio non vanno giù. Glissa, però, sul fatto che sono ingredienti (solo nel nostro caso di origine biologica e assolutamente non idrogenati) autorizzati dalla legge e, piaccia o meno, presenti praticamente nella totalità dei prodotti da forno (e non solo) in commercio, sia che nel marchio abbiano un mulino candidissimo o un forno artigianale. Tace anche su chi ha necessità di tener sotto controllo il colesterolo o sull’esistenza dei vegani, sul fatto che non tutte le lavorazioni sono tecnologicamente possibili con olio extra vergine d’oliva (provate a farci un wafer…), che esistono prodotti biologici che tra gli ingredienti contano il burro (non presi in esame). Se non apprezzava i grassi vegetali, l’articolista avrebbe potuto scagliare i suoi strali su tutti i prodotti che li utilizzano, non sui prodotti biologici, che nonostante presentino l’8% di grassi in meno, si son beccati ugualmente il titolo “sono pieni di grassi”)… Per le fette biscottate integrali, tutti i prodotti convenzionali presentano residui di pesticidi (anche se l’articolo non ci si sofferma: se l’obiettivo è sparlare a tutti i costi dei prodotti biologici, perché mai dedicare qualche riga all’insetticida di prima mattina nei prodotti convenzionali?). Per quanto riguarda le micotossine, tutto regolare. Per quanto riguarda i grassi, tutti i prodotti convenzionali vengono valutati come “pessimi”, dato che utilizzano grassi vegetali. Ma un prodotto biologico senza grassi aggiunti, per il quale a questo punto ci si potrebbe attendere la valutazione di “ottimo”, ottiene un misero “non valutabile”. Il ragionamento dev’essere stato: coi grassi vegetali sei pessimo, con l’olio extra vergine d’oliva sei appena buono, se sei senza grassi nemmeno ti prendo in considerazione, quello che importa è che l’ottimo non te lo darò mai.. Le analisi si chiudono con i corn flakes. Residui di fitofarmaci non ci sono, ma in due prodotti convenzionali su tre è presente la fumonisina, che è stata trovata anche su tre campioni di prodotti biologici. Si tratta di una sostanza prodotta da funghi di campo (Fusarium verticillioides, Fusarium proliferatum ecc.) presente con una certa regolarità nel mais e nei prodotti a base di mais. Data la sua ubiquità, la legge ne autorizza la presenza, entro una determinata soglia di sicurezza, sia nei prodotti convenzionali che in quelli biologici: in tutti i campioni presi in esame la fumonisina, appunto, è sotto a questa soglia. Ma dato che finora aveva molto poco in mano (prodotti biologici con meno zuccheri e meno grassi, ingredienti di maggior qualità, nessun residuo, prezzi ragionevoli…) all’articolista non è rimasta che una mossa estremamente acrobatica: sì, le tracce di fumonisina sono perfettamente in regola rispetto alle leggi in vigore, ma non lo saranno rispetto alle leggi… future! Alla ricerca disperata di qualche difetto, ha inventato l’inedità “non conformità a una legge che non c’è”, ma di cui a Bruxelles hanno cominciato a discutere. In base a questo ragionamento, dato che l’Unione europea ha cominciato a ragionare anche di auto Euro5, dovreste rottamare da subito la vostra Euro4. Non provate a sostenere che siete entro i limiti di emissione previsti dalla legge: potete forse dichiarare che lo sarete anche più avanti, quando saranno adottati limiti inferiori? In mezzo a titoli che non hanno riscontro con le tabelle pubblicate, a silenzi e acrobazie, L’Espresso infila l’articolo “Polemica verde”in cui un altro giornalista meno creativo ammette “Hanno più antiossidanti, più nutrienti e meno sostanze tossiche. Dopo anni di dubbi e controversie, le ricerche concordano. A chiudere la diatriba sono alcuni studi recentissimi che, con un rigore mai raggiunto in precedenza, hanno analizzato la composizione di frutta e verdura biologiche”. Riferisce di un recente studio dell’Università californiana Davis che “lascia poco spazio ai dubbi” misurando la concentrazione di flavonoidi (preziosi antiossidanti naturali) in pomodori bio e non, raccolti fra il 1994 e il 2004 nell'ambito di uno studio ultradecennale: “grazie alla accuratezza dei metodi impiegati, la supremazia del biologico è emersa con chiarezza”. I prodotti biologici hanno presentato il 97% in più di canferolo, il 79% in più di quercetina e il 31% in più di naringina e “si è potuto notare che la qualità del suolo bio migliora nel tempo, e con essa i suoi prodotti”. Cita anche qualcuno dei diversi studi pubblicati in primavera che “mostrano che pesche, mele e kiwi biologici hanno consistenza maggiore, e più sostanze nutritive e antiossidanti quali zuccheri, vitamina C, beta carotene e polifenoli. Il che conferma ricerche precedenti, comprese quelle del nostro Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che nel 2002 ha rilevato la superiorità nutritiva di pesche, pere, susine e arance biologiche”. Il pezzo conclude con “i rischi legati ai pesticidi sono aggirati mangiando biologico. Non solo indirettamente, evitando l'inquinamento, ma anche direttamente, evitando l'ingestione di sostanze potenzialmente tossiche. Uno studio del 2005 ha rilevato nelle urine dei bambini americani tracce di pesticidi, che scomparivano quasi del tutto se essi si nutrivano per pochi giorni con alimenti biologici”. Che c’azzecca, direbbe Tonino Di Pietro, un titolo come “Bio che bluff” con queste e altre affermazioni che confermano la “supremazia del biologico”, come scrive lo stesso settimanale? È un mistero che L’Espresso dovrebbe spiegare ai suoi lettori,che ha solamente preso in giro. Ma anche a noi imprese biologiche, che ha pesantemente diffamato. Partendo dall’analisi di 19 prodotti (da prima colazione), peraltro tutti perfettamente a norma, tutti con meno grassi, meno zuccheri e più ingredienti di pregio, tutti senza residui di pesticidi e senza OGM, L’ Espresso estende a tutte le migliaia di prodotti biologici un titolo delirante come “Bio che Bluff. Uno studio accusa i cibi biologici: sono pieni di grassi e additivi, zuccheri e sali. Spesso non sono migliori di quelli industriali. Eppure sono molto più cari”. Stefano Boco, sottosegrario alle Politiche agricole, alimentari e forestali ha ritenuto di dichiarare alla stampa “Il biologico è un comparto molto importante, un tipo d’agricoltura apprezzata da molti consumatori. Non riesco a capire il perché di un’ aggressione immotivata verso questo settore”. Il nutrizionista Giorgio Calabrese, docente all’università cattolica di Piacenza, a quella di Torino, visiting professor alla School of Medicine della Boston University, rappresentante italiano all’Autorità europea per la sicurezza alimentare, vice presidente del comitato scientifico dell’ istituto nazionale di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione, dal canto suo ha dichiarato: “I veri prodotti biologici migliorano la qualità dell’ alimentazione. Gli alimenti bio, infatti, contengono una maggior quantità di antiossidanti” . Da parte nostra che dire? Non diciamo assolutamente che, in questa occasione, L’Espresso abbia dimostrato cialtronaggine, lungi da noi (siamo noi che vogliamo querelarlo), no, Ma sciatteria sì. Sciatteria, scarsa serietà e disprezzo assoluto della verità, dei lettori e di un’intera filiera biologica che ha convertito in modo eco-compatibile la sua produzione ed è ai primi posti nel mondo per “numeri” e qualità. ASSOBIO (associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici - info at assobio.it) ---------------------------------------------- AIAB: L'Espresso sbaglia, il Biologico è meglio per la salute. Diversi studi smentiscono le affermazioni contenute in un servizio del settimanale e in un articolo della Repubblica, e ribadiscono le maggiori qualità nutrizionali e antiossidanti dei prodotti bio. “Siamo stufi di ricerche spot, che dimenticano di calcolare l'impatto ambientale di un tipo di produzione agricola convenzionale rispetto a quella biologica”, così Vincenzo Vizioli di AIAB, Presidente del comitato promotore per la Fondazione di Ricerca per l'Agricoltura biologica e biodinamica, commenta l'articolo pubblicato sul settimane L'Espresso di questa settimana, in cui si afferma che “Il Bio è un bluff”. Secondo L'Espresso, affiancato da un articolo pubblicato su Repubblica di oggi, il biologico non avrebbe qualità nutrizionali e benefici per la salute maggiori rispetto a un qualsiasi prodotto convenzionale. L'affermazione viene smentita da diverse ricerche italiane e internazionali, tra cui una del 2006 condotta dall’ Università di Tor Vergata di Roma e coordinato dall’Istituto nazionale di Economia Agraria (Inea), col finanziamento del Ministero per le politiche agricole e forestali, e una del 2003 a cura dell'INRAN. Secondo queste ricerche le proprietà antiossidanti e nutrizionali del biologioco sono nettamente superiori al convenzionale. Vizioli, che con la Fondazione promossa da AIAB, Legambiente, Uila e Associazione per l'Agricoltura Biodinamica si occupa proprio di approfondire i benefici del biologico dal punto di vista scientifico, continua: “Dicono che il cibo convenzionale è buono e sano quanto il biologico, ma dimenticano che il biologico ha in più degli effetti benefici sull'ambiente. L'operatore biologico si accolla i costi ambientali che l'agricoltura convenzionale scarica sulla collettività.D'altra parte, L'inquinamento delle falde acquifere e dell'aria, causato dalla produzione e dall'utilizzo di pesticidi, non è anch'esso un danno per la salute, che il biologico evita ai consumatori?” Riguardo la possibile insorgenza di patologie a causa dell'uso di pesticidi, Vizioli dichiara: “Se è vero che fino ad oggi nessuno è riuscito a collegare l'uso di fitofarmaci a intolleranze alimentari, reazioni allergiche e patologie simili, è pur vero che da quando i fitofarmaci vengono usati in agricoltura questo genere di malattie sono lievitate in maniera esponenziale”. Per quanto riguarda la presenza di microtossine nel biologico, di cui parla il servizio dell'Espresso, Il presidente del comitato promotore della Fondazione di ricerca, spiega: “Si tratta di un problema di tutto il settore agroalimentare e non solo del biologico. E non bisogna dimenticare che le microtossine spesso non si formano nella prima fase, quella della raccolta, ma durante il processo di trasformazione del prodotto fresco". 2002 A.I.A.B. Via Piave, 14 - 00187 Roma - tel. +39.06.4543.7485/6/7 - fax +39.06.4543.7469 - e-mail: aiab at aiab.it ---------------------------------------- --------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.484 / Virus Database: 269.13.1/981 - Release Date: 31/08/2007 6.13
- Prev by Date: Inizia la raccolta delle firme
- Next by Date: [ADUC - AVVERTENZE ONLINE] N. 2007-17 del 01-09-2007
- Previous by thread: Inizia la raccolta delle firme
- Next by thread: [ADUC - AVVERTENZE ONLINE] N. 2007-17 del 01-09-2007
- Indice: