"L'ITALIA GUARDI ALLA GERMANIA PER LO SVILUPPO DEL BIOLOGICO"





COMUNICATO STAMPA



“L’ITALIA GUARDI ALLA GERMANIA PER LO SVILUPPO DEL BIOLOGICO”



Nell’ambito dei festeggiamenti per i vent’anni di Ecor, la più grande
azienda italiana di distribuzione di prodotti bio,  il presidente di Ifoam
ha illustrato le strategie vincenti per i negozi specializzati



 “Guardiamo alla Germania e impariamo dalla sua esperienza per sviluppare
il mercato del biologico”. E’ questo in sintesi il messaggio lanciato da
Gerald Hermann, presidente di Ifoam (International Federation of Organic
Agricolture Movements), con la sua relazione presentata oggi, domenica 13
maggio, a San Vendemiano (Tv), nella sede di Ecor Spa, leader italiano
nella distribuzione del biologico. L’azienda infatti ha festeggiato i suoi
vent’anni con una giornata di festa e di incontri alla quale ha voluto
anche una delle voci più autorevoli a livello europeo per comprendere qual
è il trend del bio.

Il primo dato incoraggiante fornito da Hermann ha riguardato il fatturato
complessivo del mercato biologico nel mondo: dai 25,5 miliardi di euro del
2005 si è passati nel 2006 a 31 miliardi, una crescita stimata del 21% e
dovuta soprattutto all’Europa, che rappresenta circa il 51% dell’intero
mercato. L’Italia si colloca al quarto posto nella classifica Europea con i
suoi 1,4 miliardi di Euro, preceduta dalla Germania (in testa con 4.5
miliardi di Euro), Regno Unito (2,3 miliardi Euro) e Francia (1,7 miliardi
di Euro). La spesa pro capite nel nostro paese però è stata calcolata di 24
euro, mentre in altri paesi si spende molto di più in prodotti bio: 54 euro
in Germania, 71 euro in Austria, 104 euro in Svizzera. Ed è proprio
analizzando con attenzione il “caso Germania” che possono essere
individuate le strategie di sviluppo. Dalla ripartizione dei consumatori
realizzata da Hermann, il 42% di chi acquista bio è un cliente occasionale,
mentre il 9% rappresenta il “core group” di consumatori assidui che
incidono per oltre la metà – il 56% - sul totale della spesa bio effettuata
dalle famiglie.  Tra questi due “estremi” si collocano coloro che
acquistano raramente e i consumatori regolari. “Quali dovrebbero essere
allora gli obiettivi dei negozi specializzati per un futuro ‘vincente’?” Ha
chiesto Hermann di fronte ad un pubblico di addetti al settore. Ad
ascoltare il presidente dell’Ifoam infatti c’erano molti negozianti e
produttori, oltre ai numerosi collaboratori che hanno contribuito a far
crescere Ecor in vent’anni. “Si dovrebbe cercare di conquistare il core
group che per metà del suo portafoglio di spesa bio si serve di altri
canali di vendita  come i discount, la grande distribuzione, gli spacci,
ecc.  – ha spiegato Hermann – Bisogna premiare la fedeltà, proporre
degustazioni, creare eventi orientati al servizio . Non va inoltre
trascurata quella quota di ‘consumatori tradizionali’ che sono solo l’11 %
del core group, ma il cui interesse per il bio è in costante crescita”.
L’assortimento, secondo Hermann, è un aspetto chiave del marketing dei
negozi specializzati. Nuovi consumatori possono essere attratti da una
maggiore varietà di prodotti: il trend del mercato in Europa infatti
evidenzia scelte orientate alla maggiore differenziazione, allo sviluppo di
marchi aziendali e private label, alla creazione di valore aggiunto
attraverso specialità bio locali, prodotti artigianali, la combinazione
“biologico ed equo e solidale”. Senza dimenticare le grandi potenzialità
del settore no-food (cosmesi e vestiario), nelle mense e nella
ristorazione, nella cosiddetta “Acquacoltura bio”, ovvero nella produzione
e vendita di pesce biologico.



“In questo momento storico - ha ricordato Fabio Brescacin, presidente di
Ecor – abbiamo una ‘sotto-offerta’ rispetto alla domanda, per questo
raddoppieremo il nostro magazzino arrivando ad 8mila metri quadrati e
rafforzeremo la rete dei punti vendita specializzati. E proprio dai negozi
partiremo per fare cultura del biologico. Nei confronti del consumatore, ma
anche nei confronti di chi vende. E’ nei nostri progetti infatti la
creazione di una sorta di ‘accademia’ per la formazione dei negozianti”.



Con invito alla pubblicazione





Ufficio stampa Ecor Spa
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Ecor spa

Con 3100 referenze a catalogo, quasi 70 milioni di euro di fatturato e 150
tra dipendenti e collaboratori, Ecor è la più importante azienda italiana
di distribuzione di prodotti biologici.

La maggioranza delle azioni è detenuta dalla Libera Associazione
Antroposofica Rudolf Steiner di Conegliano che ne ispira le linee
direttive. Per questo, da sempre, Ecor destina la quota corrispondente
degli utili dell’azienda al sostegno di progetti sociali, nell’ambito
dell’agricoltura biodinamica e della pedagogia steineriana. A luglio 2006,
è stato concluso un importante scambio azionario con NaturaSì – l’unica
catena di supermercati di prodotti biologici in Italia -  finalizzato a
concentrare le  risorse per una strategia comune che rafforzi la
distribuzione specializzata. La sede e il magazzino centrale della società
si trovano a San Vendemiano (Tv), mentre altri uffici operano a Rolo (Re) e
Pomezia (Roma).

I negozi B’io

Da un’idea di Ecor, nel 2002, è nato il progetto dei negozi B’io, che oggi
coinvolge 250 punti vendita specializzati in alimentazione naturale,
distribuiti sul territorio nazionale e più di 500 addetti per un fatturato
complessivo di circa 100 milioni di euro. Un progetto che mira ad integrare
tutti gli attori della filiera, il produttore, il distributore il
negoziante ed il consumatore finale, in un sistema completamente dedicato
al biologico. www.b-io.it.





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