rassegna stampa: Contro gli ocm vino, manifestazione nazionale a Roma il 17 marzo.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "http://terraterra.noblogs.org"; - 12/03/2207

Contro gli ocm vino, manifestazione nazionale a Roma il 17 marzo.
APPELLO VINO
Contro gli ocm vino, manifestazione nazionale a Roma il 17 marzo.
Scendono in piazza contadini e vignaioli, il 17 marzo prossimo a Roma, a
favore di una agricoltura contadina e senza Ogm, e contro la politica della
Unione Europea che favorisce l'agroindustria mentre penalizza i piccoli
agricoltori.

La manifestazione, indetta dal Connettivo terra/Terra, da Crocevia e dai
vignaioli del Critical Wine, si terrà sotto al Parlamento sabato 17, dalle
10 alle 13.

Sarà una manifestazione nello stile di chi partecipa: aperitivo "critico",
fatto con i prodotti di coloro che interverranno alla protesta. Per far
conoscere, a chi lo avesse dimenticato, il valore di una agricoltura
contadina, il valore della terra e di chi la lavora.

Perchè la terra non è un supermercato, e il cibo non è una merce.

Stiamo assistendo ad una preoccupante concentrazione di potere corporativo
sopra un diritto umano basilare come l'alimentazione.

Si stima che nei prossimi anni, solo 4 o 5 grandi catene di generi
alimentari si aggiudicheranno la leadership globale, un  potere immenso che
ne fa ormai l'unica porta di accesso dei consumatori al cibo e l'unica porta
di accesso dei produttori ai consumatori, con un forte impatto su tutta la
catena agroalimentare.

Infatti l'apparente varietà di prodotti offerti in Europa viene ottenuta con
170.000 tonnellate di aromi industriali che non hanno nessun componente
nutritivo e comportano anzi rischi per la salute, d'altra parte provocano
una tremenda riduzione della biodiversità su cui si basa la nostra
alimentazione.

 Abbiamo alimenti impacchettati ad arte e per essere venduti e conservati in
un paio di settimane si utilizzano recipienti che impiegano centinaia di
anni per degradarsi.  Il modello estensivo di produzione agroindustriale
contribuisce in maniera pesante a distruggere l'equilibrio necessario per la
sopravvivenza del pianeta.

 Il mondo rurale vero, che vive del lavoro contadino, producendo alimenti
sani e nutritivi non è compatibile con un monopolio distributivo
multinazionale che esige prodotti di tipo industriale, ne impone i prezzi e
determina le stesse tipologie di prodotti da coltivare.

 Nel nostro pianeta vivono 1.300 milioni di contadini, e, nonostante il
ruolo prezioso che svolgono, di questi solo il 6% gode di un benessere
adeguato ai propri investimenti finanziari e umani. Anche in Italia il 10%
circa delle famiglie che vivono dei frutti della terra si trova al di sotto
della soglia assoluta di povertà, e il 36% vive con un reddito inferiore ai
1000 euro al mese.

Continua la moria di aziende agricole come da fonti ISTAT. "L’agricoltura
italiana ha visto scomparire in cinque anni circa un quinto delle proprie
aziende”. Sino ad oggi le scelte politiche non hanno assolutamente
privilegiato il mondo contadino. Se non ci sarà una drastica inversione di
tendenza, al 2010 il bel paesaggio agrario nazionale vedrà la sopravvivenza
solo della metà delle aziende che esistevano nel 2000.  Invece le autorità
infieriscono, quasi a voler eliminare anche il ricordo di quell’agricoltura
contadina che si era andata perfezionando negli ultimi millenni ma non
coincide con le esigenze della globalizzazione.

 La Politica Agricola Comunitaria (PAC), che rappresenta ben 85% della spesa
globale dell’Unione Europea, determina da anni ormai tutta la nostra
alimentazione eppure viene elaborata con le lobby, senza nessuna
consultazione democratica e senza alcun rapporto con i cittadini. Ha già
causato dei danni irreparabili al mondo agricolo intervenendo in maniera
massiccia a favore dell’agroindustria e a discapito dell’agricoltura
contadina, che riceve il colpo finale dalle ultime dichiarazioni della
Commissaria Europea Marianne Fischer Boel secondo le quali molti agricoltori
"avranno bisogno di un altro reddito oltre a quello agricolo" dopo il 2013.

 Ora la Commissione Europea, in nome della competitività, si appresta ad
estirpare 400.000 Ettari di vigneti, ed a modificare l’intero sistema del
settore vitivinicolo europeo. Con l’OCM vino, deregolamenta gestione,
trasformazione e commercializzazione dei vigneti e del vino:
- riduce il vino ad una semplice bevanda e cambia radicalmente la stessa
definizione di "Vino" per rendere il prodotto europeo simile a quello dei
nuovi Paesi emergenti (Usa, Australia, Cile, Argentina, ecc.)
- omologa il gusto, separando totalmente il vino dal suo territorio, e, cosa
ancor più grave, dalla tradizione agricola affinché i vini più “venduti” si
possano produrre ovunque, a condizione di avere il giusto cocktail di
sementi, fertilizzanti, pesticidi ed agenti di sapore…
-liberalizza le pratiche enologiche ammettendo l’uso di trucioli o di agenti
chimici di vario genere per dare il sapore del legno, ridurre l’acidità,
addolcire, aumentare o diminuire la gradazione alcolica…
- elimina completamente ed immediatamente gli aiuti di mercato.

Alcune Regioni hanno addirittura adottato sanzioni per gli agricoltori
biologici che reimpiegano i le proprie sementi anziché comprarle dai
distributori riconosciuti. La pratica di reimpiego dei semi è sempre stata
alla base dell’agricoltura, oggi invece esistono istituzioni che
identificano, regolamentano e classificano i semi, ed è vietato usare i
propri semi se non sono riconosciuti dall’istituzione, così come è vietato
lo scambio di semi tra contadini…

 Il ministro De Castro afferma così la nuova linea politica del governo in
materia agricola: “promozione e sostegno delle esportazioni sui mercati
esteri, accrescere la dimensione delle imprese del settore favorendo i
processi di concentrazione cooperativa e societaria e l’accorpamento
fondiario…"

Noi pensiamo che chi lavora la terra e produce cibo deve poter essere
protagonista della filiera, in accordo con i consumatori, crediamo nella
filiera corta e nell’alleanza tra lavoratori delle campagne e lavoratori
delle città, nella trasparenza dei processi e del prezzo, nella fiducia
reciproca che si fonda su sistemi di produzione e consumo locali, legati all
’identità di un territorio.

Per difendere la nostra alimentazione e la nostra cultura, il rapporto con
la terra quale fondamento di una società che la rispetti, per arrestare la
desertificazione dei nostri campi, per fermare l’avanzata di un’agricoltura
senza agricoltori, serve un movimento cittadino e diffuso, serve una nuova
consapevolezza.  Quello che è in gioco è ciò che ingeriamo giorno per
giorno, l’agricoltura è la prima tra le attività umane e non si può
“esternalizzare” o delegare ai venditori di merendine, mentre ci
concentriamo sul settore terziario.  Anche le decisioni relative al settore
agricolo devono essere partecipate. Sono necessari altri modelli di
pensiero, d’agricoltura e di mercato.

Vogliamo unirci per organizzare il rifiuto del modello neoliberista che
vuole l'agricoltura industriale e monocolturale della UE da una parte e
un'elitaria produzione dei cosiddetti prodotti tipici dall'altra, quali
facce della stessa medaglia,

Vogliamo mantenere e ridisegnare un circuito virtuoso tra qualità della
produzione, qualità del prodotto e qualità delle relazioni sociali,

Vogliamo un'agricoltura contadina.

Connettivo terra TERRA - vignaioli Critical Wine - Associazione Crocevia
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
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