San Valentino: Amnesty invita i consumatori a comprare solo "diamanti puliti"



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COMUNICATO STAMPA
CS15-2007

SAN VALENTINO: LA SEZIONE ITALIANA DI AMNESTY INTERNATIONAL INVITA I
CONSUMATORI A COMPRARE SOLO 'DIAMANTI PULITI'. IL COMMERCIO DEI DIAMANTI
PROVENIENTI DA ZONE DI GUERRA E' ANCORA UNA TRAGICA REALTA'.

In vista del 14 febbraio, giorno di San Valentino, la Sezione Italiana di
Amnesty International ha diffuso una 'Guida al consumatore', consultabile
e scaricabile su www.amnesty.it, in cui denuncia le devastanti conseguenze
del commercio dei cosiddetti 'diamanti di sangue' e invita chiunque
desideri regalare un diamante a chiedere al venditore precise garanzie
sull'origine del prodotto.

Mercoledi' 14, in diverse citta' italiane, gli attivisti dell'associazione
organizzeranno iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica,
distribuire la 'Guida al consumatore' e raccogliere firme per un appello
indirizzato al ministero dello Sviluppo economico.

L'appello contiene una serie di raccomandazioni al nostro paese, in
qualita' di Stato membro della Commissione europea, organo che attualmente
presiede il Kimberley Process Certification Scheme (Processo di
Kimberley), il sistema di certificazione, cui l'Italia aderisce, istituito
nel 2003 per eliminare dai mercati ufficiali i diamanti provenienti da
zone di conflitto. Nell'appello, la Sezione Italiana di Amnesty
International invita il governo ad adottare misure adeguate che
garantiscano la piena attuazione in Italia del Processo di Kimberley.

Le medesime raccomandazioni sono contenute in una lettera che
l'associazione inviera' ai ministeri degli Affari esteri e dello Sviluppo
economico.


Ulteriori informazioni

Il commercio miliardario dei diamanti provenienti da zone di guerra ha
finanziato e finanzia ancora oggi guerre civili che in Africa dall'inizio
degli anni '90 hanno provocato piu' di 3,7 milioni di vittime e milioni di
rifugiati in Angola, Liberia, Sierra Leone, Repubblica Democratica del
Congo e Costa d'Avorio. Il denaro ottenuto con il commercio dei diamanti
ha permesso ai gruppi ribelli in questi paesi di acquistare illegalmente
armi e finanziare conflitti devastanti, con la complice indifferenza
dell'industria dei diamanti e degli Stati coinvolti. Ancora oggi, i
'diamanti di sangue' raggiungono, seppure in quantita' minore, le vetrine
delle gioiellerie di tutto il mondo sfruttando l'inefficacia degli
strumenti di controllo attualmente in atto.

Per fermare questo commercio illegale, l'industria dei diamanti ha
inizialmente fatto ben poco. Amnesty International, in collaborazione con
altre Organizzazioni non governative (Ong) come Global Witness, ha
ripetutamente denunciato questo traffico che alla meta' degli anni '90 era
stimato rappresentare il 15% del volume totale del commercio globale di
diamanti. Nel 2000, un rapporto redatto da esperti dell'Onu ha corroborato
le denunce di Amnesty e delle altre Ong e l'industria dei diamanti ha
dovuto ammettere di aver mancato di vigilare sul traffico delle pietre
grezze africane.

Anche temendo ripercussioni negative a livello di immagine, l'industria
dei diamanti - rappresentata nel World Diamond Council - ha accettato di
negoziare con i governi e le Ong un sistema di certificazione delle pietre
conosciuto come Processo di Kimberley, dal nome della citta' del Sudafrica
dove si e' svolto il primo incontro. Questo sistema, che dovrebbe
consentire di risalire all'origine delle pietre prima del loro taglio,
prevede un controllo statale sulle spedizioni e richiede l'impegno
dell'industria dei diamanti nel promuovere metodi di garanzia volontari.
Il Processo di Kimberley ha permesso di ottenere alcuni miglioramenti, ma
gli Stati coinvolti nel commercio mondiale dei diamanti e l'industria del
settore non fanno ancora abbastanza per sradicare completamente questo
traffico.

Ancora oggi il denaro ricavato dai diamanti finanzia guerre civili:
nell'ottobre 2006 un nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato che
diamanti per un valore di 23 milioni di dollari provenienti dalla Costa
d'Avorio - nella cui parte settentrionale e' in corso un conflitto civile
- sono stati infiltrati nel commercio legale passando dal Ghana, Stato che
ha partecipato al Processo di Kimberley, dove sono stati certificati come
'diamanti liberi da conflitto'.


FINE DEL COMUNICATO
Roma, 12 febbraio 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





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